Fondere due generi non sempre è una carta che può risultare vincente, specialmente se complessi come quello survival e quello RPG. Gli sviluppatori di Nine Dots Studio saranno riusciti nella loro impresa con Outward? Scopriamolo insieme nella nostra recensione!
Si sa, creare titoli accattivanti e che possano essere unici non è sempre facile. Ultimamente per rendere il tutto più accattivante stiamo notando la nascita, soprattutto fra gli indie, di titoli ibridi che alcune volte ci regalano emozioni positive e altre no. Outward ha racchiuso in sé meccaniche RPG fuse con altre che arrivano dall’universo survival, creando un titolo del tutto particolare che può essere un’arma a doppio taglio. Diamo inizio questa recensione per scoprire come si presenta il titolo e le sue potenzialità.
Outward: un mondo vasto e un inizio lento | Recensione
A inizio gioco, dopo una breve e alquanto striminzita personalizzazione del nostro personaggio, ci ritroveremo in un mondo vasto, lasciati a noi stessi e con poche, se non minime, informazioni sulle meccaniche del gioco. Dopo qualche discorso e il trasferimento nella nostra casa, finalmente inizia il nostro viaggio, ricco di insidie e mistero che ci porterà nel vasto mondo di Outward.
Il gioco è un po’ lento ad ingranare non tanto per le meccaniche RPG, quanto per quelle survival. Sebbene non sarà difficile equipaggiarsi un minimo e comprendere i vari tasti di gioco, il problema principale sarà capire come rifornirsi di cibo, acqua e tutti gli oggetti che potranno tornare utili durante il corso della nostra esplorazione. Questa fase del gioco non sarà facile, sia per i vari cambiamenti climatici che potrebbero colpire la regione, sia per i vari nemici disseminati nella stessa.
In nostro soccorso arriva la possibilità di poter condividere lo schermo con un amico (ammesso che si disponga di un pad o due), permettendoci di avere un leggero vantaggio. A questo aiuto si somma la possibilità di poter giocare online con altre persone, facendo diventare questo ibrido di generi, un multiplayer niente male.
Outward: sistema di combattimento e meccaniche | Recensione
Il sistema di combattimento non è dei migliori e, specialmente nelle prime ore del gioco, sconfiggere anche la più semplice delle creature non sarà facile, figuriamoci i vari banditi che brancolano in queste lande. Vi servirà molta pazienza per riuscire a racimolare quel denaro utile per permettervi un equipaggiamento di tutto rispetto e gli imprevisti non mancheranno sicuramente. Ai nemici infatti si sommeranno stanchezza, fame, sete, freddo, caldo e altre caratteristiche di stato che potranno inficiare sul vostro rendimento.
Per recuperare energia e vita si potrà anche dormire. Tuttavia quest’azione, che può sembrare così banale, nasconde delle insidie. Durante il vostro sonno infatti, potrete essere attaccati da vari nemici, costringendovi a svegliarvi. A queste ore tuttavia potrete intervallare ore di veglia e riparazione, nelle quali potrete riparare la vostra attrezzatura e vigilare in attesa di qualche movimento sospetto.
Pur essendo un RPG, non vi saranno dei livelli che vi permetteranno di aumentare le vostre caratteristiche. La vostra abilità nell’arma sarà data dal vostro “allenamento”. Sarà possibile, tramite pagamento, acquisire delle nuove abilità dal relativo istruttore. Ciò vi permetterà di destreggiarvi meglio negli scontri e infliggere ingenti danni agli avversari. Tuttavia, come accennato precedentemente, il sistema di combattimento presenta alcune lacune. La lentezza nello sferrare attacchi e nel mettersi in posa per parare causerà non pochi problemi durante gli scontri con più avversari.
Un’altra nota dolente deriva da una mappa non propriamente fedele al mondo. Il problema principale non riguarda l’ubicazione dei vari luoghi riportati, quanto i sentieri che li collegano. Sulla mappa ne sono rappresentati solo alcuni e l’assenza di un segnalino che indichi la nostra precisa posizione pregiudica il nostro viaggio. Una volta sconfitti, ci sveglieremo sempre in luoghi diversi e non sempre sarà facile capire dove ci troviamo e come tornare indietro.
Outward: il comparto tecnico non è dei migliori | Recensione
Ad un primo sguardo si può notare un’enorme carenza per quanto riguarda il comparto grafico del videogioco. Texture e modelli infatti sembrano quelli di videogiochi vecchi di una decina d’anni, anche avendo le impostazioni al massimo. Oltretutto il gioco non è ottimizzato al meglio e infatti richiede più risorse della scheda grafica di quante non dovrebbe un titolo simile. Unica e magra consolazione deriva dai paesaggi piuttosto carini e caratteristici.
Neanche il comparto audio eccelle, ma almeno si destreggia leggermente meglio rispetto a quello grafico. Unica pecca riguarda i dialoghi fra i vari personaggi appena accennati dalle voci dei doppiatori. Parlando con i vari cittadini potremo sentire la loro voce solo nella prima frase del discorso, come se questi non fossero importanti. È vero che un videogiocatore potrebbe trovare noiosi tutti i discorsi, ma in questo modo è ancora meno intenzionato ad ascoltarli e/o leggerli.
I comandi, sebbene siano ben organizzati su tastiera e mouse, risultano alquanto complicati e macchinosi giocando con il pad. Sicuramente l’idea di spalmare gli 8 comandi veloci con la meccanica selezionata dagli sviluppatori non ripaga assolutamente. Inoltre la lentezza con la quale reagisce il nostro personaggio agli input dati causa non pochi problemi a livello di gameplay.
Outward: conclusioni finali | Recensione
Siamo ormai giunti alla fine di questa recensione ed è arrivato il momento di tirare un po’ le somme. Sebbene Outward si presenti come un azzardo di mix di generi, il risultato finale ripaga gli sviluppatori di Nine Dots Studio. Lento, a volte anche troppo, inizialmente, nelle fasi successive si dimostra più dinamico e coinvolgente. La difficoltà nelle prime fasi a volte risulta essere eccessiva e difficilmente riusciremo a concludere qualcosa di importante.
Sebbene l’idea di fondo sia ben strutturata, alcune pecche nel comparto tecnico vanno a compromettere quello che è il risultato finale, rendendolo un prodotto alquanto mediocre da questo punto di vista. Il sistema di combattimento, appesantito dai problemi tecnici legati ai comandi, non è dei migliori e causerà qualche problema, almeno finché non si comprende il timing giusto. Nonostante questi problemi, la vastità del mondo, le varie difficoltà che incontreremo (nemici, imprevisti vari e così via) e il sistema di respawn randomico, danno al giocatore un pizzico di brio in più, rendendo Outward un titolo imprevedibile e degno di nota.
Voi cosa ne pensate di questo titolo? Lo acquisterete o lo avete già provato? Fateci sapere la vostra. Per questa recensione ormai è tutto. Vi ricordiamo che il gioco è disponibile per PlayStation 4, Xbox One e PC al prezzo consigliato di 39,99 €. Per non perdervi nessuna novità nel mondo videoludico, continuate a seguire le pagine di tuttoteK!
- Gioco d'avventura, fantasy, open-world con un senso di immersione e simulazione
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Punti a favore
- Paesaggi dinamici
- Mix ben riuscito
- Buona longevità
Punti a sfavore
- Comparto tecnico deludente
- Sistema di combattimento lento
- Lentezza nell'ingranare
- Dialoghi appena accennati
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