In questa recensione andremo a scoprire Eyes in the Dark: the Curious Case of One Victoria Bloom, il roguelite che vi farà accendere la luce
I roguelite sono uno dei generi più apprezzati ultimamente. La possibilità di vivere ogni partita con un approccio diverso, tende a rendere questi titoli molto rigiocabili. Diversificare la propria strategia per arrivare fino a fine gioco, è sicuramente l’aspetto che più attrae i videogiocatori. Cercare di superare se stessi, spingersi oltre quel nemico che sembra insormontabile e raggiungere la fine del viaggio dona un senso di soddisfazione che solo pochi titoli sanno regalare. Ma sarà così anche per questo? Non ci resta che iniziare la recensione di Eyes in the Dark per scoprirlo.
Una storia di luci e ombre
Il tutto ha inizio con un viaggio in treno per visitare la famosa villa dei Bloom. Nel gioco vestiremo i panni di Victoria Bloom, una ragazza che farà di tutto per salvare suo nonno Victor dalle grinfie dei mostri delle ombre. Il tema principale è per l’appunto il convivere di luci ed ombre, con la loro continua lotta per sopraffare la controparte. Punto focale per questa avventura sarà la nostra torcia, in grado non solo di illuminare il maniero, ma anche di sconfiggere i vari mostri che lo popolano.
Salvare nonno Victor tuttavia non sarà così semplice e nel farlo sicuramente periremo molte volte prima di riuscirci. Questo ci permetterà di capire più a fondo le meccaniche del gioco e la storia che vi è dietro la villa dei Bloom, una famiglia nota per avere nelle sue file dei rinomati inventori, ricercatori e scienziati. Ognuno di loro ha apportato delle modifiche alla villa, rendendo le varie stanze che andremo a percorrere così come le vediamo. Per passare da una all’altra dovremo sconfiggere il relativo boss dell’area e scegliere il percorso che più ci piace. Tuttavia, morire ci farà respawnare ogni volta all’ingresso e modificherà le varie stanze.
Una torcia, una fionda e delle scarpette – Recensione Eyes in the Dark
Sebbene all’inizio si presenti come una semplice torcia a pile, nel corso della nostra avventura potremo sbloccare dei power-up molto utili che ci permetteranno di potenziarla sempre più. Con questi saremo in grado non solo di potenziare il raggio e infliggere più danni, ma anche di cambiare il fascio di luce in base alla lampadina che abbiamo selezionato. Potremo infatti contare su vari “coni” di luce ognuno dotato non solo di una forma particolare, ma anche con delle proprietà uniche.
A corredo troviamo poi anche un’utilissima fionda per colpire i nemici più distanti e delle scarpette che ci permetteranno di saltare più in alto, effettuare doppi salti oppure rallentare la nostra caduta. Tutti questi tre oggetti saranno poi potenziabili grazie a opportuni power-up che potremo trovare nel corso della nostra avventura o acquistarli presso l’emporio.
Tuttavia questi non saranno gli unici modi per ottenerli. Una volta sconfitti tutti i vari boss e ogni volta che moriremo nel tentativo di farlo, ci verranno dati dei punti conoscenza in base alle statistiche della nostra avventura che ci permetteranno di acquistare dei potenziamenti per riparare la Metamacchina nell’atrio, aggiungere nuovi oggetti nei forzieri e nell’emporio e sbloccare i bonus da selezionare nelle aree di transizione. Grazie a questi sarà possibile vivere la nostra esperienza in maniera ancora più sciolta, arrivando al nostro obiettivo senza troppa fatica.
Sebbene quindi progredire sarà più facile via via che giocheremo, passare da una stanza all’altra ci metterà davanti a scelte difficili. Più si va avanti, più i nemici diventano pericolosi, questo è ovvio; tuttavia cambiare stanza ci permetterà di ottenere un bonus, ma anche un imprevisto. Fortunatamente saremo in grado di scegliere la combinazione che più si adatta al nostro gioco, ma non aspettatevi di certo una discrepanza molto elevata fra buff e nerf.
Bianco e nero, per uno stile retrò – Recensione Eyes in the Dark
La scelta di uno stile che richiami il passato è subito visibile fin dal primo avvio del gioco. Non solo la grafica, ma anche lo stile narrativo richiamano i primi anni della cinematografia, quando il cinema muto la faceva da padrone. Puntare sul bianco e nero quindi non solo dà una continuità con lo stile selezionato dagli sviluppatori, ma influisce anche sulla meccanica del gioco e sul contrasto tra luci e ombre.
Sebbene quindi sullo stile grafico non si possa minimamente discutere, tuttavia è proprio questo aspetto a sollevare uno dei problemi principali. Nelle fase concitate, infatti, la schermata potrebbe sembrare fin troppo impegnativa da decifrare. Sfondo, nemici, proiettili e qualsiasi tipo di elemento a schermo potrebbero creare dei grattacapi. Vi sarà qualche difficoltà a distinguere il tutto, rischiando di compromettere in maniera significativa la nostra avventura.
Nulla da ridire invece sul comparto audio, con una colonna sonora che ha saputo intrattenerci adeguatamente durante l’avventura. Anche l’esperienza generale è risultata molto positiva, nonostante la presenza di qualche piccolo bug del tutto insignificante, fortunatamente, ai fini della nostra avventura. Il test è avvenuto sulla seguente configurazione:
- Sistema operativo: Windows 11
- Processore: AMD Ryzen 9 3900x
- RAM: 16 GB DDR4
- Scheda video: Nvidia GeForce RTX 3070 Ti
- DirectX 12
Illuminate il buio
Siamo ormai giunti alla fine di questa recensione relativa a Eyes in the Dark: the Curious Case of One Victoria Bloom ed è quindi arrivato il momento di tirare un po’ le somme. Sebbene non si presenti come un enorme gioco, in fin dei conti il maniero non poteva essere un castello infinito, lo stile si presta tantissimo alla rigiocabilità , regalandoci alcune ore di spensieratezza. L’opposizione di luci e ombre governa tutto il nostro percorso. Tuttavia, proprio questo accostamento di nero e bianco alla fine tende a creare qualche problema nei momenti più concitati delle battaglie.
Nonostante ciò però il comparto tecnico risulta ben curato e gradevole per la nostra avventura. Il tutto è reso possibile anche da una difficoltà non eccessiva, che sa comunque creare una buona sfida, soprattutto per chi è alle prime armi. Non ci sarebbe dispiaciuta, tuttavia, una difficoltà maggiore, magari da scegliere a inizio gioco, che rendesse l’esperienza più punitiva. Un fattore che può influire, almeno inizialmente è anche la meccanica stessa del gioco. Saltare con il grilletto destro non è intuitivo e tutti gli amanti dei platform potranno confermarlo. Tuttavia questo è un problema facilmente risolvibile dopo qualche minuto di gioco.
Vi ricordiamo che il titolo è disponibile per PC via Steam, al prezzo consigliato di 12,49 €, un prezzo più che giusto data l’esperienza fornita. Se invece questo prezzo non vi soddisfa, potete visitare la pagina di Instant Gaming per trovarlo in leggero sconto. Per questa recensione di Eyes in the Dark: the Curious Case of One Victoria Bloom è ormai tutto. Per non perdervi future news e recensioni riguardanti l’universo videoludico, continuate a seguire le pagine di tuttoteK!
Punti a favore
- Tema luci e ombre
- Narrazione leggera
- Buon livello di difficoltà ...
Punti a sfavore
- Difficoltà visive nelle fasi concitate
- ...sebbene si potesse osare un po' di più
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