SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano è la docu-serie Netflix che ha chiuso il 2020 con il racconto della comunità trapeutica per tossicodipendenti più grande di tutta Europa, fondata dal suo tanto chiacchierato fondatore Vincenzo Muccioli. Leggi la nostra recensione di SanPa
TITOLO ORIGINALE: SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano. GENERE: docu-serie. NAZIONE: Italia. REGISTA: Cosima Spender. CAST: Vincenzo Muccioli, Red Ronnie, Andrea Delogu. DURATA: 42 min ad episodio. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 30 dicembre 2020.
Netflix chiude il 2020 in grande stile in Italia e rende disponibile sulla piattaforma dal 30 dicembre una nuova docu-serie con la regia di Cosima Spender, Sanpa: Luci e Tenebre di San Patrignano. Basandosi sulla sinossi, Sanpa è una docu-serie di 5 episodi che mette al centro del racconto San Patrignano, la più grande comunità terapeutica di tossicodipendenti in Europa fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978 su quelli che erano dei suoi appezzamenti di terreno in zona di campagna vicino a Rimini. Continuando però a seguire la docu-serie episodio dopo episodio è subito chiaro che non siamo di fronte al semplice racconto delle gesta di un uomo o del suo progetto di una vita: SanPa è il racconto dell’Italia degli anni ’80, delle sue luci e delle sue ombre.
La trama | Recensione SanPa
Prima di arrivare a Vincenzo Muccioli e il suo progetto, la serie ci accompagna attraverso le voci di ex ospiti della comunità, in ciò che stava succedendo in Italia tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Erano anni complicati, gli anni di piombo, anni di paura e di scompenso sociale, gli stessi anni in cui sono iniziate a circolare grandi quantità di droghe e che hanno visto quindi il diffondersi della tossicodipendenza nel nostro Paese. In un periodo in cui gli stessi ospedali non sapevano più come accogliere o trattare tutti i casi di overdose che arrivavano nella notte, si inserisce la figura di Vincenzo Muccioli, che apre questa comunità gestita direttamente da lui senza medici, terapeuti.
Vincenzo Muccioli, l’uomo che ha sfidato la società degli anni ’80 | Recensione SanPa
La figura di Muccioli, ruba inevitabilmente la scena: un uomo dotato di grande capacità dialettica, cultura e desiderio di essere circondato da persone. Un uomo molto chiacchierato all’epoca per aver fondato una comunità basata su metodi considerati poco ortodossi, come rinchiudere gli ospiti e legarli durante le crisi di astinenza. Metodo che gli è costato una serie di arresti, proprio per sequestro di persona, ma che lo vedevano sempre difeso in tribunale oltre che dal suo legale, da una folla adorante di persone appartenenti alla comunità.
Un grande carisma in un uomo che, nel bene o nel male, ha creato una comunità unica nel suo genere, che è tuttora viva e attiva in Italia e che continua nel processo di far appassionare le persone tossicodipendenti a qualcosa che non sia la droga. Da qui, il concetto su cui si basa San Patrignano, quello di lavoro, di produzione, di occupazione, che è stato introdotto da Muccioli e che è oggi sempre più caratteristico di questa comunità.
La sua persona è sicuramente ciò che rende questo documentario una serie vera e propria, perché il suo carisma è ciò che lo stacca da essere personaggio realmente esistito e lo trasforma in questo contesto in un personaggio vero e proprio, come se fosse stato scritto nei minimi dettagli. Fondamentale è anche la linea storica, che fa della serie un prodotto in grado di raccontare non solo un progetto sociale, ma dei cambiamenti sociali e culturali che hanno stravolto un paese. Tra questi, la diffusione dell’AIDS negli anni ’80 che ha sconvolto la comunità, che ha iniziato ad accogliere molti sieropositivi respinti dagli ospedali italiani.
Gli ingredienti giusti di una docu-serie | Recensione SanPa
Questa docu-serie è sicuramente molto potente, dal punto di vista narrativo, storico, di curiosità verso qualcosa che è così radicato nella storia italiana. E come tutte le storie potenti, sta facendo discutere, in positivo e in negativo. La stessa comunità di San Patrignano, poco dopo l’uscita su Netflix si è dissociata, considerando il racconto solo parziale e poco veritiero sull’importanza di Muccioli e di quello che è attualmente la comunità.
Quello che appare però dal documentario, sebbene già il suo titolo suggerisca uno sguardo critico verso San Patrignano e il suo fondatore, non è un racconto totalmente negativo. Sicuramente Muccioli emerge come un personaggio contraddittorio, ma anche come un uomo che ha creato un progetto che attualmente esiste, che è stato anche replicato all’estero e che in ogni caso ha segnato in modo indelebile la storia del nostro paese intervenendo nel problema della tossicodipendenza. Bisogna ricordarsi che Sanpa, non è un documento trasmesso in una sala museale o o ad una conferenza sulla società, Sanpa è una serie TV, basata su materiale documentaristico. E quindi come qualunque prodotto che abbia questa forma e che si ponga su una piattaforma come Netflix, deve contenere degli elementi di intrattenimento, curiosità, che sappiano generare anche discussione e contraddittorio.
Il grande successo di una recente docu-serie come The last dance, basata sulle imprese sportive della leggenda Michael Jordan e dei suoi Chicago Bulls, conferma gli elementi narrativi che un prodotto di questo tipo deve avere. I documenti storici, le interviste, le immagini originali, devono portare il ritratto di personaggi, non di uomini. E la storia della narrazione insegna che i personaggi sono luci e ombre, sono eroi, ma sono anche carnefici e soprattutto più carisma possiedono, più possono essere contraddittori.
Conclusioni
Partendo da 180 ore di interviste, 25 testimonianze e 51 diversi archivi da cui attingere, SanPa è una docu-serie che non vuole esprimere un giudizio e neanche farlo esprimere allo spettatore. Una docu-serie che ben si muove tra interviste e documenti originali e che ruota attorno al suo personaggio principale, Vincenzo Muccioli. Forse, questa l’unica sbavatura che si percepisce, cioè una concentrazione quasi esclusiva sul fondatore del progetto e la sua personalità più che sul suo progetto stesso, che comunque, oggi ampliato e modificato in alcuni suoi aspetti, rimane importante e interessante all’interno del panorama sociale.
Ad ogni modo, SanPa oltre che in Italia, è disponibile in tutti gli altri paesi in cui è presente la piattaforma Netflix, quindi si pone anche ad un pubblico internazionale, con un tema prettamente italiano e sarà molto interessante valutare come verrà accolto all’estero.
Punti a favore
- Una fotografia di una specifica Italia degli anni '80
- Un personaggio contraddittorio, ma carismatico e complesso
- Buona alternanza tra documenti storici e ritmo narrativo
Punti a sfavore
- Poca rilevanza a Sanpatrignano come comunità, di ieri e oggi
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