Scopriamo insieme, in questa recensione di The Callisto Protocol, se il titolo di Striking Distance può essere un buon appetizer prima dell’arrivo di Dead Space Remake: la risposta è no, ormai lo saprete già, ma vediamo insieme il perché
Era il 2019 quando all’interno dei PUBG Studios (ai tempi si chiamavano ancora PUBG Corporation) venne formato lo studio Striking Distance, capitanato da Glen Schofield uno dei papà di Dead Space, con l’intento di voler espandere l’universo di PUBG:Battlegrounds con un gioco narrativo e story-driven. Nonostante questa premessa The Callisto Protocol ottenne ben presto una sua identità e si discostò completamente da quel concept iniziale, e non solo, al progetto lavorarono altre figure come Steve Papoutsis (co-produttore di Dead Space), Scott Whitney (designer dell’omonima saga) e Christopher Stone, Animation Director di indovinate un po’? Esatto, Dead Space!
In più, altri 20-30 developer dell’ex studio Visceral Games e Sledgehammer Games hanno collaborato con Striking Distance Studio alla creazione di The Callisto Protocol. Capite quindi che era anche normale avere un certo tipo di aspettativa, ma come se ciò non bastasse cattive scelte di marketing ci misero sopra il carico da undici: The Callisto Protocol fu pubblicizzato come primo gioco ad essere un AAAA (quad A), un’esperienza horror eccezionale e un gameplay d’azione accattivante. Questi ragazzoni saranno riusciti nella loro impresa? No. Benvenuti nella nostra recensione di The Callisto Protocol!
It starts with one thing
Per ovvi motivi non vi faremo spoiler di trama, l’unica cosa che vi raccontiamo avviene letteralmente nei primi minuti di gioco e questo ci aiuterà nel descrivervi uno dei problemi principali di The Callisto Protocol: la mancanza di libertà data al giocatore. Il gioco inizia con il nostro protagonista Jacob Lee (interpretato da Josh Duhamel) che, insieme al suo compagno, Max Barrow sta eseguendo quello che per loro sarebbe dovuto essere l’ultimo lavoro prima di una meritata vita agiata: un trasporto merci dalla prigione Black Iron alla colonia Europa. Appena fuori dal perimetro di sicurezza di Callisto, Max nota l’accensione una spia sulla plancia di comando e tocca a noi andare a vedere che cosa succede. Arrivati nel retro della nave notiamo che siamo stati abbordati da un gruppo di terroristi chiamati Via Estrema ed è in questo momento che, teoricamente, dovremmo tornare nella cabina di comando senza farci vedere dai nemici. Se appena sentiamo il dialogo, invece, torniamo subito indietro, possiamo percorrere tutta la via a ritroso, senza che nessun terrorista salga sulla nostra nave e tornare alla cabine di pilotaggio… e non succede nulla. Perché?
Perché il gioco è programmato affinché noi, dopo aver scoperto dell’abbordaggio, seguiamo necessariamente il percorso che ci viene posto davanti, facendo in modo che la porta dietro di noi venga sigillata e che quindi vengano triggerati tutti gli eventi successivi, che permetteranno l’avanzamento della storia… e questa cosa già fa storcere un po’ il naso, ma vi assicuriamo che è solo la punta dell’iceberg. Ovviamente le cose si mettono male, ed è qui che possiamo vedere come il livello del doppiaggio italiano cali drasticamente, soprattutto a livello di recitazione (non entriamo troppo nello specifico per evitare spoiler), ma oltretutto i livelli dell’audio stessi sono sballati. Non sarà strano che durante i dialoghi le voci dei personaggi non si sentano perché troppo basse o che si senta addirittura un rumore di disturbo in sottofondo. Con il doppiaggio inglese questa cosa non succede… e meno male! Per il resto, a seguito di ciò che avviene, ci ritroveremo nella prigione di Black Iron come incarcerati insieme a una terrorista, Dani (interpretata da Karen Fukuhara, Kimiko di The Boys per capirci) dove ovviamente tutto quanto andrà ancora più a rotoli e noi ci ritroveremo a dover evadere durante… beh, questo lo lasceremo scoprire a voi!
I don’t know why… | Recensione The Callisto Protocol: hype mal riposto e dove trovarlo!
Ed eccoci nel cuore del gameplay di The Callisto Protocol finalmente, con una telecamera che richiama, per forza di cose, le stesse inquadrature di Dead Space. Possiamo notare però fin da subito che il gameplay del gioco di Striking Distance ha fin da subito un’identità tutta sua, con una semplice aggiunta: la schivata. Tenendo inclinata la levetta analogica sinistra durante l’attacco di un nemico, Jacob lo shiverà in automatico e se il nemico esegue una serie di attacchi in sequenza, dovremo alternare l’inclinazione della levetta tra destra e sinistra per continuare a schivare fino a che il nemico non finirà e potremo attaccare noi senza il rischio di essere più lenti di lui e subire dei danni.
