Inis è un gioco dell’ editrice francese Matagot, parte della trilogia Kemet-Cyclades-Inis, che purtroppo non è mai stato distribuito ufficialmente in Italia. In questa recensione scopriamo le caratteristiche che rendono Inis unico e profondamente affascinante
Aprendo una recensione di Inis, la prima cosa che vi aspettereste è un approfondimento sul gameplay o sull’ambientazione del gioco; tuttavia ciò che colpisce e che caratterizza fino al midollo il gioco è la sua grafica da togliere il respiro. Una tavolozza cromatica vigorosa e piena, con linee che si rincorrono e cozzano armonicamente, descrivono i mistici paesaggi d’Irlanda e ci lasciano a bocca aperta fino a fine partita. “Al cuore delle leggende celtiche” recita il sottotitolo: incredibilmente sono i colori e le immagini, prima ancora che le didascalie, pur ricche e apprezzabili, a parlarci di grandi eroi e distese mistiche. Ogni carta, ogni tessera, perfino la scatola, sono piccoli capolavori; non ci saziamo mai di ammirarli durante la partita e non solo.
Protagonisti di una leggenda | Recensione Inis
Ciò che accade in una partita è già accaduto secoli fa, e già è stato tramandato da druidi e bardi a giovani guerrieri vigorosi. Questo perché impersoniamo tribù di celti – non ci è dato sapere nello specifico quali; tuttavia è piuttosto sicuro supporre che si tratti degli antenati dei moderni irlandesi e scozzesi. Ogni tribù cercherà di imporsi sulle altre, con lo scopo di riunire tutti sotto un unico sovrano; ciò accadrà esplorando nuovi territori, guerreggiando con le tribù rivali e intrecciando il proprio destino con quello di dei ed eroi, utilizzando i loro grandi poteri.
Gameplay leggero, mai banale | Recensione Inis
Fin qui tutto affascinante, ma concretamente vi starete chiedendo come scorre il gioco. E’ presto svelato, il turno gira attorno a un draft di azioni: ne esistono una ventina, che vengono appunto draftate dai giocatori e, quando tutti le hanno giocate, il processo si ripete. Tali azioni ci permettono, ognuna con modalità e bonus particolari, di:
- Muovere (e di conseguenza esplorare)
- Iniziare una battaglia
- Schierare membri del clan
- Costruire santuari
- Costruire cittadelle
- Negare azioni altrui
- Guardare la mano altrui
- Pescare carte Epiche (alias, interventi di dei ed eroi)
A queste azioni base, si aggiungono le azioni specifiche a cui abbiamo diritto per i territori che controlliamo: ogni territorio offre una carta azione diversa, spesso meno incisiva delle azioni base. Essendo le tessere territorio molto numerose, esse aumentano piacevolmente la rigiocabilità di Inis.Â
Infine abbiamo le carte Epiche, con il loro caratteristico color amaranto: esse sono, al contrario, più impattanti delle carte azione base e di conseguenza più difficili da ottenere.
Il regolamento si può riassumere brevemente, e semplicisticamente, in “ogni turno un giocatore gioca una carta dalla propria mano ed applica i suoi effetti“. Naturalmente ci sono altre postille e regolette, ma la struttura del gioco è questa: probabilmente uno degli esempi più brillanti di “easy to play, hard to master” disponibili sul mercato.
La vostra impressione è che potrebbe essere noioso o ripetitivo? Tenete a mente che, se le carte azione sono sempre le stesse, la situazione sulla mappa cambia e muta ad ogni giocata: dovrete costantemente riadattare le vostre strategie a seconda delle contingenze.
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Come si diventa re delle tribù ad Inis? | Recensione Inis
Se la struttura del turno è tersa ed agile, diversa considerazione dobbiamo fare sulle condizioni di vittoria: sono varie, spesso impegnative da prevedere e prevenire e, soprattutto, danno luogo ad un “bash the leader” abbastanza punitivo.
La prima condizione di vittoria prevede che un giocatore abbia “sottomesso” sei o più miniature avversarie; in altre parole, ciò avviene quando, nei territori che controlliamo, sono presenti in totale, sei o più miniature appartenenti ad altri giocatori. Per amor di chiarezza, si controlla un territorio quando si è il giocatore ad avere il numero maggiore di miniature su di esso. Potremmo assimilarla a una vittoria “militare”.
