Bentornati al terzo appuntamento della nostra rubrica “Voce alle donne”, uno spazio interamente dedicato all’universo femminile. Oggi vi parleremo dell’acclamata serie tv Unorthodox
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento di prodotti interamente dedicati alle donne: film, ma anche serie TV di grandissimo successo, che sono riusciti a portare sul piccolo e grande schermo alcuni dei “drammi” e delle difficoltà dell’essere donna. Per questo motivo, con la nostra rubrica “Voce alle donne”, vogliamo parlarvi di quelli che, secondo noi, sono i film e le serie tv che meglio rappresentano il mondo delle donne e le loro battaglie per la parità dei diritti.
Dopo avervi parlato della lotta per l’emancipazione nel giornalismo rappresentata in Good Girls Revolt e The Bold Type, oggi cambiamo registro e vi presentiamo la tanto discussa e acclamata Unorthodox. La serie getta uno sguardo su una realtà poco conosciuta e racconta una storia di coraggio e di emancipazione.
Trama e trailer – Unorthodox
Unorthodox è una miniserie televisiva basata sull’autobiografia di Deborah Feldman Ex ortodossa. Il rifiuto scandaloso delle mie radici chassidiche. La serie segue le vicende della diciannovenne Ester (Esty) Shapiro, una ragazza di fede ultra-ortodossa chassidica che vive nel quartiere di Williamsburg, a Brooklyn, dove è costretta a seguire le rigide regole della comunità. Esty, come tutte le donne della comunità, non può leggere la Torah, cantare o studiare musica: è destinata solo a concepire figli. Il matrimonio combinato e il concepimento del figlio diventano un peso insopportabile e ben presto decide di scappare a Berlino e rifarsi una nuova vita. In questa città scoprirà il mondo “reale” e comincerà a conoscere se stessa.
https://www.youtube.com/watch?v=wt7YcCJwNH0
La ribellione e la fuga per la libertà – Unorthodox
Non tutte le donne all’interno della comunità di ebrei chassidici nella quale vive Esty sono consapevoli dell’oppressione imposta dal loro ruolo di mogli e madri. Le donne vivono in uno stato di perenne inferiorità: non possono leggere né cantare, perché la voce femminile potrebbe sedurre; i matrimonio sono combinati; la sessualità è un tabù e nessuno può parlare la lingua inglese. Ma Esty, proprio come sua madre, sentirà ben presto il richiamo della libertà e non avrà paura di ribellarsi pur di fuggire da quel mondo diventato opprimente.
Proprio come una sorta di moderna Madame Bovary, Esty sperava nel matrimonio per poter conseguire finalmente una vita felice. Ma ben presto si renderà conto che la vita da moglie, imposta dalla sua comunità, non prevede nessuna gioia per lei; solamente doveri. Ma Ester è consapevole che c’è un mondo da scoprire e non si accontenta di vivere seconde le regole imposte della sua comunità. Il suo primo atto di ribellione sarà quello di prendere lezioni di piano in segreto. E inseguirà il suo sogno anche a Berlino, dove decide di fare un’audizione per entrare nel conservatorio della città, spinta proprio dal suo amore per la musica. Ci pare assurdo pensare che tutt’oggi ad alcune donne sia vietato suonare o cantare, ma grazie a questa serie tv apprendiamo che fatti del genere accadono realmente. Ester ci insegna che il coraggio deve essere sempre più forte della paura per poter sfuggire a una vita opprimente e infelice.
Uno sguardo su una realtà poco conosciuta – Unorthodox
Unorthodox ci dà la possibilità di conoscere una realtà di cui finora avevamo sentito parlare ben poco: quella degli ebrei chassidici. Il chassidismo è un movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso. Chi segue questa dottrina è spesso molto ligio alle regole scritte nel Talmud, e per questo gli ebrei chassidici vengono spesso definiti “ultraortodossi”. Nei soli quattro episodi della serie ci sono fornite tutta una serie di informazioni che ci permettono di conoscere un po’ meglio questa realtà sicuramente molto interessante. Sebbene sia impossibile conoscere fino in fondo questa complessa realtà in così poco tempo, la serie fornisce comunque abbastanza completo ed esaustivo e al tempo stesso infonde nello spettatore la curiosità di documentarsi ulteriormente. Inoltre la serie ha fatto una scelta che si è rivelata vincente: quella di utilizzare la lingua Yiddish, la lingua utilizzata proprio da queste comunità. Si tratta della prima serie Netflix ad utilizzare questa lingua, e ciò fa di questa serie un piccolo gioiello all’interno del vasto catalogo della piattaforma di streaming.
Quando la sessualità è un tabù – Unorthodox
Unorthodox, tra le tante cose, ci mostra cosa può succedere nella vita di una donna quando questa viene mal preparata al contatto con la sua sessualità. Prima del matrimonio, ad Esty viene semplicemente insegnato che una moglie deve far sentire il proprio marito il Re a letto – ma non è consequenziale che lei sia la regina – mentre lei deve essere semplicemente “un recipiente”; le è stato detto che il sesso è un banale atto meccanico per procreare e niente più. Tutto ciò la fa cadere in uno stato d’ansia che non le permette di fare ciò che ci si aspetta da lei: mettere al mondo un figlio.
Le viene diagnosticato il vaginismo e non importa se l’atto sessuale le provoca dolore, ciò che conta è che lei adempia al suo dovere. Viene definita “guasta”, perché una donna che non può dare un figlio al marito non è degna di essere definita tale. Per Esty il suo corpo è uno sconosciuto con cui non è mai entrata in contatto, un corpo da nascondere e semplice veicolo per mettere al mondo dei bambini. Sarà dopo il suo arrivo a Berlino che Esty comincerà a guardare il suo corpo con uno sguardo nuovo e curiosità e con rinnovata fiducia in se stessa.
Una protagonista intensa – Unorthodox
Sebbene quattro episodi possano sembrare pochi per poter entrare in sintonia con i personaggi, riusciamo invece a provare una forte empatia per la giovane Esty. Amiamo la sua fragilità e, allo stesso tempo, la sua forza d’animo che la spinge a superare i suoi limiti e le sue paure; amiamo il suo coraggio nell’affrontare un viaggio tanto difficile e la sua voglia di conoscere il mondo “reale”, quello che le è sempre stato negato; e amiamo la sua voglia di sperimentare e scoprire cose nuove. A rendere questo personaggio così realistico e intenso è l’eccezionale attrice israeliana Shira Haas. La giovane attrice è riuscita a donare lo spessore necessario a questo personaggio, mostrandocene ogni sentimento e ogni sfumatura e interpretando magistralmente un ruolo di certo non facile. Il fatto, poi, che la Haas – come la gran parte del cast della serie – sia di religione ebraica rende sicuramente la sua performance molto più accurata.
Perché vedere questa serie
Unorthodox è una serie vincente sotto tutti i punti di vista. Innanzitutto per la scelta del tema raccontato, capace di mostrarvi una realtà che molto probabilmente non conoscevate e di cui diventerete sempre più curiosi. Il cast è giovane e sicuramente molto talentuoso e inoltre la scelta della lingua Yiddish rende la storia ancora più realista e avvincente. Unorthodox è una storia di coraggio e di emancipazione, che sa commuovere e appassionare.
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