Come arsenale Jacob si ritroverà sia un’arma bianca (un Manganello Elettrico) e sia diverse armi da sparo, iniziando con la classica pistola. Quando attacchiamo il mostro eseguiremo una combo, alla fine della quale sul corpo del nemico comparirà una specie di mirino per uno o due secondi: in quella finestra potremo mirare con la pistola (il nemico verrà agganciato automaticamente… la maggior parte delle volte per lo meno) e sparare da uno a tre colpi dipendentemente da quanto siamo veloci e dalla cadenza di fuoco della nostra arma. Insomma, come avrete capito si tratta di danni extra. A questo aggiungeteci il simbolico Guanto Stasi, con cui avrete la possibilità di acchiappare un nemico e lanciarlo, a patto che abbiate la carica necessaria per eseguire questa azione.
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Fin qui tutto semplice, e su carta funziona pure come cosa. Il problema è che, effettivamente il tutto funziona solo quando il nemico è da solo. Quando affronterete due o più nemici contemporaneamente la faccenda cambia radicalmente, ed è molto probabile che lo scontro si trasformerà in frustrazione molto presto, perché gli attacchi dei nemici non sono coordinati, quindi è normale che capiti di ritrovarsi contro attacchi non schivabili e prendere irrimediabilmente danno. E questo soltanto con i nemici che attaccano melee, immaginatevi se vi ritrovate contro una combo di mostri che attaccano sia da vicino e sia a distanza (e vi assicuriamo che ne troverete) e quindi la domanda: ma esiste un modo per ovviare a questa cosa? Sì e no.
Potenziando praticamente solo il manganello, il guanto stasi e la prima pistola che riceverete, con un minimo di coordinazione tra tasti e posizionamento potrete gestirvi le orde dei nemici che vi verranno contro, e vi spieghiamo anche come. Con il guanto avrete il controllo sul loro posizionamento, lanciando a distanza i nemici successivi al primo che vi verranno contro, col manganello e la pistola potenziati infliggerete abbastanza danni da uccidere un nemico prima che il secondo, che avete lanciato distante, si ritroverà vicino a voi per attaccare di nuovo. Giocando in qualsiasi altro modo si ritorna al punto di prima: rabbia, frustrazione e santi dei calendari che cadono uno ad uno.
In compenso nell’uno contro uno sarete praticamente invincibili, perché la schivata non ha bisogno di timing e non ha bisogno di una direzione specifica: vi basterà tenere inclinata la levetta (anche andando contro il muro) che Jacob schiverà qualsiasi attacco singolo melee a prescindere, distruggendo completamente la tensione del combattimento che teoricamente avremmo dovuto sentire.
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Se tutto questo vi sembra un bel problema, e lo è, il guaio è che i guai non sono ancora finiti. Un’altra informazione che arrivò di The Callisto Protocol prima dell’uscita fu che, a differenza di Dead Space, non avremmo un indicatore per la strada da seguire, e saremmo stati noi a dover trovare la strada giusta per avanzare nella storia. Questa su carta per un gioco Horror è un ottima cosa, proprio perché riesce a fare una cosa che a Dead Space ai tempi non riuscì: lasciare il giocatore in preda alle proprie paure… se non fosse che il level design di The Callisto Protocol è tanto semplice quanto basilare. Praticamente il gioco è un enorme corridoio, e seppur all’inizio sia piuttosto ben nascosta come cosa, avanzando nel gioco questo camuffamento va mano a mano a scemare rivelando il gioco per quello che è.
Ogni tanto potremo trovare dei bivi che ci porteranno a qualche oggetto extra (munizioni, cure, soldi, audiolog o schemi per le armi) e che potranno avere due opzioni: vicolo cieco, quindi ci toccherà tornare indietro, oppure faremo tutto un giro che ci riporterà o un po’ prima o un po’ dopo il bivio che abbiamo preso. Se vi state chiedendo, giustamente, qual è il problema in tutto questo, la risposta è presto detta: i checkpoint. Imboccando la strada giusta avanzerete nella storia, e questo lo potrete intuire quando innescherete un checkpoint a schermo, che è l’unico modo per capire di stare andando nella direzione giusta. Se siete però dei completisti? Be’ in questo caso dovrete tornare indietro e prendere ogni singolo bivio che vi siete lasciati alle spalle. Solo che tornando indietro non innescherete il checkpoint precedente, e quindi se morirete dovrete rifare ogni singolo bivio ogni volta dal checkpoint avanzato che avete triggerato.
Se a questo ci aggiungete un inventario davvero limitato, la cui unica maniera per aumentarlo è avanzare nella storia e ottenere la tuta spaziale, be’, capiterete che con tutte le cose che avete la possibilità di prendere sarete obbligati a lasciare qualcos’altro indietro. Perché è vero che esiste un negozio dove poter vendere le cose extra per del denaro (che vi servirà per potenziare il vostro equipaggiamento), ma non esiste un deposito comune a tutti i punti vendita. O meglio, non esiste proprio un deposito dove poter lasciare le vostre munizioni extra che volete salvare per un altro momento.