La seconda condizione possibile per reclamare la vittoria è essere presenti su territori che abbiano complessivamente sei o più santuari; in questo caso non è necessario essere leader di un territorio: se dovesse capitare di posizionare una miniatura su un territorio con tre santuari controllato da un avversario, li potrò conteggiare tutti tre. Potremmo assimilarla a una vittoria “religiosa”.
Infine, la terza condizione richiede che il nostro clan sia presente su sei o più territori. In questo caso non c’è molto da spiegare, ma specifichiamo che neppure stavolta è necessario essere leader di un territorio per considerarlo ai fini di questa condizione. Potremmo assimilarla a una vittoria per “espansione”.
Un’ulteriore aggiunta è rappresentata dai segnalini mito: essi sono piuttosto rari da ottenere e spesso richiedono che si rinunci a un beneficio importante, ma contano come jolly nel conteggio di una condizione vittoria. Ad esempio, se avessi due segnalini mito e fossi presente su quattro territori, potrei considerarmi legittimamente in grado di reclamare la vittoria per espansione, occupando sei (4+2) territori.
Solo i più determinati entreranno nella leggenda
Eh già , reclamare… Perché nel momento in cui effettivamente soddisfo un requisito vittoria, cosa che è piuttosto dispersiva da verificare nel pieno di una partita, potrò usare un’azione per reclamare la vittoria; a testimonianza di ciò, ottengo un segnalino “Pretendente”. All’inizio del turno successivo, si verifica chi tra i Pretendenti ha soddisfatto il maggior numero di condizioni di vittoria. Se si individua qualcuno che ne soddisfa più degli altri, il gioco termina, mentre se si è in parità , si scartano i segnalini e bisogna cominciare tutto da capo. Ciò di solito causa un accanimento, nel corso del nuovo turno, verso chi soddisfava determinate condizioni: per impedire che costui torni a reclamare la vittoria, si verifica l’odioso “bash the leader”.Â
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La Primavera di un gioco | Recensione Seasons of Inis
Insomma, tanto semplice da giocare quanto complesso da vincere. E il suo successo Inis l’ha riscosso eccome, tanto da indurre la Matagot a ristampare il gioco nel Maggio del 2019, con una grafica della scatola se possibile ancora più mistica. Sebbene con la riedizione non siano giunte modifiche al gameplay del gioco base, con essa è uscita nientemeno che un’espansione, Seasons of Inis, della quale è doverosa una recensione.
Innanzitutto, Seasons of Inis, estende il gioco al quinto giocatore. Bisogna dire che questo cambiamento, per quanto non fosse fondamentale, è davvero ben accetto: infatti, proprio grazie alla semplicità del gioco e alla rapidità nello spiegarlo e intavolarlo, è un titolo ideale da proporre per includere nuovi arrivati nel gruppo di gioco, anche se digiuni o parzialmente digiuni di giochi da tavolo.Â
Parola d’ordine: flessibilità | Recensione Seasons of Inis
Bisogna riconoscerlo: il grande pregio di questa espansione è di permettere di adattare l’esperienza di gioco alle proprie esigenze. Questo perché le cinque innovazioni introdotte possono essere teoricamente selezionate e giocate a piacere. Tutte e cinque sono:Â
- Introduzione del quinto giocatore
- Condizioni per partita breve (no a eterni pareggi)
- Nuove carte Epiche
- Condizioni Stagione (da cui il nome dell’espansione)
- Isole e porti
Del primo punto abbiamo già detto e del terzo non c’è molto da dire, se non che i nuovi effetti si complementano con i moduli dell’espansione.
Considerando invece il secondo modulo, quello per partite brevi e denominato “We want a King”, bisogna ammettere che risolve uno dei problemi del gioco base. Questo significa eliminare il rischio che il pareggio si trascini, soprattutto quando i giocatori si ostinano ad applicare il “bash the leader”. In questo modo è possibile sì che ci si accanisca, ma il tutto si risolve, volenti o nolenti, nel giro di due turni; pertanto è necessario fare bene i propri calcoli e puntare davvero a vincere, anziché ad impedire di vincere a qualcun altro.
