I pianeti giganti ghiacciati Urano e Nettuno, sono simili in molti aspetti ma anche sorprendentemente diversi. Gli astronomi hanno passato molto tempo cercando di capire da dove provenissero le loro peculiarità. Ora pensano che la causa principale sia dovuta ad impatti giganteschi avvenuti in passato
Lo studio, pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, ha analizzato come le collisioni cosmiche abbiano potuto diversificare questi pianeti. Si è quasi certi che Urano abbia subito un impatto “particolare” dato che la sua rotazione avviene di fianco, ma lo stesso non è stato per Nettuno. Entrambi i pianeti hanno composizioni e dimensioni simili, ma Nettuno è circa il 18% più pesante. L’autore principale della scoperta, il dott. Christian Reinhardt, dell’Università di Zurigo, ha affermato che sono comunque necessari ulteriori approfondimenti.
Urano e Nettuno: quelle “piccole” differenze
Urano possiede vari satelliti, formatisi in un disco di accrescimento come la nostra Luna, sembra essere in equilibrio con l’energia che riceve dal Sole e la sua inclinazione di 97° è unica tra i pianeti. Inoltre non presenta calore interno, quindi le sue nubi sono “fredde” e non fluttuano al di sopra della foschia. Nettuno, ha catturato la sua più grande luna Tritone, da una popolazione di oggetti che orbitano in “zona”, imbrigliandola nella sua forza gravitazionale. Anche le altre lune di Nettuno sono state catturate, alcune hanno una forma irregolare e sembrano possedere una fonte di calore interna. A differenza di Urano però irradia la stessa energia che riceve dal Sole e tale caratteristica rende la sua atmosfera piuttosto attiva, determinando la formazione di tempeste facilmente osservabili.
I planetologi sanno che Urano e Nettuno possiedono un mantello di ghiaccio d’acqua, ammoniaca e metano, mentre le loro atmosfere contengono idrogeno molecolare, elio e metano gassosi. Quando le temperature scendono drasticamente, l’ammoniaca congela in cristalli e la sua percentuale nell’atmosfera di ambedue i pianeti si riduce, mentre il metano aumenta. Sebbene la percentuale di questo gas sia simile per entrambi, Urano e Nettuno possiedono un proprio look. Secondo gli studiosi, il colore di Nettuno potrebbe dipendere da qualche componente atmosferico ancora sconosciuto.
Urano e Nettuno: le simulazioni danno le prime conferme
Gli scienziati planetari hanno eseguito diverse simulazioni per testare come gli impatti possano aver diversificato i pianeti giganti ghiacciati, tenendo conto di un “inizio” simile. Vennero colpiti da almeno un planetoide con massa pari ad 1-3 volte quella della Terra, un evento ritenuto piuttosto comune durante la formazione dei sistemi stellari. La differenza fondamentale, tuttavia, era delineare il modo nel quale si siano verificate tali collisioni. Secondo i ricercatori un impatto obliquo è la migliore spiegazione per quanto riguarda Urano, in quanto ne avrebbe gettato il materiale in orbita che poi si sarebbe aggregato, formando lune vere e proprie (oltre a determinare il suo particolare moto inclinato). Per Nettuno, è probabile che la collisione sia avvenuta frontalmente, determinando “solo” un rimescolamento del suo interno.
La co-autrice Ravit Helled, dell’Università di Zurigo spiega:
Abbiamo il chiaro esempio di come un percorso di formazione, inizialmente simile per Urano e Nettuno, possa poi sfociare nella dicotomia che può essere osservata nelle caratteristiche di questi affascinanti pianeti esterni.
Dal passato al futuro
L’umanità visitò solo una volta Urano e Nettuno, quando la sonda Voyager 2 passò vicino a loro, rispettivamente nel 1986 e nel 1989. Nuove missioni potrebbero aiutare a perfezionare i modelli conosciuti e dirci di più su come questi due pianeti siano diventati quello che sono oggi. Restate sintonizzati sulla nostra rubrica di scienze dove potrete sempre trovare numerosi articoli sull’intrigante mondo della scienza.
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