Pokemon GO, il nuovissimo gioco Nintendo, sta spopolando. Potrebbe essere il futuro dei giochi su smartphone?
Da pochi giorni la versione italiana di Pokemon GO, che era già disponibile al download per vie traverse su Android e giocabile su iOS grazie ad un account neozelandese, ha fatto il suo debutto ufficiale sugli store. Il titolo è frutto della collaborazione fra la casa videoludica nipponica Nintendo e Niantic la software house già sviluppatrice di Ingress, altro free-to-play basato sulla geo-localizzazione.
Il videogioco, scaricabile gratuitamente e che è riuscito in poco tempo a mettere in crisi i server della grande N, permette di realizzare il sogno che molti si portano dietro da quando hanno messo mano al primo titolo Pokemon uscito su Gameboy: viaggiare per il mondo alla ricerca degli amabili Pocket Monster.
 Lo scopo del gioco è infatti quello di  camminare per le città , i paesi o i parchi del nostro globo alla ricerca dei famosissimi e amati Pokemon. Ma ciò che davvero rende unico questo videogioco è il poter usufruire della Realtà Aumentata: una volta individuato il nostro mostriciattolo da catturare, la schermata con la mappa cittadina, lascerà spazio alla fotocamera che riprenderà il paesaggio circostante “abitato” dalla nostra preda di turno. Per poter catturare il Pokemon non dovremo ingaggiare una lotta ma basterà lanciare una Poke Ball al momento giusto, et voilà ora fa parte della collezione.
L’interazione non è mai stata così mobile
Per poter giocare con il nuovissimo titolo mobile sarà dunque obbligatorio uscire di casa e fare parecchia strada. Infatti per poter ricaricare gratuitamente il numero delle nostre Sfere Pokè e ottenere altri oggetti utili, si è obbligati a raggiungere determinati punti d’interesse (PokèStop) come chiese, statue o monumenti, senza dimenticare che anche i Pokemon andranno catturati cercandoli qua e là . Così facendo si unisce, la voglia di giocare, alla riscoperta di monumenti storici che magari ci hanno circondato da sempre ma ai quali non abbiamo mai dato conto.
Talvolta raggiungendo questi punti d’interesse ci verranno anche regalate delle uova che si dividono in tre tagli – due, cinque e dieci chilometri – che corrispondono esattamente alla strada da fare per farle schiudere ma, attenzione furbetti, l’applicazione ha un rilevatore di velocità che interromperà il countdown se andrete troppo veloci (20 Km/h), al massimo andrà bene una bicicletta.
Il multiplayer ha ancora molta strada da fare, ma esiste!
Per quanto riguarda la possibilità di sfida in multiplayer c’è una brutta notizia: la feature più attesa, ossia la possibilità di sfidare altri allenatori (magari incontrati per strada),  non è ancora stata implementata. Ma, a mio avviso, arriverà in tempi brevi in quanto richiesta a gran voce dalla maggior parte degli utenti.
Per ora bisogna accontentarsi (si fa per dire) di poter sfidare gli allenatori che hanno conquistato una Palestra prima di noi. In breve, nel nostro lungo e perpetuo cammino alla ricerca di nuovi “mostriciattoli” da catturare, potremo imbatterci in determinati punti d’interesse che svolgeranno la funzione di Palestra Pokemon e avremo la possibilità di batterci con chi prima di noi ha conquistato il sito rendendolo, se vincenti, di nostra proprietà e del colore della nostra “squadra”.
Per adesso sono disponibili tre fazioni alle quali ci si può affiliare o meno, la squadra rossa, la squadra blu e in fine la squadra gialla che è quella che, al momento, vanta il minor numero di iscritti.
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Pokemon GO potrebbe essere il futuro dal gaming su smartphone?
Pur non essendo un chiaroveggente, posso affermare che l’idea è innovativa e funziona. Basta guardare i numeri mostruosi che ha fatto collezionato il gioco in pochi giorni per intuire, senza ombra di dubbio, come quest’ultimo avrà suscitato grande interesse nelle altre case produttrici di videogiochi mobile. Senza considerare il fatto che Nintendo, nonostante le sue ultime idee non troppo brillanti in fase di marketing (vedi WiiU), è sempre stata pioniera di innovazione e rivoluzione nel mondo del gaming.
Il mio articolo termina qui e sperando sia stato di vostro gusto, lascio con una frase storica che chi come me ha vissuto l’infanzia durante i gloriosi anni novanta non si è lasciato certo sfuggire: Gotta Catch’em All!
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