Il potere di scegliere esiste davvero nei videogiochi? O è semplice illusione? Scopriamolo insieme!
Chi legge i miei articoli ha imparato che non faccio distinzioni, gioco a qualsiasi tipo di videogioco e questo mi permette di avere una visione completa del panorama videoludico. Oggi insieme a voi vorrei analizzare una parte di questo vastissimo mondo costellato di sfaccettature, nel dettaglio voglio prendere e sviscerare le reali possibilità di scelta che abbiamo quando videogiochiamo.
Titoli come The Last of Us, oppure Uncharted sono spesso aspramente criticati perché “story oriented“, fanno della loro trama di gioco il punto focale dell’esperienza, non facendoci mai davvero prendere una decisione che potrebbe modificare gli eventi o il mondo di gioco. Si corre su binari prestabiliti, ci viene raccontata una storia che grazie al potere dell’interattività prende forma nei nostri pensieri e offre un’immedesimazione totale ma sempre vincolata alle scelte fatte dagli sceneggiatori e dagli sviluppatori del titolo. Questo può piacere o meno e per fortuna possiamo scegliere a cosa giocare e a cosa no.
Altri generi, come ad esempio i giochi di ruolo, ci offrono la possibilità di effettuare scelte nei dialoghi o difronte a determinati eventi. Scelte che molte volte modificano il mondo di gioco o il finale della trama. ma è davvero cosi?
Le scelte portano sempre ad una conclusione già scritta
Con l’evoluzione del mondo dei videogiochi e di conseguenza con l’avvento di macchine sempre più performanti, siamo arrivati a disporre di una potenza di calcolo tale da offrire non solo la possibilità di avere un dettaglio grafico superbo ma anche motori di gioco che danno l’eventualità di costruire dialoghi a scelta multipla, o determinati eventi, che possono modificare radicalmente la nostra esperienza videoludica.
In giochi come Fallout 4 le “scelte” fatte durante la nostra avventura porteranno a cambiamenti importanti ma sopratutto ci condurranno ad un finale che sembrerà plasmato da noi direttamente, lo stesso si può dire per altri titoli come Dark Souls, Dragon Age, Deus Ex o Infamous, insomma potrei andare avanti per ore ad elencarli tutti. Come è facile notare quelli elencati sono titoli molto diversi fra loro ma hanno tutti quanti una cosa in comune, la possibilità di decidere che finale avrà la nostra storia. Senza addentrarci nei dettagli, onde evitare spoiler di sorta, possiamo affermare che ogni giocatore avrà la sensazione di poter scegliere ma in realtà, l’unica cosa che cambierà, sarà il percorso per arrivare ad uno dei finali prestabiliti.
Se stiamo giocando a Dark Souls possiamo scegliere se vincolare o meno la fiamma, se stiamo giocando ad Infamous possiamo rendere buono o cattivo il nostro alter-ego, e così discorrendo. Il punto è che la scelta si limiterà sempre ad un finale scritto da qualcun’altro, non possiamo scegliere di abbandonare tutto e “tornarcene a casa”, non possiamo non accettare la missione che ci è stata assegnata! Forse è utopistico pensarlo ma non sarebbe bello, almeno una volta, avere il pieno controllo sulle nostre azioni?
Decidere se si vuole andare avanti a salvare il mondo o semplicemente accorgersi che non ci interessa più farlo, quindi è meglio abbandonare e vedere bruciare tutto intorno a noi? Certo sarebbe una scelta poco oculata che probabilmente porterebbe ad una fine prematura della nostra avventura, il che comporterebbe il fatto di aver pagato un titolo a prezzo pieno senza poi veramente averne usufruito, ma saremmo difronte ad una vera possibilità di scelta. Credete sia pazzo? Allora vi invito a leggere fino alla fine, perché qualcosa del genere già esiste.
Il gameplay è la vera scelta nei videogiochi
In titoli dal gameplay versatile come lo è Deus Ex, oltre ad avere finali multipli si ha la possibilità di interpretare il gioco come meglio si crede. Si ha la possibilità di uccidere o di stordire, di approcciarsi al gioco in maniera Stealth oppure imbracciando un’arma e sparando a tutto spiano.
Le scelte si possono avvalorare dando più peso a determinati punti dell’albero delle abilità, è ovvio che se si sceglie di affrontare il titolo con un basso profilo sarà conveniente aumentare il tempo di invisibilità oppure acuire i sensi, in modo da potere vedere i nemici attraverso le pareti, come è altrettanto naturale aumentare il livello della “corazza” se si decide di affrontare arma in pugno i nemici di turno.
In poche parole la scelta più tangibile in Deus Ex, a mio avviso, è quella che sviluppiamo durante tutta la nostra avventura e non le cutscenes (i filmati di intermezzo) che andremo a scegliere di vedere quando il titolo sarà terminato.
Comunque vi avevo promesso un esempio di un titolo che ci desse la possibilità di fare una scelta impensabile: bene Far Cry 4 è un gioco che può far coincidere il suo finale con in il suo inizio ed ora vi spiegherò come, quindi se temete spoiler sul titolo non continuate la lettura. Ad ogni modo, Pagan Min (la nostra nemesi) a pochi minuti dall’inizio della nostra avventura ci chiederà di attendere il suo ritorno e, qual’ora noi troppo o per niente intimoriti decidessimo di non scappare, saremmo accompagnati direttamente alla fine del gioco a pochissimi minuti dal suo inizio e senza aver dovuto affrontare nulla.
So benissimo che non è quello che vuole un videogiocatore ma io reputo questa chicca di Ubisoft l’unica volta nella quale ho sentito veramente mia la possibilità di scegliere.
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