Videogiochi: in Spagna potrebbero essere presto definiti “beni culturali”. A proporlo la Biblioteca Nacional de EspaƱa a Madrid
I videogiochi potrebbero presto diventare parte del patrimonio culturale spagnolo. Ad aprire la porte a questo medium la Biblioteca Nacional de EspaƱa (BNE). Questo magnifico istituto librario ĆØ anche uno dei poli museali più antichi del paese. Fondata nel 1712 dal re Filippo V, la Biblioteca ĆØ uno dei poli culturali più importanti di Spagna. Ma cosa c’entra coi videogiochi?
La direttrice Ana Santos ha firmato un’interessante proposta di riforma al sottosegretario alla cultura, Javier GarcĆa. La riforma vorrebbe modificare i termini della Ley de Depósito Legal, la legge che regola la natura dei documenti che possono entrare a far parte del Ā«patrimonio bibliografico, sonoro, visuale, audio-visuale e digitale della cultura spagnolaĀ». Santos, in questo caso, ha chiesto che anche i videogiochi, siti web, manifesti elettorali e segnalibri possano entrare a far parte di questi documenti.
Lāannuncio ĆØ stato dato anche via Twitter. Sullāaccount ufficiale della BNE si legge:
Hemos propuesto una reforma de la norma que regula el depósito legal para que contemple los nuevos formatos de creación digital, especialmente el caso de los videojuegos https://t.co/CtuIGHTHCG
— Biblioteca Nacional de EspaƱa (@BNE_biblioteca) July 16, 2019
Abbiamo proposto una riforma della norma che regola il deposito legale affinchƩ contempli i nuovi formati di creazione digitale, soprattutto i videogiochi.
In un successivo tweet aggiunge: Ā«in questa proposta si raccolgono le regole della conservazione dei videogiochi, ma anche di altri contenuti: siti web, manifesti elettorali, segnalibri, e altriĀ». In un’intervista al quotidiano El PaĆs, Santos ha dichiarato che che Ā«i videogiochi saranno beni dāinteresse culturale nel futuro perchĆ© hanno un valore culturale importantissimo in quanto creazioni artisticheĀ». PerchĆ© i videogiochi entrino effettivamente a far parte dei beni culturali, però, occorrerĆ che passi la proposta.
Videogiochi: la Biblioteca Nacional de EspaƱa simbolo di una tendenza del paese
La BNE ha richiesto il supporto di alcuni operatori di settore, come la Asociación EspaƱola de Videojuegos. C’ĆØ però un problema: Santos ha sottolineato che l’istituto non ha mezzi idonei a conservare un patrimonio di tipo digitale. Serviranno, quindi, nuove figure professionali che dovranno aiutare le istituzioni nello scegliere che cosa conservare e perchĆ©. Questi nuovi professionisti vengono indicati come āconservatori webā, e in Spagna esistono giĆ percorsi di formazione dedicati. Il progetto della nuova legge dovrĆ , poi, tenere conto del ruolo delle ComunitĆ Autonome (entitĆ simili alle nostre regioni): anche loro, in collaborazione con l’istituto, potranno decideranno quali saranno i siti web da conservare. L’obiettivo, ha spiegato Santos, ĆØ quello di Ā«ottenere la miglior rappresentativitĆ del mondo di internetĀ».
La Biblioteca Nacional, in realtĆ , dispone giĆ di un notevole patrimonio digitale: solo nel 2018, dal suo sito sono stati scaricati ben 6,2 milioni di documenti. DisponibilitĆ che potrebbe crescere, perchĆ© la proposta di riforma include unāaltra clausola: gli editori che depositano libri presso la BNE dovranno depositarne anche una copia digitale.Ā
Nonostante possa sembrare una proposta un po’ bizzarra, considerando la storicitĆ della Biblioteca, in realtĆ questa notizia non ĆØ poi cosƬ sorprendente. La Spagna ha sempre manifestato un profondo interesse per il settore dei videogiochi. A Barcellona, per esempio, si tiene Gamelab, uno dei più importanti congressi europei sul tema! Il ministro della cultura, JosĆ© Guirao, ha partecipato allāedizione di questāanno e ha dichiarato che i videogiochi rappresentano Ā«lāindustria culturale col più alto potenziale, ed ĆØ strategica per questo ministeroĀ». Per lāoccasione Guirao aveva anche annunciato un programma di sostegno al settore, con un fondo di ben 2,5 milioni di euro.
La Biblioteca Nacional de EspaƱa a Madrid
L’eterna polemica: videogames come arte o svago?
La “classificazione” dei videogame non ĆØ un tema recente. Ć da anni, infatti, che si discute se considerarli una nuova forma d’arte o una semplice forma di intrattenimento. Ć innegabile, però, che i videogame, come teatro e cinema, siano nati come gioco ma che poi si siamo evoluti in qualcosa di diverso. Hanno preso a raccontare i nostri sogni, le nostre paure, i nostri sentimenti. Sono diventati la cartina al tornasole dei tempi che corrono, come prima di loro hanno fatto libri e film.
I luoghi da fiaba, le creature mitiche, le storie di coraggio e valore, non sono forse simili a quelle che riempiono le pagine di grandi classici della letteratura? Le esplorazioni esotiche, le dimore da brivido e gli amori travolgenti non sono le stesse cose che ci fanno trattenere il respiro al cinema? I videogiochi stessi hanno preso a ispirazione capolavori dell’arte e dell’architettura per realizzare i loro mondi di gioco, o hanno rielaborato le storie che toccano da sempre le nostre corde più profonde. Prendete questi giochi brevi ma emozionanti, per esempio. Sono “solo” svago, un modo per riempire qualche ora, o comunicano qualcosa di più?
Cosa ne pensate di questa notizia? Pensate anche voi che i videogiochi debbano far parte del nostro patrimonio artistico e culturale, o dovrebbero rimanete solo puro intrattenimento? Raccontateci nei commenti e restate con noi per le prossime novitĆ !Ā
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