“Le situazioni di Lui e Lei” è un anime che arriva dal genio creativo di Hideaki Anno e, come nel grande capolavoro che è stato Evangelion, anche in questo caso si tenta di indagare all’interno dei personaggi e soprattutto all’interno delle relazioni tra i vari personaggi che possiamo trasporre anche nella vita reale
Già quando abbiamo parlato di Ano Hana e La Forma della Voce avevamo messo in risalto il fatto che molti prodotti d’animazione di origine giapponese vanno a raccontare storie di adolescenti, studenti delle medie o superiori, che affrontano le problematiche del crescere e del diventare adulti. In questo caso tutta la narrazione fa perno sulla relazione tra due ragazzi, Arima (lui) e Miyazawa (lei), ma non aspettatevi un classico romanzetto rosa alla “Piccoli problemi di Cuore”. In realtà qui si tratta più che altro di mettere a nudo due persone, due anime e ovviamente quale sentimento può far sì che ci spogliamo – in tutti i sensi – di tutto il superfluo se non l’amore?
Le situazioni di Lui e Lei: lo stile inconfondibile di Hideaki Anno
Se siete dei grandi appassionati di anime, avrei potuto anche non dirvi che si trattava di un prodotto di Hideaki Anno, ma dopo pochi episodi vi sareste comunque accorti di tutti quei particolari che caratterizzano il suo stile di animazione. Innanzitutto nei cambi di ambientazione trovate sempre il solito semaforo ferroviario con annesso fischio del treno distorto dall’effetto doppler. E chiaramente vi chiedete, ma perché perdere tempo ad animare un semaforo? Perché mettere quella luce rossa (per lo più), verde e gialla in mezzo a due scene? Il simbolismo del semaforo ferroviario è presente anche in Evangelion e in altri anime. Il semaforo è metafora di interruzione, di separazione, di svolta. Non è mai usato a caso. Il semaforo da quella sensazione di cambiamento che non è strettamente necessaria, ma amplifica lo stacco tra le due scene nel montaggio. Non è un semplice taglia e stacca tra due sequenze, è un semaforo: il tocco di classe di un grande regista per avvertire lo spettatore del rovesciamento di contesto.
L‘immancabile violoncello nella colonna sonora – durante tutta la visione dell’anime mi sono immaginato il buon Shinji Hikari che suonava seduto in una stanza vuota. A dire il vero non capisco perché la musica venga trascurato come mezzo comunicativo nel mondo dell’animazione, molto spesso si trovano sempre le solite litanie. La colonna sonora è appunto una delle “colonne” portanti dell’emozionalità di un prodotto cinematografico. Usare uno strumento poco convenzionale come il violoncello è prova di grande attenzione nei confronti della colonna sonora. Anche qui nulla è lasciato al caso: il violoncello entra in azione durante i flussi di coscienza o le epifanie, sottolinea il nostro ingresso in un luogo parallelo a quello della storia. Se state guardando un lavoro di Hideaki Anno e sentite un violoncello vi conviene aprire il cuore e preparavi ad una discesa nelle profondità dell’animo umano – se invece non avete un cuore, mi dispiace, saranno cinque minuti di tortura per voi.
Esempio in animazione sperimentale realizzato dal regista Hideaki Anno
Strettamente correlati alla colonna sonora cui vanno pari passo, sono i flussi di coscienza e i lunghi monologhi interiori. La tecnica preferita del regista giapponese per indagare all’interno della psiche umana. Ora non sembra esserci nulla di eclatante: questa è una tecnica vecchia come il mondo, inventata dalla cricca dei grandi scrittori del XX secolo tra cui James Joyce, Marcel Proust, Robert Musil che sotto l’influenza delle scoperte di Freud sulla psiche umana cominciarono ad esplorarla nei loro romanzi. Naturalmente anche il cinema, soprattutto quello d’autore, ha trasposto su pellicola l’introspezione psicologica. Allora perché ci tengo a sottolineare questo aspetto? Trovo che davvero pochi artisti e registi nella storia siano riusciti a padroneggiare il flusso di coscienza e il monologo interiore come Hideaki Anno nei suoi lavori. Il motivo sta nella sua grande capacità di riuscire ad esplorare tutti i personaggi, non solo ai protagonisti, ma anche quelli secondari: personaggi che appaiono solo in poche scene alla fine si rivelano complessi e unici. Entrare nella testa di un personaggio richiede uno sforzo non indifferente e una buona dose di un particolare talento chiamato empatia: il personaggio va caratterizzato alla perfezione, la sua psiche va creata e deve essere diversa da tutte le altre; ogni personaggio deve avere la sua psicologia, come ogni essere umano. Bisogna quindi essere in grado di capire a fondo tutti gli esseri umani, non solo quelli che più si avvicinano alla nostra personale visione. Un’altra grande personalità artistica aveva una capacità simile di creare ed entrare nei suoi personaggi, mostrando la grande ecletticità della natura umana, ed è conosciuta con il nome di Lev Tolstoj.
