L’ultimo capitolo della saga iniziata del 1987 punta a una svolta rispetto al tono serio e claustrofobico del film originario: il Predator del 2018, tra cruente scene d’azione, prova per la prima volta ad alimentare la vena comica del franchise
TITOLO ORIGINALE: The Predator. GENERE: Azione/Horror/Fantascienza. NAZIONE: Stati Uniti. REGIA: Shane Black. CAST: Boyd Holbrook, Yvonne Strahovski, Olivia Munn, Thomas Jane, Jacob Tremblay, Edward James Olmos, Alfie Allen, Keegan Michael Key, Jake Busey, Trevante Rhodes. DURATA: 107 min. DISTRIBUTORE: 20th Century Fox. USCITA CINEMA: 11/10/2018.
Quinn McKenna (Boyd Holbrook) è un cecchino dell’esercito americano. Nel mezzo di una missione in Messico, è testimone dello schianto di una navicella spaziale sulla quale viaggiava un Predator. Riuscendo rocambolescamente a sfuggire alla creatura, si appropria del suo casco e di un copri braccio, che invia al proprio domicilio come prova dell’incontro. Quando il pacco arriva è il figlio Rory (Jacob Tremblay), che soffre di una forma di autismo, ad aprirlo e a mettere in funzione il dispositivo alieno. Intanto il Predator, catturato e sedato, viene esaminato in un laboratorio top secret. Ma non resterà dormiente a lungo.
Il film originale con Arnold Schwarzenegger è stato un cult. Figlio di un decennio over the top e irripetibile, ha fissato l’asticella ad un’altezza mai raggiunta da nessun sequel nei successivi trent’anni. The Predator impara dagli errori del passato: abbandona l’idea di prendersi sul serio e abbraccia la sua anima comica. Il risultato non può probabilmente definirsi memorabile, ma il tentativo di voltare pagina è quantomeno apprezzabile.
The Predator: trama classica, nuovo ritmo | Recensione
Ai blocchi di partenza questo Predator sembra un rifacimento di quello del 1987: l’ambientazione è quella di una foresta pluviale, in cui il protagonista è l’unico sopravvissuto nell’incontro ravvicinato al cardiopalmo. La prospettiva di vedere una replica lascia però presto spazio all’originalità. Ha così inizio un film che si allontana dal primo capitolo nelle ambientazioni e nelle atmosfere: la giungla naturale cede il passo alla giungla urbana, e presto ci si rende conto che il film è qualcosa di diverso dal solito film d’azione ad alto tasso di testosterone.
Certo, vediamo all’opera cecchini dell’esercito, spietati agenti governativi, alieni evolutisi in perfette macchine da guerra. Vediamo arti mozzati, teste staccate, vari organi penzolanti. Eppure dopo poco nel film cominciano a fare il loro ingresso bambini autistici, scienziate eroiche e particolarmente atletiche, soldati più adatti a un manicomio che a un campo di battaglia. In una frenetica guerriglia urbana che si svolge lungo la notte di Halloween, volano proiettili e granate, ma ancora di più volano battutacce (e parolacce) politicamente scorrette.
The Predator: l’arma letale secondo Shane Black | Recensione
The Predator nel 2018 si è evoluto, quasi come il suo protagonista: è il passo successivo del film d’azione hollywoodiano, che cerca spasmodicamente la commistione tra le scene cruente e l’intermezzo comico. Il tutto è mescolato in maniera veloce e scomposta, spalmato su una trama semplice e lineare e servito allo spettatore con naturalezza. In questo habitat, persino il plot twist passa quasi inosservato. Ma in fondo non è la trama la cosa che conta di più in questo film.
Shane Black, ancora una volta, spara one-liner micidiali uno dopo l’altro, tra scene d’azione esagerate e improbabili, ma liberatorie e divertenti. Delle citazioni ad altri film di gusto parallelo si perde il conto. In mezzo a tutta questa carne al fuoco anche un richiamo al problema più grande dei nostri anni, quello dei mutamenti climatici. Sostanzialmente non c’è niente di innovativo per il cinema, ma tutto viene fatto a regola d’arte. Anche gli interpreti hanno le facce giuste: a salvare la situazione sono i matti, i reietti, i fumatori, i volgari, i diversi. Il risultato è esplosivo.
The Predator: il jolly dell’ironia | Recensione
Insomma, si può dire che questo film è coraggioso: nel tradire la natura ansiogena del suo illustre predecessore, ricalca i crismi dell’action movie moderno, di derivazione fumettistica o meno. Il che vuol dire, in primo luogo, conciliare l’azione fisica con le sequenze straparlate. È l’ironia la protagonista, a partire dal nome dell’invasore alieno, forse non scientificamente accurato ma decisamente fico. L’arma dell’ironia, certo, è a doppio taglio e in molti momenti risulta smodata e fuori luogo. La ricerca spasmodica della battuta, in effetti, fa calare il livello della sceneggiatura, che spesso e volentieri sembra confezionata da un adolescente. Ma nel momento in cui si tira fuori Whoopi Goldberg è difficile non ridere.
Quello che manca a The Predator, al di là delle intenzioni, è una messa in pratica adeguata. Il film evidentemente sconta l’assenza di un cast di livello, nonostante ogni personaggio faccia del suo per far andare avanti la trama. Dal punto di vista dell’azione, la pellicola non riesce a nascondere una produzione travagliata: le scene, soprattutto verso il finale, scivolano sempre più verso il b-movie. Il tutto inficia la qualità generale, che è appena sufficiente.
In poche parole, da questo film non c’è da aspettarsi una qualità eccelsa, né una pietra miliare nella storia del cinema. La stessa pellicola non è così pretenziosa. Resta però un prodotto nel complesso abbastanza divertente e piacevole, per molti motivi da non perdere, che peraltro getta le basi per un ulteriore sequel.
Punti a favore
- Ironicamente macabre scene d'azione
- Buon ritmo e buon cast
Punti a sfavore
- Sceneggiatura infantile
- Troppa poca tensione
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