Upload, serie di cui vi proponiamo la recensione, è approdata su Amazon Prime Video il 1 maggio e ha attirato l’attenzione fin da subito con la sua trama incentrata sulla presenza della tecnologia nelle nostre vite anche dopo la morte
TITOLO ORIGINALE: Upload. GENERE: Fantascienza/Commedia. NAZIONE: Stati Uniti. IDEATORE: Greg Daniels. CAST: Robbie Amell, Andy Allo, Chris Williams, Kevin Bigley, Owen Daniels. DURATA: 25-40 min. per episodio. DISTRIBUTORE: Amazon Prime Video. DEBUTTO IN ITALIA: 1 maggio 2020.
Tra risate, un pizzico di romanticismo e persino una vicenda thriller che si sviluppa nel corso dei dieci episodi di questa prima stagione, Upload è una comedy intelligente che ci fa riflettere su come la tecnologia e il capitalismo influenzino pesantemente le nostre vite. Il tema della morte viene affrontato con uno sguardo ironico ma che fa riflettere, portando alle estreme conseguenze l’impatto della digitalizzazione nelle nostre vite e anche dopo la morte.
Un mondo ultra tecnologico | Recensione Upload
Quante volte ci siamo chiesti fin dove è capace di spingersi lo sviluppo tecnologico? Quante volte abbiamo cercato di immaginare un futuro in cui la tecnologia abbia un ruolo chiave nelle nostre vite? La serie tv Upload lo ha fatto per noi, mostrandoci un’ipotetica vita futura in cui la tecnologia è riuscita a infiltrarsi anche nella nostra morte. Cosa fareste, infatti, se aveste la possibilità di trasferire la vostra coscienza in un mondo virtuale dove continuare a esistere dopo la morte fisica? Greg Daniels ha dato risposta a questa domanda, immaginando proprio un futuro in cui tutto ciò è possibile.
Ma Upload non è una serie tv ambientata in un futuro distopico dove le macchine hanno preso il sopravvento sulle vite umane e non lancia nemmeno una critica dichiarata e aperta all’eccessivo uso della tecnologia. Upload ci mostra invece un mondo in cui la tecnologia è totalmente integrata nelle vite degli esseri umani, tra auto a guida autonoma e cibo che viene stampato grazie ad apposite stampanti 3D. La serie tv però strizza l’occhio allo spettatore più attento, il quale è portato inevitabilmente a chiedersi se una vita così eccessivamente tecnologica possa essere davvero considerata migliore di quella attuale.
Trama e trailer | Recensione Upload
Upload è una serie Amazon Original di genere comedy-fantascientifica ambientata nel 2033, in un futuro in cui gli umani possono scegliere una realtà virtuale dove “caricarsi” dopo la morte. La serie segue le vicende di Nathan Brown (Robie Amell), il quale in seguito ad un incidente stradale, finisce in punto di morte e deve decidere se essere operato e rischiare di morire o se “caricare” la sua coscienza in un aldilà digitale. Il ragazzo, spinto dalla sua fidanzata, decide di eseguire l’upload contro la sua volontà e si ritrova così a Lakeviews, una realtà digitale in cui può avere tutto ciò che desidera, almeno finché può permettersi di pagare gli extra. Ben presto Nathan dovrà fare i conti con la lontananza dalle persone che ama e si accorgerà che quel paradiso digitale non è così perfetto come sembra. A complicare le cose è l’insorgere di sentimenti per Nora (Andy Allo), la ragazza del servizio clienti della realtà virtuale che guida Nathan nell’aldilà. Tra i due nascerà un profondo legame.
