Vogliamo solo il meglio possibile e non possiamo accontentarci, oppure alle volte dovremmo farlo? OlliOlli 2 e Stories: The Path of Destinies ce lo diranno
Noi videogiocatori siamo costantemente in cerca di grandi momenti. Li cerchiamo in posti diversi e in modi diversi: chi in un’intensa partita online con i propri amici a portata di cuffia, chi in un racconto solitario dove la sfida passa in secondo piano.
Non importa cosa troviamo precisamente alla fine, ma di certo stiamo tutti viaggiando lungo lo stesso sentiero di meraviglia e potenza. Noi videogiocatori siamo da tempo una razza che non si accontenta di mezze misure, di opere che non convincono appieno. Vogliamo il meglio. Vogliamo qualcosa da ricordare.
Noi videogiocatori vogliamo opere a cui dare tutto noi stessi fino all’ultimo briciolo. Non possiamo concederci a un’opera blanda e mediocre.
Desideriamo qualcosa come: OlliOlli 2: Welcome to Olliwood.
OlliOlli 2, il miglior trick di sempre
OlliOlli 2 grinda verso gli store l’11 agosto 2015, a opera di Roll7 (che saranno poi anche gli sviluppatori di Not a hero). Stiamo parlando di un platform 2D a tema skateboarding. Controllando uno skater dovremo completare ogni livello senza cadute e senza interruzioni, muovendoci da sinistra verso destra.
Il personaggio si muoverà, dopo il via dato dal giocatore, in maniera automatica e il nostro compito sarà quello di mantenerlo in piedi e alla giusta velocità. Dovremo eseguire dei salti per evitare gli ostacoli lungo il cammino e sfruttare corrimano e superfici varie per scivolare lungo il percorso. I livelli diverranno ben presto dei saliscendi intricati e dovremo gestire con grande tempismo ogni movimento. Grindare, atterrare, eseguire un manual (ovvero atterrare su due sole ruote): tutto viene giudicato dal gioco a seconda della precisione del giocatore. Inoltre, fintanto che eseguiremo le varie mosse in un unico movimento fluido, il moltiplicatore combo aumenterà e con lui il nostro punteggio.
OlliOlli 2, tutto quello che puoi fare con uno skate
Non è sufficiente completare il livello, anzi: sebbene ad ogni primo avvio il nostro obbiettivo dovrà principalmente essere quello di arrivare fino alla fine senza rovinose cadute, subito dopo dovremo occuparci delle missioni assegnateci dal gioco. Riuscire a fare una combo abbastanza lunga, ottenere un punteggio totale elevato, grindare su specifiche superfici, raccogliere oggetti lungo il percorso: saranno alcune delle attività in cui saremo coinvolti.
Ovviamente non possono mancare i trick: le iconiche mosse dello skate vengono eseguire attraverso combinazioni di tasti, sempre legate allo stick sinistro che andrà ruotato in direzioni e angolazioni differenti per eseguire specifici movimenti. Trick complicati varranno più punti, ma richiederanno anche più tempo e dovranno quindi essere eseguiti dopo i salti più lunghi e alti a disposizione.
OlliOlli 2 presenta cinquanta livelli, per un totale di 250 sfide, oltre a varie modalità extra quali la RAD che richiede di completare ogni livello con tutti i movimenti “Perfetti” (ovvero il punteggio massimo), pena il game over istantaneo, o la modalità coop che permette a quattro amici di gareggiare assieme.
Il gusto della sfida
OlliOlli 2 è un gioco difficile. Non bisogna nasconderlo. Fin dai primi livelli si cadrà a terrà più e più volte. Completare al cento per cento questo videogame sarà un’esperienza intensa che richiederà tutto il vostro impegno, ma vi restituirà una soddisfazione senza eguali. Eseguire quel complicatissimo trick, inanellare manual e grind a velocità altissime e vedere il moltiplicatore combo aumentare a dismisura, rendersi conto di quanto si è migliorati provando a rigiocare i primi livelli che inizialmente ci avevano fatto tanto penare e che ora paiono solo dei parchetti da skate per bambini. Ogni ora e ogni goccia di sudore sarà importantissima per voi. Avete donato tutto a questo gioco e lui vi ha ricompensati con emozioni e ricordi che non spariranno più. Dopo mesi e mesi ancora percepirete il gusto intenso di OlliOlli 2 come se non aveste mai lasciato il controller.
