L’Ultima Torcia: la recensione del GdR old-school fantasy

L’Ultima Torcia è un gioco di ruolo della Serpentarium uscito nel novembre 2016, edito da Asterion e creato da  Leonardo Moretti e Matteo Cortini, già autori di prodotti come Sine Requie, Alba di Chtulu e Anime e Sangue. In questa recensione di L’Ultima Torcia vi sveleremo le (molte) qualità e i (pochi) difetti di un prodotto votato al ritorno alle origini del GdR.

La recensione di L’Ultima Torcia: un retroclone?

Iniziamo subito questa analisi dicendo che L’Ultima Torcia è un “retroclone”, tipologia di giochi che imitano lo stile caratteristico di quei prodotti usciti tra gli anni ’70 e ’80, come Uno Sguardo nel Buio e l’originale Dungeons & Dragons; ciò si riflette addirittura nella confezione con cui ci viene presentato il gioco, che infatti viene venduto in una scatola che richiama la “Scatola Rossa” della prima edizione di D&D. All’interno di essa troviamo i tre manuali di gioco, schede dei pg precompilate e addirittura un set di dadi per giocare; tutto ciò che serve per un neofita del genere è quindi già incluso nella confezione.

Regolamento e Meccaniche di gioco

In questa prima parte della recensione di L’Ultima Torcia, parleremo del regolamento (racchiuso in appena 50 pagine), l’elemento che colpisce di più di questo GdR infatti è la sua semplicità; poche regole ma funzionali per coprire ogni tipo di situazione che si presenterà in gioco. Ogni personaggio possiede 8 caratteristiche, con le quali effettuerà le prove imposte dal game master, a seconda della più adatta in quel momento. Per risolvere una prova (definita Test all’interno del gioco) sarà sufficiente tirare un dado a dieci facce e se il risultato sarà uguale o maggiore di 6, quella prova sarà superata.

Quanto spiegato in poche righe è la base del sistema di gioco e ne riflette la semplicità: non ci sono statistiche da tirare, competenze, calcoli particolari; la costruzione di un personaggio in L’Ultima Torcia è questione di minuti, aspetto del gioco che si lega perfettamente al suo mood. Se infatti le regole di gioco e costruzione dei personaggi sono semplici, è il gioco in sé a risultare difficile e spesso mortale: diversamente da quanto siamo stati abituati in molti GdR classici, in LUT vestiremo i panni di semplici avventurieri, la cui vita sarà sempre appesa ad un filo.

Per fare un esempio concreto: un Ladro umano appena creato possederà la bellezza di 10 punti ferita, che non potrà aumentare nel corso della sua crescita.

Un colpo di spada in LUT può arrivare ad infliggere fino a 1d10 danni, danni che potenzialmente possono ridurre a 0 i punti ferita del sopracitato Ladro con un singolo colpo.

E per inciso: i personaggi non saranno sempre così fortunati da incontrare semplici banditi armati di spade sul loro cammino.

La recensione di L’Ultima Torcia: giocare di squadra

L’alta mortalità del gioco ci porta ad evidenziare un’altro aspetto molto importante, ovvero la valorizzazione del gioco di squadra e la strategia. Chiunque giocherà in modo prolungato a L’Ultima Torcia dovrà elaborare strategie con il proprio party per evitare di essere sopraffatti; la collaborazione tra i giocatori è infatti essenziale vista la scarsità di punti ferita, punti mana e equipaggiamento che i personaggi avranno a disposizione.

Ciò che è necessario evidenziare con questa recensione di L’Ultima Torcia è che i giocatori che vi si approcciano devono dimenticarsi di giocare a D&D: qui non esistono eroi belli e dannati dal passato oscuro pronti a lanciarsi a spada tratta contro gruppi di nemici, ma solo avventurieri impauriti in grado di affrontare i pericoli che si celano nell’oscurità soltanto rimanendo insieme, e a volte nemmeno quello basterà.