In questo caso l’animazione è stata resa molto simile allo stile di un manga
Ci sono altri piccoli dettagli che potete divertirvi a scovare nello stile di questo grande animatore e regista. Ma se davvero dovessi descrivere Hideaki Anno con una sua peculiarità stilistica direi assolutamente la sperimentazione non convenzionale nell’animazione statica. Questo termine, che (modestamente) ho appositamente coniato pochi secondi fa, indica semplicemente l’uso di scene o addirittura interi episodi, realizzati con tecniche di animazione e regia totalmente incoerenti con qualsiasi stereotipo del mondo degli anime. Abbiamo scene riprese dalla realtà che si mischiano a scene animate, personaggi stilizzati, marionette di carta, scene disegnate con lo stile di un manga… ve li ricordate gli ultimi due episodi di Evangelion no? Sommersi dalla critica dei fan che arrivarono addirittura ad ipotizzare uno sforamento imprevisto del budget – e se anche così fosse, Hideaki Anno non poteva trovare un modo migliore per risolvere il problema – perché realizzati con tanti spezzoni tratti da altri episodi, scene molto stilizzate oppure molto statiche. I gusti son gusti, ma io non posso far altro che spezzare una lancia in favore dello sperimentalismo di Hideaki Anno, anche perché non si tratta di qualcosa di sterile o di materiale puramente filler (anche se può sembrare così). Questi montaggi strani, questi lunghi monologhi, queste tecniche di animazioni non convenzionali provocano un senso di alienazione dal resto degli episodi dell’anime, gli danno un nuovo aspetto, mettono in pausa la frenesia della trama e consentono di concentrarsi su altri aspetti, come l’introspezione dei personaggi e per riflesso di noi stessi.
Comunque nell’opera non mancano gli elementi classici del racconto rosa, come in Evangelion non mancano i momenti di alta tensione e azione, tuttavia c’è anche questo qualcosa in più che va oltre. Non è così scontato saper mescolare ed inserire all’interno di un anime entrambi questi aspetti, mantenendo comunque l’integrità dell’opera. In definitiva guardando “Le situazioni di Lui e Lei” o qualsiasi altro prodotto di Hideaki Anno, preparatevi a riflettere su quello che vedete sullo schermo. Lo scopo del regista sarà quello di mettere a nudo alcuni degli aspetti più reconditi dell’esistenza umana, è ovvio che vi sentiate a disagio e che facciate fatica a seguirlo. Ma non demordete, ne vale la pena.
L’introspezione dei personaggi è il cavallo da battaglia di Hideaki Anno
Le situazioni di Lui e Lei: Miyazawa, la maschera dell’apparire
Dopo questo lungo – ma necessario – svarione che ha celebrato Hideaki Anno, torniamo a parlare dell’anime in sé. Yukino Miyazawa è il primo soggetto che incontrerete nella storia. Non perdo tempo a descrivere la sua persona, tanto abbiamo capito che il regista è abbastanza bravo a farlo da solo e poi non voglio togliervi la possibilità di approfondirlo da voi perché scoprire i personaggi è uno dei piaceri della visione de “Le situazioni di Lui e Lei”.
Vorrei piuttosto portare all’attenzione uno dei temi centrali dell’opera, che con grande abilità viene proposto in diverse declinazioni attraverso i vari protagonisti degli episodi. La maschera rappresenta una serie di comportamenti, regole e limitazioni che noi stessi ci imponiamo per vivere in società con gli altri. Inutile è tentare di fuggire, tutti noi facciamo uso di questo stratagemma per adattare la nostra personalità alle diverse situazioni della vita. Pensiamo ad esempio a come ci comportiamo in presenza di una persona autoritaria come il nostro capo o un professore e confrontiamolo con il nostro comportamento quando stiamo in compagnia di amici e familiari. Sembra una cosa scontata vista da questo punto di vista, ma il meccanismo psicologico è molto più profondo e radicato di quanto sembri e può influenzare pesantemente la nostra vita interiore ed esteriore.
