Quando si dice “felici come una Pasqua”: il Mese di Yoshi ci porta verso l’albero della cuccagna, nella retro-recensione di Yoshi’s Story
Siamo partiti con il Mese di Yoshi con la recensione di Super Mario World, per poi parlare del sequel-però-prequel ambientato nell’infanzia del baffone: a questo punto, tanto vale tagliare la testa al toro e dare al lucertolone un ruolo da protagonista assoluto, ed è da questa premessa che nasce Yoshi’s Story. In un curioso caso di “verginità videoludica”, l’amante indefesso della Grande N che vi sta scrivendo non aveva mai assaggiato il capitolo per Nintendo 64 prima della stesura dell’articolo. “E avendone ben donde”, avrebbe tuonato il sottoscritto ai primi dieci minuti di gameplay. Sbagliando.
In realtà, scollegandosi dai cardini marieschi il dinosauro pacioccone è riuscito a scavare una sua nuova, strana identità. Ironicamente, è nato un titolo più fanciullesco del predecessore sebbene Baby Mario non ne faccia più parte. Per ulteriore ironia, il gioco avrebbe dovuto in principio essere Yoshi’s Island 64: un vero e proprio seguito. Sarà per questo, forse, che Baby Bowser gioca ancora un ruolo da antagonista. E lo farà per almeno quattro volte, se siete degli inarrestabili completisti: nel gioco vive un’anima arcade, un po’ da Torre della Cooondanna ante litteram, ma mai in modo invasivo come avremmo visto su DS con Touch & Go nel 2004.
Narrazione in rima, il più prezioso dei tesori – Mese di Yoshi: retro-recensione Yoshi’s Story
La trama di Yoshi’s Story, a inizio retro-recensione, ha una particolarità che solo in quest’occasione (e non nel resto del mese) grazierà Yoshi, nonostante le nostre pretese. Ebbene sì: la narrazione, come mai prima, avviene quasi del tutto in rima. La trama ci parla della crudeltà con cui il Grande Albero della Felicità venne sottratto per mero diletto da Baby Bowser in un suo dispetto. Capricci del pargolo, che senza fiatare, gli sgherri di Kamek vollero accontentare. A tal proposito, il mago di corte con Baby Mario ha condiviso la sorte. Non c’è nel gioco né l’uno né l’altro, ma il giocatore dovrà essere scaltro.
Per metafora fuor dall’intenzione, la trama ci parla anche di depressione. La felicità degli Yoshi dipende tutta da quel semplice albero pieno di frutta. Sarà per questo che i dinosauri adulti si sono chiusi nelle uova al posto dei virgulti. Nel frattempo l’isola, come in un racconto incantato, si è trasformata in un libro animato. Starà a sei piccoli Yoshi entrar nella cartacea voragine ed uscire indenni da quelle pagine. Il piano è malvagio, qui gatta ci cova: i nostri eroi lo fermeranno a colpi di uova. Un libro da leggere, rileggere e sfogliare ancora, mentre il libro dei record pian piano si colora.
Si festeggia meglio a stomaco pieno – Mese di Yoshi: retro-recensione Yoshi’s Story
Non scherzavamo: il morale di Yoshi, in questo gioco, è una vera e propria dinamica di gameplay, ed è indivisibile dalla sua salute. Il gioco si pone come un platformer a scorrimento laterale, con occasionali bivi a terra con i quali mettere mano alla leva analogica e scegliere se inclinarla verso il basso o verso l’alto, in diagonale. In generale il gioco fa un uso dell’analogico poco consigliabile data la visuale perennemente laterale, ma l’era del Nintendo 64 era anche questo. La particolarità della barra della felicità è che, come abbiamo visto in Island, vale anche come punteggio: è bene finire i livelli “di buon umore”.
La percezione del gioco, che lo vede descritto tuttora come un’avventura abbastanza facile, deve tanto ai molti modi per curarsi. Riempire di petali il fiore in alto a sinistra nell’interfaccia, anni prima di rivederlo in un minigioco di Super Mario 64 DS, è possibile in più modi: mangiando uno dei 30 frutti richiesti per concludere il livello, colpendo i Power Flower con la lingua e toccando i cuori segreti sparsi qua e là per i livelli. In ogni diversa “run”, si affronta un solo livello per mondo: la nostra scelta di livelli nella “pagina” successiva dipende da quanti di quei cuori siamo riusciti a trovare.
Inserisci un gettone – Mese di Yoshi: retro-recensione Yoshi’s Story
I vari Yoshi colorati, a differenza della loro collocazione in Island dove servono solo a capire a che punto di un dato mondo ci troviamo, qui fungono da vere e proprie vite. Tecnicamente i protagonisti non muoiono mai: alla loro sconfitta si ritrovano trascinati dagli Sgherri in cima alla torre più alta del castello di Baby Bowser. Svuotare la squadra significa venire rispediti a inizio gioco da un poco cerimonioso Game Over. Il gioco presenta un tutorial nella schermata iniziale alla voce Practice, e viste le novità introdotte dal titolo rispetto al predecessore su Super Nintendo questa tappa è praticamente obbligatoria.
La caccia ai punteggi (e ai livelli rimasti inesplorati) è la vera protagonista del gioco. Per rendere l’esperienza ancora più arcade (ovvero: “Vada come deve andare”), il frutto fortunato con cui ogni Yoshi guadagna otto punti di salute viene scelto casualmente all’inizio di ciascuna nuova partita. Le meccaniche rimaste dal predecessore (ovvero lingua, lancio delle uova, salti allungati e schianti a terra) presentano tutte qualche alterazione. Ora la lingua è direzionabile, il lancio delle uova impone di stare fermi e di muovere il mirino, il salto fluttuante può durare ulteriormente tenendo la leva inclinata verso l’alto e lo schianto a terra… lui è lo stesso, ma le variabili introdotte dall’analogico rendono il tutto meno preciso rispetto alla cara vecchia croce direzionale.