I Personaggi

Le razze giocabili in L’Ultima Torcia sono di quanto più classico nel panorama fantasy, con la possibilità di scegliere tra elfo, umano e nano. Scelta la razza e i relativi bonus e capacità, è il momento di scegliere un ruolo per essa tra guerriero, ladro, ranger, sacerdote e stregone. Ognuno di questi ruoli svolge un compito preciso preciso in combattimento, ma che sta ai giocatori scoprire giocando (e morendo).

I ruoli forniscono un “doppio dado” a tre caratteristiche, che rispecchiano le competenze di quel personaggio; quando si effettuerà una prova con una di quelle caratteristiche, si tireranno 2 dadi e si terrà il migliore. Infine ogni ruolo è caratterizzato per le sue abilità,  talenti specifici che indicano ciò che un personaggio è in grado di fare.

Vi è poi il Pregio, ovvero una caratteristica scelta casualmente che permetterà di ritirare il dado nel caso il risultato di una prova che la usi sia 1 o 2. Aspetto interessante è che esso deve essere collegato al background del personaggio, così, ad esempio, un guerriero con il pregio nella caratteristica magia potrebbe essere stato cresciuto da una strega. Il pregio è quindi l’unica meccanica simil-narrativa del gioco e per quanto marginale, risulta molto divertente nella sua casualità e in grado di creare personaggi più originali di quanto si possa credere.

L’ambientazione

L’ambientazione che ci viene proposta in L’Ultima Torcia è quella della Baronia del Grifone, la regione in cui si svolgeranno le avventure dei nostri giocatori. Come il regolamento, anche la Baronia è spiegata in pochissime pagine (sono poco meno di 50); essa rappresenta quanto di più classico ci si aspetterebbe da un mondo fantasy: gli elfi vivono nei boschi, i nani nelle montagne e gli umani, i più adattivi, prolificano ovunque. Una baronessa controlla le varie città che cercano di sopravvivere immerse in una terra ancora per larghi tratti selvaggia, piena di pericoli, mostri e magia.

Non vi sono particolarità in essa e se questo per alcuni potrebbe essere un difetto, a nostro avviso è in realtà un punto di forza; un’ambientazione troppo specifica o particolare, infatti, avrebbe spostato l’attenzione dall’obiettivo principale di LUT, ovvero la sopravvivenza dei personaggi in un mondo familiare ma decisamente ostile.

Il manuale di ambientazione presenta anche sette avventure giocabili come se fossero una piccola campagna, che però difficilmente giocherete tutte con i personaggi iniziali.

Il Bestiario

L’ultimo dei tre manualetti spillati presenta un bestiario abbastanza contenuto ma completo e riccamente illustrato, spesso con figure a pagina intera davvero belle e particolareggiate. Sfogliandolo ci si accorge che gli autori sono stati  accorti nell’inserire alcune sezioni molto utili per ogni game master. La prima riguarda i tesori che è possibile ricavare da un avversario sconfitto; la seconda invece spiega come un determinato mostro si comporta in battaglia. Queste sezioni sono utilissime, perché alleggeriscono il compito del game master, rendendo più agile la preparazione delle sessioni di gioco.

La recensione di L’Ultima Torcia: commento finale

Mentre scrivevo questa recensione di L’Ultima Torcia mi sono chiesto quale fosse il suo più grande pregio e perché mi piacesse così tanto giocarci. Riflettendoci su sono arrivato alla conclusione che LUT  riesca a fare perfettamente ciò che promette, ovvero creare un gioco di ruolo in cui i giocatori non possano mai sentirsi degli eroi e che li spinge a stare sempre pronti a reagire ad ogni imprevisto o sfida che piazzerà loro davanti.

Le meccaniche semplici si sposano perfettamente con un sistema mortale che premia i giocatori più tattici e collaborativi; elementi che danno grande  soddisfazioni quando si riescono a superare ostacoli inizialmente ritenuti insormontabili con una buona pianificazione.

Se dovessimo proprio trovargli un paio di difetti, alcuni equipaggiamenti vengono fatti costare troppo soltanto per impedire che inizialmente i giocatori possano avervi accesso. Inoltre avrei preferito dei manuali brossurati piuttosto che dei semplici spillati, che non rendono giustizia alla qualità dei materiali e delle illustrazioni.