Le due personalità di Yukino Miyazawa
Il motivo che spinge Miyazawa ad indossare una maschera sembra essere banale: la vanità, parola che appare più volte nel corso dello svolgimento dell’anime. Dell’enciclopedia Treccani estrapoliamo la definizione:
[…] vuotezza interiore; ostentazione di un’alta opinione di sé stessi, dei propri meriti, delle proprie doti fisiche.
Non so se tratti di un refuso di traduzione o se effettivamente non esista una parola che riassuma meglio la condizione di Yukino Miyazawa ne “Le situazioni di Lui e Lei”, tuttavia non è una definizione esaustiva perché vanità non è che la conseguenza estrinseca di un costrutto psicologico più profondo ed insinuato in ogni essere umano: la necessità di essere apprezzati dagli altri. Come Shinji Hikari vuole essere apprezzato da suo padre, Miyazawa cerca l’approvazione delle altre persone. Per essere approvati dalla società non possiamo comportarci secondo i nostri istinti, ma dobbiamo imporci di seguire le regole imposte dalla stessa, nel caso di uno studente giapponese negli anni ’90: prendere voti alti in tutte le materie, partecipare attivamente alle attività extra-scolastiche, essere sempre gentili ed educati in ogni situazione. Ma questo non è un essere umano. Che ci piaccia o meno le persone si arrabbiano, sono scortesi, scorreggiano e sono pigre.
Nascondere questi ed altri aspetti della nostra personalità equivale ad indossare una maschera. Per essere apprezzati da tutti, dobbiamo apparire come la persona che tutti vorrebbero essere. Nella società di oggi ad esempio la figura dell’ostentatore di ricchezza. Ma non fa alcuna differenza: prendiamo una bella mascherina costruita in base alle regole che sappiamo vigere in società e la indossiamo.
Essere apprezzati da tutti è un problema molto sentito anche nella società contemporanea, forse anche più di prima
Le situazioni di Lui e Lei: Arima, la maschera della paura del passato
Soichiro Arima potremo definirlo il coprotagonista di questo anime, in quanto gioca un ruolo meno fondamentale rispetto a Miyazawa. Arima indossa anche lui una maschera, del tutto simile a quella che indossa Miyazawa; dopotutto i due vivono nella stessa società ed è quindi naturale che cerchino l’approvazione degli altri nella stessa maniera. Il motivo che lo spinge ad indossare la maschera non è puro edonismo in questo caso. L’approvazione degli altri gli è necessaria come prova della sua estraneità ad un passato doloroso. Arima quindi ha costruito la sua maschera per dare forma non alla persona che è, ma ad una persona migliore di tutte le altre. Questo è un po’ il problema che viene affrontato in “Una poltrona per due”: un uomo è predestinato a diventare un certo tipo di persona oppure ha una certa libertà di scelta? Arima sceglie di essere apprezzato da tutti per annullare il suo passato, ma non potrà mai riuscirci. I traumi dovuti al dolore e la paura di essere abbandonato di nuovo faranno parte per sempre della sua persona, anche indossando la maschera.
Arima è solo in apparenza tranquillo e rilassato…
Il problema di indossare una maschera non è solo una mancanza di rispetto nei confronti degli altri, ma riguarda anche noi stessi. Per fuggire dal dolore, per proteggersi dagli altri, Arima usa la sua maschera che allontana il suo vero io dal resto della società; questi sentimenti sono così radicati che nemmeno i suoi genitori hanno il permesso di entrare sotto la maschera. E relegare il proprio io dietro una maschera significa impedirsi di sviluppare delle emozioni vere verso gli altri. Le maschere sono pezzi di plastica e non possono amare. Certo questo ci protegge: chi non ha legami non può essere tradito. Ma a quale prezzo? La totale solitudine. Immaginate una grande casa dall’aspetto ricco e sfarzoso, ma vuota. Questo è Soichiro Arima – e infatti dove vive? Una casa vuota senza persone che vi abitano è incompleta, inutile. Così è l’essere umano privato di relazioni sociali. L’uso morboso delle maschere porta a svuotare l’anima. Che ce ne facciamo solo di un corpo vuoto che non fa altro che invecchiare di giorno in giorno? Non lasciate soffocare la vostra anima sotto le maschere.
