Kill It With Fire non è solo un gioco sui ragni, ma, come scopriremo nel corso di questa recensione, anche una simpatica storia sulla rottura dell’equilibrio domestico
Il panorama indie, negli ultimi dieci anni, ha imparato a raccontare delle storie straordinariamente moderne. Lo ha sempre fatto in maniere inaspettate e talvolta un po’ bizzarre, forse perché, nelle grosse produzioni, si fa spesso fatica ad abbandonare le grandi epiche cinematografiche e letterarie per soffermarsi su aspetti banali della quotidianità . L’importanza delle produzioni indipendenti, spesso, risiede proprio nella scelta di rivolgersi alla realtà per veicolare i propri messaggi.
Parlando di realtà , cosa potrebbe esserci di più reale della propria abitazione? Essa è, di solito, l’inizio e la fine di ogni giornata e contribuisce a rendere la nostra vita più stabile e serena, ammesso che sia davvero possibile. Lontani da tutti e tutto, possiamo riflettere su noi stessi e allontanarci dal tempo accelerato dell’esistenza sociale. Durante questi mesi di quarantena l’abbiamo imparato abbastanza bene. Eppure, come vedremo nella recensione di Kill It With Fire, a volte basta un piccolo insetto per sconvolgere la nostra intimità .
Un gioco sviluppato da una sola persona
L’autore di Kill It With Fire è Casey Donnellan, uno sviluppatore di cui non siamo riusciti a recuperare moltissime informazioni per questa recensione. Sappiamo, però, che ha lavorato in passato per la Rooster Teeth Games, già nota per aver pubblicato i titoli della serie animata RWBY. Il buon Casey, comunque, è alla sua prima prova solista, ma non possiamo certo dire che se la sia cavata malissimo.
Le aspettative riguardanti questo titolo erano perlopiù inesistenti. Non si tratta, del resto, di un prodotto con alle spalle grosse somme di denaro, anche se il publisher, Tiny Build, ha portato agli onori della cronaca qualche opera interessante, come Hello Neighbor, il soulslike Hellpoint e soprattutto Pathologic 2. Non giochi di piccolo spessore, in effetti, specie l’ultimo della lista. Vediamo quindi se, oltre agli insetti, c’è anche qualcosa in più.
Ragnatele immersive – Recensione Kill It With Fire
Per far capire ai lettori di questa recensione la natura di Kill It With Fire, sarebbe bene inserire il titolo all’interno di un genere o di un canone più specifico. È presto detto: il titolo di Casey Donnellan è un simulatore immersivo, alla maniera di Half-Life 2, Prey o il vecchio e amatissimo System Shock. Non parliamo, ovviamente, di un’opera dalle dinamiche complesse quanto quelle appena citate, ma la visuale in prima persona, l’interazione ambientale molto elevata e la compenetrazione di azione e narrazione sono radici comuni a tutti questi giochi.
Lo scopo del giocatore sarà quello di completare una decina di missioni all’interno di un appartamento, nel tentativo di estirpare per sempre la malefica progenie di ragnetti che sembra essersi insinuata in ogni anfratto. Armati inizialmente di un solo taccuino, sbloccheremo col passare del tempo sempre più armi, talune davvero esagerate per degli esseri così piccoli. Scommettiamo che nessuno di voi ha utilizzato una carabina per eliminare un insetto in casa. Eppure, bisogna dirlo, lo stile scanzonato e colorato del gioco si addice benissimo a cotanta esagerazione.
L’interazione ambientale, come riportato più sopra, è un elemento fondamentale di Kill It With Fire. Pressoché ogni oggetto all’interno delle ambientazioni potrà essere afferrato e scagliato sui pestiferi insetti o sullo sfondo, per il puro gusto di mettere tutto a soqquadro. Completando gli obiettivi sbloccheremo nuove stanze e, talvolta, nuovi armamenti. Quando, dopo aver recuperato lo spray, abbiamo scoperto che si poteva dar fuoco all’intero immobile (e le fiamme persino si propagano) abbiamo iniziato a capire che Kill It With Fire non era proprio fesso come voleva farsi dipingere.
