La recensione di Toy Story 4 non può che partire dal passato del franchise, iniziato quasi un quarto di secolo fa. Il quarto capitolo, nonostante inciampi in qualche buca lungo la strada, tiene fede al materiale originale e alla tradizione dei film di animazione Disney
TITOLO ORIGINALE: Toy Story 4. GENERE: Animazione. NAZIONE: USA. REGIA: Josh Cooley. CAST (DOPPIATORI): Angelo Maggi, Massimo Dapporto, Cinzia De Carolis, Luca Laurenti, Nanni Baldini, Fabrizio Vidale, Ilaria Stagni, Saverio Moriones, Angelo Nicotra, Cristina Noci, Renato Cecchetto, Carlo Valli, Carlo Cosolo, Roberta Pellini, Luciano De Ambrosis, Micaela Incitti, Enzo Avolio, Corrado Guzzanti. DURATA: 100 minuti. DISTRIBUTORE: Walt Disney Pictures, Pixar Animation Studios. USCITA: 26/06/2019.
Woody gli altri giocattoli di Bonnie vivono sereni, anche se la bambina, al contrario di Andy, li lascia spesso nell’armadio. Woody però è ugualmente premuroso nei suoi confronti e, quando Bonnie affronta il primo giorno d’asilo, si infila nel suo zaino per accompagnarla. La bambina però sembra più interessata a una forchetta/cucchiaio che chiama Forky. Forky, tuttavia, crede di essere spazzatura e cerca in continuazione di buttarsi via. Woody cerca allora di fargli capire l’importanza dell’amore di una bambina, ma non riesce a convincerlo prima che lui salti giù da un camper in corsa. Il cowboy si lancia allora in un’avventura per ritrovarlo, arrivando a conoscere nuovi giocattoli e a ritrovare la sua vecchia fiamma, Bo Peep.
Toy Story 4 riapre un franchise che aveva avuto la sua perfetta conclusione con il capitolo precedente, di compimento di una trilogia e dell’arco narrativo pensato da John Lasseter. È stato anche interessato da vicissitudini produttive con varie sostituzioni alla sceneggiatura e alla regia (con il subentro in corsa di Josh Cooley). Nonostante tutto, però, il film è riuscito, emozionante e divertente, confermando il valore della Pixar.
Tanti nuovi personaggi | Recensione Toy Story 4
Tra i personaggi di Toy Story 4 ritroviamo tutti i giocattoli che ormai da tempo conosciamo. Ovviamente c’è Woody, protagonista indiscusso grazie al quale, noi pubblico italiano, sentiamo la mancanza del doppiatore storico Fabrizio Frizzi. Poi ci sono i celeberrimi Buzz Lightyear, Rex, Hamm, Mr Potato e Jessie. C’è anche il gradito ritorno di Bo, la bambola della pastorella vecchia fiamma di Woody. Assente nel capitolo precedente, la sua centralità nella trama viene anticipata dal flashback che apre il film. Nella nuova avventura intrapresa dal cowboy gi artisti Pixar hanno aggiunto a piene mani nuovi giocattoli, sbizzarrendosi con novità molto intriganti.
Oltre a Forky, personaggio assurdamente divertente valorizzato dal doppiaggio di Luca Laurenti, infatti, c’è tutto il popolo del negozio di antiquariato Seconda chance. Si tratta di una sorta di purgatorio, in cui vivono giocattoli d’epoca che non hanno più presa sui bambini. Questo luogo è governato dalla bambola Gabby Gabby, allo stesso tempo dolce e autoritaria, tenera e inquietante. Altrettanto cattivi sono i suoi scagnozzi, pupazzi da ventriloquo capitanati da Benson. Per tutti, come è lecito aspettarsi, ci sarà un lieto fine.
Spazio anche per nuovi amici di Woody, come la divertente coppia comica formata da Bunny e Ducky, due peluche in premio al tiro a bersaglio del Luna Park e da tempo in attesa di essere vinti. Ma soprattutto c’è una nuova star indiscussa in Toy Story 4, Duke Caboom. Il motociclista è uno stunt-man canadese, abbandonato dal suo piccolo proprietario perché non era non in grado di fare le stesse acrobazie viste nella pubblicità. Esilarante e carismatico in ogni mossa, nella versione inglese ha la voce di Keanu Reeves (chi altro, dopo la meritata seconda vita grazie a John Wick), mentre in italiano è doppiato dall’altrettanto esilarante Corrado Guzzanti.
Nuove frontiere tecniche | Recensione Toy Story 4
Le numerose aggiunte si integrano comunque molto bene nel contesto di un film costruito con la grazia e l’equilibrio abituali di Disney/Pixar. Il livello tecnico della grafica e della animazione è poi qualcosa di notoriamente eccellente. Fa un certo effetto vedere i pupazzi di Toy Story oggi, a confronto con quelli di 24 anni fa. Più che giocattoli, ormai, sembra di vedere delle persone o quasi. Non solo per via della loro caratterizzazione. Si tratta di personaggi sempre più antropomorfi, talmente curati da ispirare emozioni solo al loro sguardo.
Al di là dell’aspetto tecnico e a dispetto delle vicissitudini produttive, il risultato finale è un ennesimo gioiello dell’animazione. Propone, come da molto tempo fanno i film d’animazione, diversi livelli di fruizione, dal divertimento più immediato alle battute più ironiche e sottili, dalle citazioni cinematografiche colte alle riflessioni più profonde e sentite, tra senso del dovere, lealtà e seconde occasioni da cogliere. Guardando Toy Story 4 si sperimenta il riso e qualche lacrimuccia, si riflette e si esce, in qualche modo arricchiti. Ormai non si tratta più e tanto di intrattenimento, ma di dare una autentica anima ai giocattoli, e a rendere loro il compito di farci crescere.
I giocattoli finiranno nell’armadio?
Chiudiamo la recensione di Toy Story 4 ritrovando i vecchi giocattoli, che proprio non vogliono arrendersi. Così come non ci arrendiamo noi nel bramare nuove avventure. Dall’armadio sono stati rispolverati, in modo diligente e saggio, per farne nascere un prodotto non solo commerciale. È intrigante conoscere i nuovi personaggi, si resta coinvolti nel seguirne le avventure e i tratti caratteristici, quasi come se fossero persone. La storia di crescita è comunque ricca, dal punto di vista umano ma anche di ammiccamenti e citazioni capaci di soddisfare il pubblico più maturo. Forse la carica emotiva dei capitoli precedenti si perde, ma si ritrova una splendida autoironia, che di sicuro non fa mancare il divertimento.
Punti a favore
- La storia tipicamente disneyana
- Le realistiche grafiche dei giocattoli
- Il doppiaggio di livello
Punti a sfavore
- Sembra essere più semplice rispetto ai precedenti
- La storia sembra ormai troppo sfruttata
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