… in realtà è scosso da una grande lacerazione interiore che lo spinge ad indossare una maschera
Le situazioni di Lui e Lei: la caduta delle maschere
Che cosa succede quando una particolare situazione rende necessario rimuovere le maschere? Ne “Le situazioni di Lui e Lei” vengono presentate due delle più comuni situazioni che costringono le persone a rimuovere le loro maschere. La prima è molto banale: si viene scoperti senza maschera. Ben più difficile è il caso in cui la maschera non venga mai rimossa – o solo in rari momenti di debolezza. L’unica cosa che può fare breccia in questo caso è il bisogno di amare e di essere amati. È soprattutto la necessità di amare un’altra persona che ci spinge a rimuovere le maschere perché il sentimento necessita contatto diretto tra le persone; è la sicurezza dell’amore di un’altra persona che ci spinge a rivelare il nostro vero io.
Quando per molto tempo si indossa una maschera, arrivato il momento di rimuoverla inizia una battaglia contro noi stessi: chi è la nostra vera personalità, quella creata con le maschere o quella recondita del nostro io represso? In pratica si tratta di scegliere tra apparenza e sentimento, tra sicurezza e precarietà, tra vacuità e frenesia. Naturalmente la strada migliore è sempre quella che sta nel mezzo: davanti al vostro capo vi conviene continuare ad indossare la maschera, il sabato sera anche no. Miyazawa e Arima decidono di continuare a studiare con impegno, pur lasciandosi andare di tanto in tanto com’è giusto che sia – vero papà Miyazawa?
Miyazawa fa cadere la maschera di Arima
Le situazioni di Lui e Lei: lo scontro con la vastità del mondo e la comfort zone
I protagonisti di questo anime sono tutti adolescenti di prima superiore. Essi stanno quindi affrontando un cambiamento importante delle loro vite: il passaggio dalla realtà delle medie, che è più piccola e infantile, a quella di un istituto superiore con migliaia di studenti, che è un mondo molto più vasto. Sorge quindi il problema di adattarsi al nuovo ambiente. Durante le scuole medie già si formano nei ragazzi alcuni tratti dominanti del carattere che li portano a investire un ruolo particolare nella piccola società scolastica. Mantenere questo ruolo non è sempre possibile quando invece si approda in una realtà più vasta, dove confluiscono persone con tanti talenti diversi. Molti si possono trovare spaesati dopo aver perso quello che credevano essere il loro posto nel mondo. Non è una bella sensazione: perdita di fiducia in noi stessi, smarrimento dei proprio obiettivi e perdita di interesse verso la vita in generale. Ci si sente costantemente al posto sbagliato. L’unica soluzione è reagire e cambiare, anche se non tutti hanno la forza per farlo.
Questa situazione esistenziale è onnipresente nei ragazzi giovani perché essi si trovano a cambiare nel giro di pochi anni, passando dalle scuole elementari all’università, il contesto sociale in cui vivono. Anche da adulti, seppur con meno frequenza, capita di entrare in delle realtà diverse e più vaste ad esempio quando si cambia lavoro o città. Il problema che nasce è sempre lo stesso: adattarsi alla nuova realtà che non è altro che uno stimolo a crescere. Finché siamo giovani si tratta di una crescita vera e propria che contribuisce a formare la nostra persona e il suo ruolo nel mondo. Invecchiando poi siamo sempre meno propensi alle novità e ai cambiamenti, anche se non si dovrebbe mai smettere di imparare. Entrare in una realtà più vasta funge da siero anti-pigrizia e rinnova il nostro desiderio di metterci in gioco, di cambiare. Come si suol dire “il bisogno aguzza l’ingegno”.
Purtroppo, sia da adulti che da giovani, ci piacerebbe che mantenere la nostra condizione statica per l’eternità, invece non è possibile. Il cambiamento fa parte di tutte le cose, in primis della vita. La cosiddetta “confort zone“, termine che si è molto diffuso negli ultimi mesi esprime proprio questo concetto: la volontà di mantenere statica la propria situazione esistenziale per paura dello scontro con un mondo più vasto o semplicemente diverso. In pratica la vita tenta di trascinarci inesorabilmente fuori dalla nostra confort zone e noi per ripicca tentiamo di costruirne un’altra. Ma ci si può davvero stupire di quante nuove possibilità sia in grado di offrire la vastità della realtà.
