No Man’s Sky è un titolo che come un dado ha molte facce, scopriamo insieme cosa può davvero offrire
Il videogame creato da Sean Murray e dallo staff di Hello Games sta subendo un calo di videogiocatori che va ben oltre quello fisiologico, come molti di voi già sapranno infatti è normalissimo che un videogioco, passati i primi giorni dal lancio abbia una riduzione importante dei suoi fruitori, ma quando si parla di No Man’s Sky il tutto prende delle proporzioni gigantesche. Infatti più della metà dei giocatori ha abbandonato il titolo e gran parte di loro hanno anche chiesto un rimborso e lo hanno anche ottenuto. La domanda che sorge spontanea è: per quale ragione?
La risposta è molto semplice, le ragioni si dividono a metà. I giocatori hanno sicuramente una parte di ragione, grazie ad un trailer forviante e a delle dichiarazioni che promettevano molto ma che in realtà hanno solo venduto del fumo negli occhi. D’altro canto gli sviluppatori erano corsi ai ripari già tempo fa affermando che il gioco non sarebbe stato nulla di eccelso, anche se è vero che è poi stato venduto al prezzo di un tripla A.
I ragazzi di Hello Games hanno giocato con i giocatori
Il team indipendente padre di No Man’s Sky, ha promesso ai giocatori un’universo realistico dove si sarebbe potuto vedere ad ogni sbarco un paesaggio mozzafiato con creature lì ad abitare un mondo su cui mai nessuno, a parte noi, aveva posato gli occhi, un mondo circondato da colossali creature e da una vegetazione pronta a togliere il respiro. Invece l’unica cosa in grado di togliere il fiato è un pianeta che grazie ai suoi gas o ai suoi agenti atmosferici non ci permette di respirare, se non in maniera artificiosa.
Non credete che tutto si riduca a questo, ci sono eccome pianeti atti ad ospitare la vita, ma invece di essere popolati da creature maestose e di una rara bellezza, come quelle che sei potevano ammirare nel trailer, ci si imbatte in bestie informi e deformi vittime della piaga della proceduralità. Insomma ci si imbatte di continuo in pianeti simili che contengono la stessa manciata di elementi mischiati fino alla nausea, tutto quello che era stato promesso si riduce ad un pugno di sabbia negli occhi che, una volta lavata via, lascia spazio alle lacrime come per un sogno infranto. Sogno che migliaia di giocatori credevano di poter realizzare grazie a questo titolo che prometteva scoperte entusiasmanti ma che si è ridotto al crafting più becero, di gran lunga inferiore anche se messo a paragone di giochi come Minecraft che non molto avrebbe da spartire con un titolo del genere.
La piaga della proceduralità e il suo abuso sfrenato portano alla deriva la vera natura dei videogiochi
La proceduralità è un’arma a doppio taglio, se sfruttata a dovere e con cognizione di causa può essere di gran lunga una manna dal cielo ma se si abusa di essa e si costruisce un intero gioco su un di un algoritmo, per quanto complicato ed efficace che sia, si rischia di fare un gran pasticcio. Questo è quello che succede a No Man’s Sky che ormai saprete tutti non ha delle mescolanze sopraffine, quando si parla di flora e fauna gli elementi vengono mischiati in maniera antiestetica e quello che doveva essere una delle parti più entusiasmanti del gioco risulta invece essere il tempio del degrado.
Parecchi degli utenti che hanno comprato il titolo si sono immaginati ad esplorare galassie lontane ed erano pronte a dare il nome a creature di cotanta bellezza, invece si sono ritrovate dinnanzi a sgorbi e piante che non avrebbero ragione di esistere neanche in un film di terza categoria. Un esempio ponderato dove si utilizza questa tecnica può essere Bloodborne che, oltre a vantare la sua campagna principale, offre anche una parte aggiuntiva creata in maniera procedurale (Chalice Dungeon) che quindi non va in assoluta maniera ad inficiare con la qualità effettiva del gioco ma anzi può essere considerato un plus gradito.
Forse i ragazzi di Hello Games capitanati da Murray hanno fatto il salto spaziale più lungo della gamba, anche se tutto sommato credo che il titolo dovrebbe essere considerato lo stesso una pietra miliare nel panorama videoludico, sotto i 20 euro.
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