Seasons of Inis risolve effettivamente le criticità rilevate nel gioco base, proprio come succede con suo fratello Cyclades: laddove inizialmente si può lamentare una certa lentezza e immobilità su mappa, i porti rimettono in discussione i confini, aprendo collegamenti via mare tra tessere agli antipodi della mappa. In questo modo, si impedisce che gli spostamenti, davvero lenti nel gioco base, premino un giocatore arroccato distante da noi. Allo stesso modo, la ciclicità , croce e delizia di questo gioco, viene complessivamente migliorata dal ciclo delle Stagioni, i cui effetti impattano decisamente le tattiche da preferire di volta in volta.
Inis: guida all’ acquisto
Come acquistate un gioco da tavolo solitamente? Che siate virtuosi sostenitori dei negozi fisici o smart buyers su Amazon, in entrambi i casi resterete delusi.Â
Già , perché purtroppo Inis non è mai stato distribuito in Italia. Perché vi chiederete? Ce lo siamo chiesti tutti e una risposta potrebbe essere individuata nel tema. Mentre il fascino per la mitologia greca ed egizia è saldamente radicato nelle radici mediterranee di noi italiani, la mitologia celtica trova i più grandi appassionati in sassoni ed anglosassoni: se la Matagot avesse fatto il medesimo ragionamento, ci spiegheremmo perché, mentre Cyclades e Kemet sono stati distribuiti in Italia, dove ormai possiamo chiamarli classici, per Inis non è stato così.
Un’altra motivazione potrebbe risiedere nel fatto che, a differenza dei suoi fratelli, Inis è un gioco decisamente dipendente dal testo: pertanto la scelta di stamparlo in una determinata lingua non dev’essere stata presa alla leggera.
Rea convinta, neppure nel caso dell’espansione la Matagot ha colto l’occasione per ovviare a tale mancanza.Â
Dove posso trovarlo allora?Â
Dando per scontato che desideriate Inis in inglese, la risposta non è Amazon. Al momento, e salvo future variazioni, l’unica copia che si trova su Amazon è in spagnolo, anche se non appare chiaramente a prima vista, dunque fate attenzione ad essere precipitosi. Il fatto che sia fuori dalla distribuzione italiana, lo rende anche molto più raro dei suoi fratelli sui mercati secondari; tuttavia, se avete pazienza e cercate l’occasione, potete provare a cercarlo anche su questi (Facebook Marketplace e gruppi vari, Subito.it, Giochinscatola, ecc.).
Per fortuna, la risposta migliore è anche la più semplice: sul sito della Matagot, trovate lo shop online in cui è in vendita l’ultima edizione di Inis. Inoltre, acquistando dal loro sito, otterrete in omaggio anche i sacchetti di seta per tenere in ordine i vostri clan, un vera chicca.
Per quanto riguarda Seasons of Inis, è di reperibilità maggiore: lo trovate sul sito della Matagot (e potete anche pensare a una spedizione combinata col gioco base in tal caso) oppure in generale su molte piattaforme di e-commerce.
Nota particolare: Giochinscatola offre anche l’acquisto a rate, per questo come per altri titoli. Di conseguenza, se volete ridurre l’impatto sul vostro portafoglio, potrebbe essere una buona idea diluire il pagamento su più mesi!
Se, infine, il regolamento in inglese per voi fosse un ostacolo, qui trovate la versione digitale del regolamento in italiano. Attenzione però: le carte in gioco saranno comunque in inglese, quindi prendetevi il vostro tempo per familiarizzare.
Cosa aspettate? Scrivete la vostra pagina di mito, trasportati dalle immagini più suggestive ad oggi presenti su un gioco da tavolo.
Punti a favore
- Comparto artistico mozzafiato
- Easy to play, hard to master
- Premia giocatori/trici flessibili tatticamente
- Nicchia unica tra i "dudes on a map"
- Originale senza cercare la novità ad ogni costo
Punti a sfavore
- Combattimenti poco emozionanti
- Casualità nel determinare l'ordine di turno
- Bilanciamento carte Epiche incerto
- Ambientazione più disegnata che vissuta attraverso le meccaniche
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