Prima che il sipario cali su Nintendo Switch, il gran finale va a Princess Peach Showtime: ecco che ne pensiamo nella nostra anteprima
Come abbiamo detto poco fa, Nintendo ha rilasciato una demo per Princess Peach Showtime: nel breve lasso di tempo tra la notizia ed ora sono avvenute due cose, la prima delle quali è la stesura dell’anteprima che avete di fronte. Dopo un reveal nel Nintendo Direct dello scorso giugno e il passaggio all’anagrafe nella presentazione di settembre, il titolo ha fatto parlare abbastanza di sé, seppur in sordina. Sia in occasione di Super Mario Bros. Wonder che per Super Mario RPG, abbiamo avuto modo di alludere all’ormai innegabile “viale del tramonto” di Nintendo Switch.
È quasi poetico, dunque, che forse in riferimento all’omonimo film sia proprio la monarca a regnare sul palcoscenico. Non in riferimento al fatto che la console abbia ancora molto da dire e da dare, no; quello, publisher e sviluppatori volenterosi permettendo, resta comunque sottinteso. Piuttosto, la scena è dominata dalle idee di gameplay messe in mostra per fare (anche) leva sull’interpretazione cinematografica del personaggio, come antitesi dei poteri “umorali” (e, col senno di poi, accidentalmente sessisti) di Super Princess Peach su Nintendo DS. L’altra cosa avvenuta tra la notizia e questo articolo? L’uscita del trailer in italiano, ovvio!
C’era una stolta, che ora è tosta | Anteprima Princess Peach Showtime
La trama di Princess Peach Showtime, per quel poco che abbiamo avuto modo di carpire nel corso della demo analizzata in fase di anteprima, vede la nostra eroina ricevere un depliant per il Teatro Splendente al di fuori del suo castello. È implicato che il tutto avvenga in occasione di una siesta da parte di Mario, perché l’eroe in questo caso è fuori dai giochi (scusate). Scortata dai Toad, ben presto la donzella si ritrova separata da loro (e dalla sua iconica tiara) non appena il teatro e i suoi placidi spettatori (Teatrì e Splendì) si ritrovano ostaggi involontari di Uva Spina e della Compagnia dei Mosti da lei capitanata.
In fatto di antagonisti e atmosfera, e per un puro caso scorrelato dalle tinte rosa, l’avventura sembra già da ora attingere più dall’immaginario di HAL Laboratory per la serie Kirby rispetto al resto della tradizionale oeuvre mariesca. Tralasciando questo aspetto e la roulette di gameplay che a breve sonderemo, l’altra domanda che ci viene da porci è: con un ruolo quasi da fanalino di coda nel ciclo vitale della console, riuscirà la damigella a riaffermarsi come icona di girl power in una sfera videoludica fresca di reintroduzione a Lara Croft mediante Tomb Raider I-III Remastered? Vediamo insieme i due scenari proposti dalla versione di prova.
Bebe Vio-lenta | Anteprima Princess Peach Showtime
Parliamo brevemente del gameplay in toto. Stella, la comprimaria principale nel corso della storia, sostituisce con un fiocco la coroncina di Peach. Con esso è possibile sferrare un attacco di base con effetti contestuali. Se da una parte il cosiddetto “Splendore” consente di abbattere ostacoli e deboli nemici, dall’altra il suo utilizzo fa rifiorire alberi di cartone, nutre il grano, infonde positività ai Teatrì e, possiamo solo supporre, molto altro ancora. L’altra azione base di Peach consiste in un salto che, Super Mario Bros. Wonder a parte, è ben lontano dall’agilità aerea del buon baffone.
Subentrano però ben presto le trasformazioni, legate al loro scenario di appartenenza. La prima, nonché quella maggiormente d’impatto per chi ama l’azione, è Peach Spadaccina. Inizialmente credevamo che l’introduzione delle abilità comportate dalla schermidora si limitassero al mero hack ‘n’ slash, abusando del tasto B per fare a brandelli rovi e malcapitati nemici. Tuttavia, a coglierci alla sprovvista è stata l’inclusione di schivate all’ultimo momento in stile Bayonetta con A o, per fare l’inevitabile confronto per constatarne l’influenza colossale, dei parry simili a quelli di Dark Souls con B. La maggiore sorpresa, poi, è stata lo scontro con un boss che esige i parry per sconfiggerlo!
Cotto e frullato | Anteprima Princess Peach Showtime
Non avremmo riesumato il ricordo dell’Emozioscettro di Super Princess Peach se non fosse stato per l’altro scenario, in cui la principessa deve fare della cucina il suo reame. A prescindere dalle implicazioni, il pretesto di gameplay di Peach Pasticciera riesce nell’intento di cui Nintendo (almeno lei) ha fatto una priorità: divertire. Il tutto infatti si traduce come un’alternanza di minigiochi: il primo che abbiamo avuto modo di provare ci ha, e aggiungeremmo piacevolmente, ricordato la creazione del kart nel film Ralph Spaccatutto. In un breve lasso di tempo occorre infatti mescolare l’impasto nelle scodelle per sfornare quanti più biscotti possibile, introducendoci all’idea di perdere per strada alcune delle dieci gemme di Splendore collezionabili in ogni livello.
Pretesti di rigiocabilità a parte, l’altro minigioco è quello che ha accompagnato la trasformazione nel corso del secondo trailer. In questo caso ci viene chiesto di glassare e farcire alcune torte, sempre con un timer a mettere un minimo di pressione. La complessità artistica delle composizioni aumenta gradualmente, portando con sé un tasso di sfida che lascia presagire un gameplay mai realmente vincolato alla premessa “action” spesso sfoggiata durante il marketing. E sebbene Peach non sia solo un veicolo per tante idee di game design, il connubio non ci è affatto dispiaciuto.
Altre considerazioni
In fase di anteprima, il comparto artistico di Princess Peach Showtime si è rivelato più claudicante del previsto, dove con “previsto” ci riferiamo agli standard fuori parametro del Colosso di Kyoto. Probabilmente, però, l’andatura zoppicante del framerate è da imputare alla possibile frammentazione della nostra MicroSD, tale può essere il viavai dei titoli recensiti. D’altro canto, la cura certosina in alcuni dettagli è l’ennesima riconferma dell’artigianato dietro lo stampo autoriale della Grande N, dalle animazioni in corsa con cui Peach si regge il vestito ai brevi dialoghi testuali con cui i nemici ci ricordano i tempi migliori di Rocksteady Studios.
Purtroppo il sonoro, o almeno gli stralci che ne abbiamo potuto ascoltare nella demo, è penalizzato dall’occasionale ripetitività nella colonna sonora. Ci hanno piuttosto sorpreso le clip audio della protagonista, più tendenti al contralto rispetto ai soliti acuti. In linea di massima, la metafora di Peach Pasticciera ci è congeniale nel reiterare quanto detto finora: sebbene piacevole, questo è stato un assaggio. Potremmo persino vedere un omaggio a Super Mario Bros. 3 nell’avventura completa, vista l’ambientazione teatrale di entrambi i giochi. Ma prima di una recensione, certe cose non le sapremo mai. Appuntamento, in tal senso, al day one: 21 marzo!
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