Scrivendo la recensione de La bambola assassina affrontiamo il ritorno di un familiare emblema dell’horror, rivisitato efficacemente in chiave moderna: riuscirà il Chucky del nuovo millennio a spaventare quanto il suo ascendente analogico?
TITOLO ORIGINALE: Child’s Play. GENERE: Horror. NAZIONE: USA. REGIA: Lars Klevberg. CAST: Mark Hamill, Aubrey Plaza, Gabriel Bateman, Brian Tyree Henry, Tim Matheson, Marlon Kazadi, Anantjot S. Aneja, David Lewis. DURATA: 120 minuti. DISTRIBUTORE: Koch Media, Midnight Factory. USCITA: 19/06/2019.
Buddi è la nuova bambola creata dalla potente industria Kaslan. Oltre a essere un giocattolo intelligente, la sua intelligenza artificiale gli permette di gestire tutte le tecnologie in casa. Questo lo rende, oltre che popolare, molto costoso. Per aumentare ulteriormente i guadagni, però, la Kaslan sfrutta lavoratori in una fabbrica in Vietnam, principale sito di costruzione di Buddi. Una notte un dipendente, poco prima di essere licenziato per la poca produttività , modifica il software di una di una bambola togliendole ogni limite e remora.
Quella bambola difettosa arriva negli Stati Uniti, dove la commessa Karen la regala al suo figlio adolescente Andy. Il ragazzo, che non vede di buon occhio la relazione della madre con il nuovo compagno e soffre anche per il recente trasloco familiare, instaura con Buddi (al quale verrà dato il nome di Chucky) un rapporto molto intimo. Le cose però si fanno presto complicate. La bambola, infatti, sembra avere un attaccamento morboso ad Andy, tanto da voler rimuovere ogni ostacolo alla loro amicizia.Â
Con questo prodotto del 2019 il franchise di Chucky sembra scindersi. La versione storica delle vicende di Chuck, contenitore dell’anima del serial killer Charles Lee Ray, continua grazie al mercato dell’home video e prossimamente sul piccolo schermo, con la partecipazione del creatore Don Mancini e dell’attore Brad Dourif. La versione cinematografica, invece, mantiene solo la forma e il nome della bambola, cambiando tutta la storia dietro. Scelta coraggiosa, che però dà alla bambola assassina una marcia in più rispetto alla stragrande maggioranza dei reboot horror di oggi.
L’orrore nella tecnologia pervasiva | Recensione La bambola assassina
Il reboot de La bambola assassina punta a costruire un horror contemporaneo. Così la bambola non uccide animata da una maledizione, bensì da un software malevolo. In questo tratto si può osservare un tema di fondo del film: non solo efferate uccisioni, ma anche una certa riflessione sulla onnipresenza della tecnologia nella nostra epoca.
La riflessione è molto attuale: la Kaslan, oltre a produrre Buddi, gestisce anche altri sistemi basati su entità come Uber e Alexa, con la possibilità di collegarli tutti all’intelligenza artificiale del giocattolo. In questo universo parallelo, inquietantemente vicino, Chucky è un po’ come Ultron (peraltro ha un cuore in stile Irnoman). Con la sola differenza di essere determinato a portare a termine il proprio incarico di morte, mettendo da parte ogni considerazione morale.
Ci troviamo così di fronte a una realtà inquietante. Il pubblico eletto di Buddi è più “anziano” (Andy ha il doppio dell’età del protagonista originario) ma decisamente più insensibile. La noia e la solitudine sembrano farla da padrone, in un mondo in cui la tecnologia è la soluzione a tutti i mali umani. L’idea che la tecnologia possa rivelarsi un boomerang non è certo originale, ma è sempre d’impatto. Tutto questo senza considerare l’aspetto dell’attaccamento morboso a una persona.
Lo humor nerissimo del giocattolo | Recensione La bambola assassina
Al di là della latente riflessione, ne La bambola assassina c’è anche un po’ di ironia, sempre gradita in un reboot. Assolutamente nera, legata a ridicoli spargimenti di sangue. Che, spesso, si trasforma in autoironia. Esilaranti i poster di Chucky che miete vittime tra i protagonisti di Toy Story 4, che a sua volta è nelle sale cinematografiche. Come nel film d’animazione Disney il rapporto tra il giocattolo e il proprietario è indissolubile. Nell’horror, però, vige la morbosità di un’amicizia che durerà fino alla morte del giocattolo (o del bambino).
La componente comica, in ogni caso, non sovrasta quella demoniaca. Dopo i vari, e a volte ridicoli, sequel della bambola assassina, c’è un ritorno a una dimensione satirica del prototipo, che prende di mira il consumismo dando vita a un franchise puramente horror.
Una svolta splatter | Recensione La bambola assassina
Questa pellicola punta quindi più sulla suspense che sullo humour nero. Nonostante si faccia ricorso a spaventi elementari e a tratti stucchevoli, non mancano momenti genuinamente inquietanti. Il ricorso ai jump scares, in effetti, è sporadico, e sono molti di più i momenti di gore creativi. Le falle nella scrittura sono così compensate dalla (ri)nascita di un cattivo davvero inquietante, sottilmente bizzarro anche quando è “buono”.
Chucky, in effetti, prende realmente sulle spalle il film, dimostrandosi un autentico protagonista. Su di lui si è puntato molto: la voce dell’icona horror nella versione inglese appartiene a Mark Hamill, attore e doppiatore eccelso, noto ovviamente per il suo ruolo di Luke Skywalker in Star Wars. Che qui ha anche la possibilità di poter giocare con diversi registri, dal robotico all’umano fino ad arrivare allo psicopatico allo stato puro. La sua performance nella versione originale insaporisce il franchise, senza snaturarlo. Buone anche le performance di tutti gli altri attori, per lo più giovani o giovanissimi.
Serial killer 2.0
In definitiva, il ritorno di Chucky sul grande schermo regala una certa soddisfazione, proponendo un’alternativa valida e contemporanea al filone classico, tuttora in corso. Il lato beffardo del franchise rimane inalterato, la paura si nasconde un po’, ma si raggiungono livelli gore non indifferenti. La nuovissima bambola assassina può essere senz’altro promossa.
Punti a favore
- L'idea di demonizzare la tecnologia
- L'inquietante figura di Chucky
- L'autoironia
Punti a sfavore
- Qualche carenza della scrittura
- Non riesce a spaventare nei suoi momenti violenti
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