La ricerca della vita extraterrestre potrebbe rappresentare la scoperta del secolo per la ricerca cosmologica. La NASA aveva individuato una serie di esopianeti potenzialmente adatti ad ospitare la vita, tra cui il “vicinissimo” Proxima Centauri B. Ora il dibattito si riapre con nuove rivelazioni
L’annuncio di un pianeta simile alla terra primordiale individuato nel sistema attorno alla stella Proxima Centauri risale a meno di un anno fa. Dopo una serie di smentite e dibattiti scientifici molto accesi le speranze di trovare la vita extraterrestre riaffiorano grazie a nuovi studi targati NASA.
Proxima Centauri dista 4,2 anni luce dalla Terra ed è la stella più vicina a noi, dopo il Sole chiaramente. Per questo il suo pianeta Proxima Centuari B è molto importante: è il miglior candidato ad una futura esplorazione; si trova infatti nella zona abitabile della stella. La zona abitabile è un’espressione scientifica utilizzata per indicare la regione intorno ad una stella entro la quale è teoricamente possibile trovare acqua liquida. La presenza di acqua liquida è essenzialmente legata alla temperatura del pianeta. Chiaramente non è automatico che la presenza dell’acqua possa garantire l’esistenza di una qualche forma di vita extraterrestre, tuttavia essa è una condizione necessaria per ipotizzare la presenza di organismi biologici come li conosciamo sulla Terra.
La zona abitabile è quindi facilmente ricavabile una volta misurate la dimensione e la luminosità – che è strettamente connessa alla temperatura superficiale – della stella. Proxima Centuari è più piccola e meno luminosa del Sole, la sua zona abitabile è di conseguenza molto più vicina rispetto a quella del sistema solare, parliamo di circa un ottavo della distanza che separa Mercurio dal Sole. A causa della vicinanza, Proxima Centuari B è sferzata da tempeste elettromagnetiche molto più forti rispetto a quelle che giungono sulla Terra e questo ha reso molto scettici gli scienziati. Una nuova ricerca sembra però riaccendere le speranze.
Vita extraterrestre: lo studio NASA riaccende le speranze su Proxima Centauri B
Una recente ricerca, facente capo a Anthony D. Del Genio del Goddard Institute for Space Studies (Giss) della Nasa e pubblicata su Astrobiology, indica che il clima dell’esopianeta Proxima Centauri B sarebbe compatibile con la presenza di quantità d’acqua sufficienti a permettere lo sviluppo della vita extraterrestre.
In passato altre ricerche avevano scartato questa ipotesi a causa delle escursioni termiche vertiginose che si verificano su Proxima Centauri B, dovute alla vicinanza con la sua stella e al suo moto di rivoluzione sincrono – ovvero volge sempre la stessa faccia alla stella, come la Luna fa con la Terra. Inoltre un gigantesco brillamento verificatosi nel marzo 2016 sulla superficie stella provocò la diffusione di enormi quantità di radiazioni cosmiche e potrebbe aver completamente spazzato via l’atmosfera del povero pianeta vicino.
Studi più approfonditi da parte della NASA hanno però aperto nuovi scenari: il primo illustra la possibile origine distaccata del pianeta rispetto alla stella e un suo avvicinamento solo in tempi più recenti, che l’avrebbe protetto dalle tumultuose condizioni in cui si è trovata Proxima Centauri all’inizio della sua vita; il secondo stima la quantità d’acqua inizialmente disponibile sul pianeta in una quantità pari a 10 volte quella con cui si formò la Terra – Proxima Centauri B è infatti più massiccio del nostro pianeta, la stima varia tra 1,27 e 3 masse terrestri -, per cui sarebbe rimasta ancora abbastanza acqua liquida per riempire un oceano; infine l’atmosfera primordiale del pianeta potrebbe essere stato formata da una spessa coltre di idrogeno, che ha protetto la superficie del pianeta lasciando oggi spazio ad una atmosfera adatta a conservare la vita.
Del Genio quindi chiude la sua ricerca lanciando un guanto di sfida:
Per cui noi immaginiamo che Proxima Centauri B abbia un’atmosfera e acqua, e ci chiediamo, data la stella attorno a cui orbita e la distanza da essa, quanto sia facile o difficile immaginare un’atmosfera e un Oceano che assieme potrebbero produrre condizioni adatte alla vita in superficie, cioè abbastanza calde da sostenere acqua liquida ma non così calde da farle evaporare completamente.
Indubbiamente la vita extraterrestre riempie l’immaginario collettivo con un misto di fantasie epiche e un po’ di timore. Certo trovarla così vicina a casa faciliterebbe di molto la ricerca scientifica, speriamo solo non siano dei vicini chiassosi! In ogni caso noi della sezione scienze saremo pazienti e vi riporteremo tutti i dettagli nei nostri articoli.
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