Neon, violenza e lotte di potere. Tutto il cyberpunk degli anni 80 viene riproposto in Huntdown, scopriamolo in questa recensione
Huntdown ripropone l’esperienza tipica dei titoli sviluppati per i cabinati di diversi anni fa. Purtroppo però le cosiddette “operazioni nostalgia” troppo spesso si sono rivelate fallaci. Una mera ripetizione di una formula vecchia in un contesto ormai diverso.
Il titolo di Easy Trigger Games sarà riuscito a rievocare tutto il fascino di un’era lontana, contestualizzata nel panorama videoludico moderno? Scopriamolo insieme in questa recensione di Huntdown. Vi ricordiamo inoltre che il gioco è disponibile ora su PS4, PC (su Epic Game Store), Xbox One e Nintendo Switch al prezzo di 19,99€.
Da Neuromante a Blade Runner
Il gioco riprende tutti gli archetipi classici dell’immaginario cyberpunk, esploso soprattutto negli anni 80. Nel ventunesimo secolo infatti le nazioni sono collassate e la guerra ha distrutto la società come la conosciamo oggi. Le corporazioni hanno il controllo delle città , combattute solo da bande criminali che non hanno alcuna pietà . Nel mezzo ci sono i cacciatori di taglie, ovvero i protagonisti del gioco, incaricati di risolvere i problemi causati dalle gang.
Luci al neon illuminano una città oscura, kanji giapponesi decorano le insegne nelle strade e la tecnologia si è fusa in modo così profondo da cambiare completamente il concetto di umanità ed essere umano. All’interno di questo contesto vive Huntdown, in una continua citazione delle più famose opere di genere. La pixel art esalta questo art design particolarmente azzeccato.
Rievocando uno stile che molti videogiocatori sicuramente apprezzeranno. Il tutto condito da una colonna sonora synthwave che va a completare il comparto artistico per un perfetto compendio della visione cyberpunk dell’epoca.Â
Sostanza oltre la forma – Recensione Huntdown
Il colpo d’occhio è senza dubbio affascinante. È più difficile però il lavoro di ricostruzione del gameplay tipico dei videogiochi di quell’epoca. Huntdown è uno shooter a scorrimento orizzontale in 2D. Sono presenti 3 personaggi selezionabili, i quali si differenziano per l’arma base utilizzata oltre che per l’oggetto da lanciare. Si passa da una piccola mitragliatrice con una cadenza di fuoco molto alta, ma dal danno minimo, fino ad un fucile a colpo singolo dal danno molto elevato.
Le differenze tra i personaggi sono poche, ma danno quel minimo di personalizzazione in più allo stile di gioco scelto. D’altronde in Huntdown le azioni possibili non sono moltissime: si corre, si salta e si spara.
È possibile anche utilizzare un vasto arsenale di armi diverse, ottenibili dai nemici o nascoste nella mappa. Non manca poi una modalità multigiocatore locale, nella quale due giocatori possono affrontare i livelli in co-op.
Un contenuto che punta sulla qualità – Recensione Huntdown
Il gioco è composto da 20 livelli, divisi rispettivamente in 4 aree. Alla fine di ogni livello il giocatore dovrà affrontare un boss, sempre piuttosto vari. Si tratta di una struttura piuttosto semplice, tipica di un classico titolo delle sale giochi dell’epoca, che riesce però ad essere funzionale al prodotto. I livelli infatti non sono mai troppo lunghi, ma riescono a tenere il ritmo sempre alto senza nessuna interruzione.
Nonostante una longevità non elevatissima, riteniamo che la quantità di contenuto sia più che sufficiente, visto anche il prezzo budget alla quale viene proposto il gioco. Longevità che viene aumentata anche dai 4 livelli di difficoltà selezionabili, l’ultimo dei quali è sbloccabile solo completando il gioco una prima volta.
Purtroppo la difficoltà modifica solamente la quantità di colpi che si possono ricevere prima di perdere la partita. Scelta un po’ pigra che va a penalizzare un potenziale non completamente sfruttato.Â
Una svecchiata necessaria – Recensione Hundown
Huntdown però non è una semplice riproposizione di stilemi classici applicati in un contesto costruito per esaltare la nostalgia dei più grandi. Gli sviluppatori infatti sono riusciti a rendere appetibile il gioco per tutti, anche i meno avvezzi al genere, grazie ad una serie di meccaniche ben implementate. Una su tutte la presenza di coperture, il protagonista infatti si può riparare dietro una cassa o un muro per evitare i proiettili.
Inoltre sono presenti anche dei checkpoint all’interno dei livelli, i quali sono gestiti alla perfezione e permettono di eliminare alla base qualsiasi tipo di frustrazione. Essa infatti potrebbe scaturire in qualcuno, vista anche la difficoltà media tarata verso l’alto rispetto alle produzioni moderne.
Un ottimo lavoro fatto in sede di game design però permette di evitare picchi di difficoltà improvvisi che potrebbero rovinare l’esperienza. Infine i caricamenti rapidissimi tra una morte e l’altra vanno a rendere l’approccio agli errori estremamente immediato e piacevole.
Comincia la caccia!
Insomma Huntdown è un prodotto con una forte impronta nostalgica, che riesce a rinnovarsi e ad essere valido anche al giorno d’oggi. Easy Trigger Games trascina lo spirito dei cabinati arcade degli anni 80, riproposto con intelligenza. Nel complesso il gioco è appetibile sia da chi non vede l’ora di ricordare i bei tempi andati, sia da chi è interessato alla scoperta di un mondo videoludico che ormai non esiste più, ma che rivive all’interno di perle come Huntdown.
Non fatevi ingannare dalla grafica in pixel art, perché vi troverete tra le mani un prodotto fresco e che vi donerà qualche ora di divertimento. Magari poi per qualcuno potrà essere un ottimo primo approccio ad un genere ormai considerato di nicchia, portato avanti solo da realtà più piccole ed indipendenti, ma che vale la pena scoprire. Si tratta poi di un immaginario che negli ultimi anni si è un po’ perso, ma che sta tornando sulla cresta dell’onda, sopratutto grazie all’hype generato da titoli come l’attesissimo Cyberpunk 2077.
Questa recensione di Huntdown finisce qui, siete rimasti incuriositi dal titolo di Easy Trigger Games? Fatecelo sapere e continuate a seguirci sulle pagine di tuttoteK per rimanere sempre aggiornati su tutte le novità dal mondo dei videogiochi e non solo!
Punti a favore
- Estetica cyberpunk riuscitissima
- Difficile ed appagante
- Gameplay classico rimodernizzato
- Tanti boss, tutti diversi
Punti a sfavore
- Differenza tra le difficoltà minima
- Personaggi molto simili
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