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Ed è per questo che il gioco non lascia lo spazio al giocatore. Se non giocherete The Callisto Protocol nel modo in cui il gioco stesso vuole che venga giocato, è molto probabile che piuttosto che con del divertimento avrete a che fare con muri di ansia e frustrazione, nella speranza di trovare al più presto un punto vendita per liberarvi spazio dall’inventario. E, soprattutto, pregherete di incontrare non più di due nemici in contemporanea, sempre nella speranza che abbiate potenziato a modo l’equipaggiamento per permettervi di avere spazio di manovra.
S’, ma i boss? Come funziona tutto questo contro di loro? Beh… non funziona. O meglio, dato che i “boss” praticamente sono solo due, di cui il primo viene ripetuto più volte, li affronterete sempre uno contro uno… quindi avete intuito bene, il meccanismo è sempre lo stesso: schiva a destra, schiva a sinistra, aspetta che il boss finisca la sua sequenza di colpi (tutti melee) e contrattacca col manganello più colpi extra di pistola. Anche i nemici non sono tanti, praticamente abbiamo dieci tipi diversi con inclusa qualche variante, ma sempre di quel nemico si tratta, e con nostro rammarico nessuno è così memorabile da dover venire menzionato.
Non dovrete, però, sempre fare il Rambo della situazione, ci sono alcune volte (tra cui un intero capitolo di storia) dove il gioco vi consiglia fortemente di agire in stealth contro i nemici. Nemmeno questa parte è fatta bene, in realtà, e ci siamo ritrovati più e più volte a fare un uccisione stealth a un nemico cieco e con un suo compagno letteralmente a due passi da noi. Morale della storia: nonostante abbiamo fatto un rumore assurdo, l’altro nemico, con la scusa della cecità, “non vede e non sente niente” e noi possiamo tranquillamente fare un giro largo per andargli alla schiena e accoltellare anche lui. Ci sono sezioni in cui puoi fare questa cosa di fila con anche otto nemici di fila. Non pensiamo serva aggiungere altro.
But in the end…it doens’t even metter | Recensione The Callisto Protocol: hype mal riposto e dove trovarlo!
Magari non sembra dopo tutto quello che abbiamo scritto, ma Callisto Protocol ha anche dei punti di forza: ambientazione e comparto grafico. Ogni singola ambientazione del gioco è molto ben curata, ci sono tanti piccoli dettagli tutti da scoprire e vi assicuriamo che non sarà strano che vi fermiate spesso per vedere tutto ciò che vi circonda e ogni tanto rimarrete a bocca aperta, sempre che non ci siano dei nemici nelle vicinanze si intende. Quando il level design funziona “as intended” vi ritroverete davvero persi su Callisto, e questo rischierà seriamente di mettervi in soggezione.
Il doppiaggio inglese (vi consigliamo caldamente di non giocarlo con il doppiaggio italiano) è molto ben realizzato e i modelli in game, specialmente il viso, sono molto più vicino al concetto di fotorealismo di quanto possiate immaginare. Infatti ci chiediamo ancora come un gioco del genere riesca a girare in maniera pseudo decente su console di vecchia generazione. Seppur al giorno d’oggi siano uscite diverse patch vi confermiamo che la situazione è molto migliorata rispetto all’inizio (specialmente in ambienti Xbox Series X/S e PC), ancora il gioco a livello tecnico non è perfetto, su Playstation 5 verso la fine abbiamo avuto diversi cali di frame rate abbastanza frequenti e ogni volta che si apre una porta tagliando il cavo il gioco ha un fenomeno di stuttering che dura nemmeno mezzo secondo, ma se ci fate caso la prima volta vi assicuriamo che sarà una di quelle cose che non potrete più non vedere.
Abbiamo avuto occasione di giocare inizialmente con la versione per Xbox Series X, ma non vi nascondiamo che abbiamo fatto presto a cambiarla con la versione Playstation 5, dove il pacing del gioco è migliorato sensibilmente (avendoci potuto giocare prima dell’uscita delle varie patch correttive).
They tried so hard
Per tutto il resto ci dispiace enormemente scriverlo al termine di questa recensione, ma The Callisto Protocol per noi raggiunge a malapena la sufficienza, troppe cose da rivedere e aggiustare, un marketing sbagliato, una storia abbastanza banale e intuibile fin dalle prime battute di gioco, un over hype creato solo per i nomi che c’erano dietro al gioco, e per concludere poi con quel finale che… Male male.
The Callisto Protocol è attualmente disponibile su PC, PS4, PS5, Xbox One e Xbox Series X | S. Fateci sapere se lo avete giocato e che cosa ne pensate qua sotto nei commenti, noi continueremo a tenervi aggiornati con tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech! E se siete interessati a chiavi di gioco a prezzi vantaggiosi, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di InstantGaming!
Punti a favore
- Ambientazione ben curata e molto suggestiva
- Comparto grafico eccezionale
- Un gameplay che, sulla carta, funziona...
Punti a sfavore
- ... solo se viene esperito come vuole il gioco
- Level design fin troppo basilare
- Storia abbastanza intuibile
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