Tecnologia e capitalismo | Recensione Upload
La serie affronta il tema della presenza, a volte troppo invadente, della tecnologia nelle nostre vite, in un futuro che non è poi così tanto lontano da noi. Ma lo fa sempre con un tono leggero e divertente. In Upload il progresso tecnologico ha fatto sì che neanche la morte possa più essere considerata un limite perché la tecnologia può aggirarla. Se a primo impatto pensiamo che sia figo poter scegliere di caricare la propria coscienza in un aldilà virtuale e così vivere per sempre, ben presto, andando avanti con la visione, ci rendiamo conto che non è una condizione tanto ideale. Lo vediamo attraverso gli occhi di Nathan, ma anche attraverso quelli dei più longevi residenti di Lakeviews, come Dylan – condannato a rimanere per sempre nel corpo di un dodicenne -. A Lakeviews, così come in tutti gli altri “paradisi” digitali, le persone si ritrovano a passare l’eternità da soli o in attesa che le persone amate ancora in vita possano finalmente raggiungerle.
Ma come sempre, non è tutto oro ciò che luccica, perché se non tutti possono permettersi di trascorrere la propria morte nella lussuosa Lakeviews, neanche i residenti stessi possono permettersi gli aggiornamenti che il software propone: se vuoi un extra, devi pagare. Chi non ha abbastanza fondi, dunque, ha una vita ultraterrena grigia, misera e limitata, come ci viene mostrato per i residenti 2G, ovvero coloro che hanno solo due giga di memoria. E qui viene introdotto il tema del capitalismo, che si ripresenta anche nel caso di tutte quelle persone che non possono permettersi di farsi “caricare” in uno dei tanti paradisi virtuali esistenti. Ancora una volta i ricchi possono avere tutto, perfino il paradiso migliore, mentre la classe operaia è costretta ad accontentarsi. Non c’è parità di trattamento neanche dopo la morte. Ciò vale anche nella vita reale, dove solo i ricchi possiedono vero cibo, e gli altri si accontentano dei surrogati sintetici delle stampanti 3D.
Possiamo fidarci della tecnologia?
La tecnologia ha sicuramente facilitato le nostre vite in molti ambiti e oggi è difficile immaginare le nostre vite senza. Ci affidiamo ad essa con totale fiducia, considerandola parte integrante della nostra quotidianità. Upload, come vediamo in questa recensione, attraverso l’ironia ci porta a riflettere su quanto in realtà sia sicura la tecnologia. Pensiamo alla morte di Nathan: il suo incidente è stato causato da un’auto a guida autonoma, che viene considerata sicura e infallibile. Sebbene la verità sia un po’ più complicata, viene da chiedersi: l’incidente si sarebbe verificato lo stesso se a guidarla fosse stato un umano? È facile scorgere una non tanto sottile critica al recente sviluppo delle auto a guida autonoma e all’impossibilità di sostituire del tutto la componente umana in tantissime attività quotidiane.
Conclusioni
A pochi giorni dal suo debutto sulla piattaforma, la serie è stata rinnovata per una seconda stagione. A spingere Amazon verso un rinnovo così immediato sarebbe stato proprio il grande successo che la serie ha ottenuto a livello globale. Al termine di questa recensione possiamo dire che Upload è una serie tv che funziona. È accattivante, è leggera e a tratti divertente ma senza trascurare la trama e la storia, entrambe ben sviluppate. E soprattutto ha il merito di affrontare con toni leggeri e ironici il tema dell’invasione tecnologica nelle nostre vite.
Non c’è una critica aperta e spudorata e neanche un attacco diretto alla tecnologia vista come nemico dell’umanità. È lasciata allo spettatore la facoltà di scegliere da che parte stare. Upload, ribadiamo in questa recensione, piace e appassiona perché ci mostra un mondo che non è poi così tanto diverso dal nostro. Ci si appassiona alle vicende dei protagonisti e si ride dei paradossi rappresentati e soprattutto ci fa riflettere sul sistema economico e sullo sviluppo digitale che sono riusciti a dominare persino l’aldilà.
Voi avete visto Upload? Diteci cosa ne pensate nei commenti e se siete interessati ad altre serie Prime Video, qui potrete trovare alcuni consigli!
Punti a favore
- Trama ben sviluppata
- Ironia leggera
- Una storia che fa riflettere
Punti a sfavore
- Nessuno di rilevante
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