Una piccola storia di disordine – Recensione Kill It With Fire
Gli obiettivi varieranno dall’uccisione di un certo tipo di ragni – vi sono diverse varietà di aracnidi – alla distruzione di un determinato numero di oggetti, fino addirittura ad alcune missioni speciali che potranno essere sbloccate completando tutti i compiti di ogni livello. Non è quindi presente una vera e propria trama, nell’opera prima di Casey Donnellan, né ci si aspettava qualcosa di diverso. Tuttavia, è bene dirlo, in questi titoli non sempre mancano dei contenuti di tipo narrativo.
Il gioco è ambientato perlopiù in ambienti ristretti, anche sono presenti anche sezioni all’aperto. Afferrare un libro, ruotarlo per esaminarlo e scoprire che, sul dorso, giaceva un orribile ragnetto bianco – che subito si è dato alla fuga – ci ha fatto un certo effetto. Non perché lo stile grafico di Kill It With Fire sia super realistico, anzi, ma perché ci ha ricordato momenti di vita vissuta sull’orlo della schizofrenia (avete presente quando uno scarafaggio entra in casa vostra e non riuscite più a trovarlo?).
Rincorrere quei maledetti insetti a otto zampe per tutta casa, spostando libri, televisori, console e divani è un’esperienza divertente ed esilarante, ma non riuscivamo a toglierci di dosso una certa sensazione di claustrofobia, dovuta forse agli spazi più stretti, o forse all’intima consapevolezza che le accoglienti mura domestiche fossero state infine violate da una minaccia all’apparenza insignificante. Quando, alla fine di uno stage, osserveremo i mobili e gli oggetti in totale disordine, viene da chiedersi il senso di tutto questo. Sempre fra una risata e l’altra, sia chiaro, perché la leggerezza, in fondo, non fa mai male.
Un aspetto grafico e visivo adatto alle tematiche narrative – Recensione Kill It With Fire
La grafica di Kill It With Fire non è certamente di quelle che fanno gridare al miracolo. Non è nemmeno brutta, però – e qui ci sarebbe da aprire un capitolo a parte su cosa sia davvero una “bella” grafica, anche se non ne abbiamo il tempo. Lo stile visivo si avvicina molto al cel shading di tanti altri titoli indie, con contorni sfumati, texture semplicissime ed effetti dai tratti pixelati, come si addice ad un titolo indie di questo tipo. Tutto, se non altro, garantisce al gioco di performare benissimo su qualsiasi tipo di computer, o quasi. Non abbiamo riscontrato alcun bug di sorta ed il frame rate è sempre stato solidamente ancorato ai sessanta fotogrammi al secondo.
Nel gioco non sono presenti dialoghi, mentre la colonna sonora è di buon livello e si adatta benissimo al contesto di gioco, diventando più tesa e concitata quando si ha a che fare con l’inseguimento di una delle bestiole. Per quanto riguarda gli effetti audio non abbiamo nulla di particolarmente rilevante o drammatico da segnalare. I suoni sono nella media, e talvolta strappano una risata, com’è giusto che sia. Â
Uccidilo col fuoco
Bene, la recensione di Kill It With Fire termina qui. Non siamo di fronte ad un titolo che cambierà il nostro modo di intendere i videogiochi, ma non possiamo negare di esserci divertiti abbastanza nelle circa sei ore necessarie a terminare sommariamente quest’avventura fra le mura domestiche a caccia di insetti.Â
Spesso l’attenzione dei giocatori è fagocitata dalle grandi produzioni, ma ogni tanto è bene anche ricordarsi di quanto possano darci anche titoli di dimensione ridotta come questo. Se siete alla ricerca di un’opera un po’ sopra le righe, ma capace di divertire grazie alla sua semplicità , Kill It With Fire potrebbe fare al caso vostro.
Avete provato il gioco? Fatecelo sapere nei commenti e rimanete con noi sulle pagine di tuttoteK per altre recensioni sui titoli appena usciti.
Punti a favore
- Divertente ed immediato
- Stile estetico azzeccato
- Ottima interazione ambientale
Punti a sfavore
- Poco longevo
- Potrebbe diventare ripetitivo dopo qualche ora
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