Dopotutto, noi videogiocatori siamo costantemente in cerca di grandi momenti.
Oppure no?
Stories: The Path of Destinies, cos’è?
Stories: The Path of Destinies si scrive in tutte le sue forme il 12 aprile 2016 ad opera di Spearhead Games. Si tratta di un action rpg con visuale isometrica ambientato in un mondo da favola pieno di animali antropomorfi. Interpreteremo Reynardo, una volpe pirata che solca i cieli di un arcipelago di isole fluttuanti. Reynardo si ritroverà in possesso, suo malgrado, di un libro magico e finirà coinvolto in una guerra tra la resistenza e l’imperatore folle che vuole distruggere il mondo intero.
Il gioco ci pone di fronte, di capitolo in capitolo, ad una serie di scelte che andranno a modificare la storia di Reynardo e di tutti i comprimari che si muoveranno attorno a lui. Alla fine, ovvero dopo due o tre ore, raggiungeremo il finale definito dalle nostre azioni (uno dei ventiquattro disponibili). Tale finale rientrerà in una di quattro categorie e sbloccherà una verità, ovvero una conoscenza segreta: ottenendo tutte e quattro le verità, associate alle quattro categorie, potremo accedere al vero finale dell’opera.
Dovremo quindi ripercorrere il gioco dall’inizio alla fine più volte: sebbene le differenti scelte ci portino in luoghi diversi, ben presto dovremo ripetere l’esplorazione di aree già visitate. Tali aree consistono in percorsi chiusi e lineari, tranne brevi deviazioni per ottenere tesori nascosti, in cui ci ritroveremo a combattere contro nemici via via più forti e numerosi. Reynardo ha a disposizione delle spade, da creare e potenziare, con diversi effetti, quali il ghiaccio per congelare i nemici o il fuoco per aumentare i danni. Attraverso combo e uccisioni, otterremo esperienza e potremo acquistare abilità varie per diventare più potenti.
Stories: The Path of Destinies, meh…
Stories non eccelle in nulla, va detto subito. A livello grafico, lo stile è carino ma tecnicamente non è nulla di particolare. La storia (o le storie, volendo) ha un sapore da favola ironica che fa sorridere il giusto, ma dopo poche partite avremo visto tutto ciò che ha da offrire e completare tutti i finali risulterà solo un’impresa meccanica, in cui non avremo grande interesse per gli avvenimenti in corso. Il sistema di combattimento funziona, ma non ci saranno mai bossfight o situazioni realmente galvanizzanti: dopo poche ore avremo affrontato ogni tipologia di nemico e i potenziamenti serviranno solo a rendere più veloce l’avanzamento in quell’area che staremo rivisitando per la decima volta.
Molti, probabilmente, lo abbandonerebbero dopo aver visto il vero finale, ovvero dopo sei o sette ore di gioco al massimo, senza preoccuparsi di sviscerarne ogni anfratto. Io non l’ho fatto, perché?
Il gusto della mediocrità
Io, come videogiocatore, sono costantemente in cerca di grandi momenti. Situazioni di gioco che mi chiedano molto (fisicamente o emotivamente) e che mi donino di rimando ancora di più. C’è una verità di fondo, però: tutto questo è sfibrante. Bellissimo, sì, ma faticoso.
Stories rappresenta, per me, il videogame che non ti chiede nulla. La bellezza della mediocrità consiste nel non dover fare alcuna fatica. Prendi il controller, fai un po’ di cose, ne vedi altre, non te ne preoccupi troppo. Non solo il livello di difficoltà non è elevato, ma semplicemente sei poco interessato a quello che stai facendo. Il lato positivo della mediocrità, inoltre, è che non si tratta di bassa qualità, quindi non ci sono veri e propri difetti che rovinano l’esperienza.
Ne esci pulito, quasi rinvigorito, pronto per buttarti in qualcosa di più grande. Quindi io ringrazio Stories, perché è un gioco mediocre nella sua accezione più positiva possibile: nulla di veramente bello, ma nulla di veramente brutto. Mi ricorderò sempre di Reynardo, la volpe pirata che era la migliore a non eccellere in nulla.
E voi, cosa ne pensate? Vi è mai capitato di voler giocare a qualcosa che sapete già non vi colpirà ma proprio per questo rimarrà nei vostri ricordi? Ditecelo nei commenti!
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