Scontrarsi con un realtà più grande implica uscire dalla propria comfort zone. Può essere una cosa positiva o negativa. Ma è pur sempre meglio di non far nulla
Le situazioni di Lui e Lei: l’amore dopo l’amore
Molto spesso nella cinematografia e negli anime viene raccontata la fase del corteggiamento, quella più bella affascinante in cui ci si rincorre a vicenda, in cui la passione cresce piano piano solleticando la libido; quando ancora il pudore cela il sentimento e ci si diverte a scoprirlo piano piano. Questa fase nell’anima in questione dura un paio di episodi o poco più, tutta la trama è incentrata sulla maturazione del rapporto, sicuramente la parte più difficile da narrare e anche da vivere in prima persona.
L’amore dopo l’amore è la parte più complicata della relazione. Quando una persona entra a contatto così intimo con noi, essa stravolgerà l’equilibrio della nostra vita. All’inizio è un po’ difficile rendersene conto perché siamo un po’ intontiti dalle pulsioni naturali, ma prima o poi dobbiamo scontrarci con la realtà dei fatti: non siamo più soli, abbiamo bisogno di un’altra persona e contemporaneamente dobbiamo continuare con la vita normale di tutti i giorni. Non essere più soli non è una cosa banalmente semplice e positiva. L’essere umano (e molti animali come lui) è naturalmente votato all’egoismo volto alla sua autoconservazione. Permettere all’amore di impossessarsi del nostro corpo significa reprimere questo naturale istinto. Questa è la causa prima di tutti i contrasti tra gli amanti.
Una delle ultime scene dell’anime, più aperto di così?
Nell’anime vengono presentate diverse situazioni della fase dell’amore dopo l’amore: la mancanza di tempo, la gelosia, le battaglie personali… Tuttavia è in quel finale aperto come una caramella alla menta Fisherman che si concentra il fulcro dell’amore dopo l’amore: staremo davvero insieme per sempre? E soprattutto perché staremo insieme per sempre o non lo faremo? Quando corteggiamo o veniamo corteggiati pensiamo di conoscere la risposta e invece, dopo qualche giorno o qualche mese, il dubbio affiora. Vi chiederete per quanto tempo avrò intenzione di girare attorno al concetto. “Dicci questa maledetta formula magica per risolvere il problema e che sia finita”!
Ve l’avrei già detta se esistesse, senza giri di parole. Non c’è una teoria del tutto sull’amore. Ricordate che quando vi innamorate, state mettendo in discussione voi stessi: dovrete mettere da parte le maschere, affrontare una realtà diversa e abbandonare la vostra naturale condizione di egoistica solitudine. E discuterete fino alla fine dei vostri giorni perché è davvero impossibile arrivare ad essere completamente in armonia con un’altra persona e il mondo esterno. Possiamo solo sperare di avvicinarci il più possibile.
L’inevitabile scontro interiore delle’amore dopo l’amore
Le situazioni di Lui e Lei, conclusioni: un buon inizio per l’animazione introspettiva
Avrete notato che spesso ho fatto riferimento ad Evangelion – il grande capolavoro di Hideaki Anno – in questo pezzo e non a caso. Oltre che sottolineare le peculiarità dello stile del regista, il confronto andava fatto perché Evangelion è un’anime estremamente complesso, con tanti personaggi problematici, ambigui ed fa un uso sprezzante di psicologia, filosofia e riferimenti religiosi. È quindi normale che dopo il quindicesimo episodio vi venga il mal di testa e vogliate virare su un programma della D’Urso per spegnere il vostro cervello.
“Le situazioni di Lui e Lei” presenta delle tematiche simili a quelle viste in “Neon Genesis Evangelion”, ma tutti i trip mentali sono fortemente edulcorati con buone dosi di ironia e il classico sentimentalismo rosa. Non si raggiunge chiaramente la profondità dell’anime mecha del 1995, ma è comunque un buon punto di partenza per chi vuole buttarsi nel mondo degli anime psicologici e filosofici, con lo stile inconfondibile di Hideaki Anno. Non si tratta in ogni caso un prodotto d’animazione ad alta tensione, ma un viaggio all’interno della relazione e delle problematiche di due ragazzi delle superiori. Anche se l’avete visto da giovini, vi consiglio di rivederlo perché ha molto da dire anche sulla vita dei ragazzi un po’ più cresciutelli.
La serie completa è disponibile in streaming legale e gratuito con doppiaggio in italiano sulla piattaforma online VVVVID. Spero di non avervi annoiato tentanto di mettere in luce gli aspetti più interessanti di questo anime, che comunque ha molto altro da offrire. Continuate a seguirci nella nostra sezione film e serie TV per tante news ed approfondimenti dal mondo della settima arte!
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