Non tocchi Stordino, ma vai ugualmente nel pallone – Mese di Yoshi: retro-recensione Yoshi’s Story
Siccome il completamento dei livelli si basa esclusivamente sulla raccolta dei trenta frutti, va da sé che il level design si dimostra molto più incline all’esplorazione che in passato. D’altronde, non ci sono traguardi: il livello può finire un po’ dove capita. Proprio per questo motivo, le Miss Warp dormienti fanno sia da checkpoint che da “falò” di Souls-iana memoria una volta svegliate. Come ennesima dimostrazione dell’inusuale approccio al level design abbiamo anche, per fare un esempio come un altro, le piattaforme serpentine che cambiano direzione non appena Yoshi spicca un balzo e atterra su di loro: un mal di testa, questo, paragonabile alle piattaforme ribaltabili di 3D Land e 3D World.
Ci sono sgambetti voluti ed altri che il giocatore, men che meno quello di sette anni a cui era rivolto il gioco nel 1998, non può essere in grado di prevedere per l’occasionale mancanza nel level design. A breve parleremo più nel dettaglio del perché, ma in generale il gioco rende spesso difficile risalire all’hitbox e alle corrette collisioni tra Yoshi e le piattaforme. Un caso su tutti è la coppia di ingranaggi nel castello di Baby Bowser, che senza alcun preavviso intrappola in una morsa letale il povero protagonista. Un neo, questo, che va contro l’idea di improntare maggiormente i livelli sull’esplorazione. D’altronde i protagonisti veloci e la cauta avanscoperta non vanno d’accordo: Sonic CD insegna.
Una personalità (in)decisa – Mese di Yoshi: retro-recensione Yoshi’s Story
Cosa possiamo dire dello stile grafico del gioco? Rispetto a Yoshi’s Island, purtroppo Story non può dire di essere invecchiato altrettanto bene. Curiosamente, abbiamo una situazione inversa: mentre il canto del cigno del Super Nintendo ha usato la grafica prerenderizzata nelle cutscene di inizio e fine gioco, optando per le tinte pastello durante l’avventura, qui abbiamo l’esatto opposto. E mentre la narrazione (con sprite che danno gran voce alla visione originale di Miyamoto) continua a fare la sua porca figura ancora oggi, è palese che gli elementi di gameplay siano stati concepiti per il tubo catodico.
Sul sonoro dobbiamo riconoscere l’arrivo “a bomba” di Kazumi Totaka nel macro-franchise di Mario. Suo era già l’estro musicale assaporato in Super Mario Land 2: Six Golden Coins, ma su Nintendo 64 il dinosauro della Grande N inizia ad avere l’adorabile vocina nasale che abbiamo amato da sempre. Ed è Totaka a dargli la voce! In quanto alla colonna sonora in sé, i primi semini della tradizione musicale da “fiaba rilassata” della serie Animal Crossing sono già tangibili sotto i nostri piedi. O meglio, dovremmo dire “udibili”. A parte quando parte il coretto degli Yoshi, il risultato è molto, molto godibile.
L’impatto della panzata
Quali sono le vostre opzioni per rigiocare Yoshi’s Story, oggi? La buona notizia è che Nintendo Switch Online corre in vostro aiuto anche in questo caso. Quella un po’ meno buona è che, essendo questo un titolo per Nintendo 64, vi occorrerà il più dispendioso Pacchetto Aggiuntivo per provare con mano un capitolo della saga che, ancora oggi, pare più un sogno febbrile che altro. Mentre la reazione dell’occidente al gioco è stata abbastanza tiepida, in Giappone il gioco è emblematico della natura stessa del fu compriMario. Fino a che punto, vi starete chiedendo? Beh, prima o poi dovevamo parlarne.
Una percentuale quasi imbarazzante della presenza di Yoshi in Super Smash Bros. Ultimate (e nei capitoli passati del crossover) verte su questo gioco. Parliamo della capacità di fare del proprio uovo uno scudo, del Grande Albero della Felicità, dell’arena che prende il nome dal gioco e persino del tema di vittoria del lucertolone. E poco, scusate, non è. Certo, il personaggio ha dato il suo meglio altrove, ma se è per questo torneremo anche a parlare delle sue performance videoludiche migliori. Se il gioco non avesse riscosso un po’ di successo, però… chi può dirlo? Il dinosauro avrebbe rischiato di fare tutte le sue rimpatriate con la stessa frequenza di Ness. E questo non lo auguriamo a nessuno!
- Easter Egg: Che faticaccia raccogliere i trenta frutti, vero? Beh, i Boo nella stanza sovraffollata del mondo 6-3 hanno una caratteristica in comune con i Tipi Timidi: fate uno schianto a terra in loro presenza mentre siete “Super Happy” e capirete cosa intendiamo. E la canzone di Totaka c’è, basta aspettare un po’ nel menù Trial Mode senza far nulla.
Ora sta a voi dirci la vostra: conoscevate quest’avventura del pacioccone in verde? Fatecelo sapere qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttotek per tutte le notizie più importanti per i gamer e non solo. Per i vostri bisogni puramente videoludici, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Kinguin.
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