È stata scoperta una proteina bifronte in grado di interferire con l’accumulo e l’assorbimento di grassi e zuccheri. Dimagrire e curare malattie legate all’insulino-deficienza potrebbe essere molto più semplice in futuro
L’obesità è una delle prime cause di morte nel mondo occidentale. In un mondo pieno di contrasti dove da una parte si muore soffocati dal grasso, mentre dall’altra si muore di fame, ci sono però anche numerosi casi patologici di diabete o altre malattie mateboliche, dovuti al non corretto smaltimento degli zuccheri in circolo.
Il diabete è una malattia che si basa sull’incapacità del corpo del paziente di produrre insulina, l’ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue. Un altro livello di glucosio nel sangue può portare a gravi danni in tutto corpo: il sistema nervoso e circolatorio vengono danneggiati e fanno più fatica a svolgere le loro normali attività; il diabete è la prima causa di cecità al mondo perché danneggia irreversibilmente la retina; anche i reni non lavorano bene con grandi quantità di zucchero nel sangue. Il tutto può portare a gravi conseguenze come ictus, infarti e amputazioni di arti. Il diabete, come altre malattie metaboliche, può essere ereditario oppure sviluppato in forma cronica dalle cattive abitudini alimentari che portano il corpo in sovrappeso.
L’obesità in ogni caso comporta un grande stress per tutti i sistemi e apparati del corpo umano; si tratta quindi di una situazione patologica da curare, dove ce ne fosse necessità per via di disfunzioni metaboliche.
Dimagrire: si potrà farlo con un farmaco?
Molto spesso, navigando la rete, appaiono dei banner pubblicitari che pubblicizzano sedicenti farmaci e sostanza capaci di far dimagrire in tempi rapidissimi e con risultati straordinari. Stavolta però l’annuncio non arriva da un loschissimo sito di redirecting, ma da un gruppo di ricercatori dell’Università americana di Georgetown coordinato da Anton Wellstein. Lo studio pubblicato su Scientific Reports approfondisce le proprietà di una proteina bifronte, fino ad ora associata alle malattie come il diabete di tipo 2 – ovvero quello legato a disfunzioni del pancreas e non all’autoimmunità -, che riesce a far dimagrire i topi da laboratorio.
La proteina miracolosa si chiama BP3 e, mentre si studiavano i suoi ruoli in alcune forme di tumore nei topi, si è scoperto che riesce anche ad accelerare il metabolismo in maniera molto rapida, facendo dimagrire i roditori. Il Professor Wellstein spiega:
Abbiamo scoperto che in poco più di 18 giorni questa proteina è capace di far perdere ai topi obesi un terzo del loro peso.
La proteina BP3 appartiene ad una famiglia di molecole che influenza i fattori di crescita dei fibroblasti, le cellule più numerose del tessuto connettivo (e quindi anche adiposo) che svolgono un importante ruolo nella produzione di materiale extra-cellulare, come il collagene. I fibroblasti possono specializzarsi in adipociti, ovvero le cellule preposte alla sintetizzazione, accumulo e cessione dei lipidi.
La nostra proteina sarebbe in grado stimolare queste cellule per modificare il tessuto connettivo che formano, ad esempio regolando la crescita cellulare; accelerando la riparazione dei tessuti; moderando il meccanismo ormonale che gestisce il metabolismo di zuccheri e grassi. La BP3 è stata trovata non solo nei topi, ma in numerosi essere viventi, uomo compreso.
I test sui topi non sembrano mostrare effetti collaterali, dato che si sfrutta un meccanismo naturale. Grazie alla proteina BP3 è stato possibile ridurre la glicemia. Purtroppo è troppo presto per cantar vittoria: gli stessi ricercatori affermano che un possibile impiego di questa proteina nel trattamento di malattie metaboliche come il diabete è ancora lontano da una realizzazione pratica. Serviranno molti test ancora per accertarsi di poter somministrare la proteina in totale sicurezza.
Noi della sezione scienza nel frattempo vi esortiamo a seguire una dieta equilibrata e a fare attività fisica: la prima linea della battaglia alle sindromi metaboliche passa proprio per questo punto.
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