Prendi questa mano, Ubisoft Milano: la seconda recensione di Mario + Rabbids Sparks of Hope è tutta per il DLC, The Tower of Doooom
Non potremmo essere più felici di dedicare una recensione all’operato di Ubisoft Milano, vista la disponibilità con cui il team di sviluppo ci ha fornito sia Mario + Rabbids: Sparks of Hope tempo addietro sia tutti i DLC annessi, e ora che The Tower of Doooom è uscito siamo al punto di poterlo sottoporre al dovuto scrutinio. Naturalmente, ricordiamo a tutti i possessori del gioco di base che questo contenuto scaricabile è esclusivo al Season Pass: se non avete in mente di supportare il gioco fino a fine anno, lo sproloquio che state per leggere non fa per voi. Perdonateci per la brutale onestà.
Non che il vostro eventuale investimento sia uno spreco in alcun modo, anzi. Se ben ricordate, il nostro voto al gioco di base è stato un bel 9, per molti motivi. Tralasciando l’orgoglio italiano nel vedere uno dei più improbabili crossover del baffone riscuotere un successo planetario, il team di sviluppo annovera ex redattori della stampa di settore che in passato hanno dedicato al mondo di Nintendo nient’altro che pagine su pagine di puro amore. Naturalmente, l’amore può tanto essere una guida esperta, tanto rivelarsi una scorta incapace. Non temete: siete in mani più che buone.
“Siete tutti condannati all’A-gogna” – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Salutiamo i due o tre lettori che avranno colto la citazione ed entriamo nel merito del primo punto della recensione del DLC di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, ovvero la trama di The Tower of Doooom. I più attenti tra voi ricorderanno uno dei personaggi che fa il suo ritorno da Kingdom Battle, ovvero la chiaroveggente animatronica Madame Bwahstrella. A riapparire solo in questa modalità, invece, è Spawny: il pavido ibrido tra Rabbid e CombinaTutto è il fulcro centrale del primo DLC, sebbene il suo ruolo narrativo sia più quello di mero pretesto che molto altro.
In un punto non meglio specificato della storia principale, l’estrosa cartomante ci invita all’eponima Torre della Cooondanna nella speranza di salvare Spawny. Il timido Rabbid è tenuto prigioniero nell’ultimo piano dell’edificio, ed è compito di parte della squadra andarlo a salvare. Il motivo per cui diciamo “parte della squadra” lo sviscereremo a dovere tra poche righe, ma quel che già potete evincere è che l’aspetto narrativo (nonostante una qualità costante nella presentazione) non è il fiore all’occhiello dell’espansione. Il gameplay è il vero e proprio protagonista, in quello che si scoprirà essere un distillato del gioco di base.
Strategia in pillole – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Il gameplay di base (enfasi su “di base”) è rimasto invariato. Cercheremo di riassumere le fasi di combattimento del gioco in un paio di paragrafi. In pratica, una squadra di tre personaggi dovrà affrontare i vari nemici, che spaziano dai Rabbid “ibridi” di Kingdom Battle ad avversari un bel po’ più originali nel loro design, passando per l’esercito di (e sottratto a) Bowser. Come nel predecessore, anche in questo sequel la possibilità di passare i turni nascosti dietro un muro gioca un ruolo essenziale, per minimizzare i danni durante gli attacchi del nemico nella speranza che quest’ultimo non sia in grado di adottare la nostra stessa tattica.
La griglia di Kingdom Battle, sebbene tecnicamente ancora presente in minima parte, nel seguito è stata mascherata con un ingegno tale da sembrare rimossa in toto. Anche molti altri angoli sono stati smussati a dovere, come ad esempio le armi con effetti secondari: anziché sperare nell’RNG e in una percentuale che l’endgame porta al 100%, ora gli status dipendono tutti dagli Spark. Allo stesso modo, le varianti delle armi sono ora ridotte a semplici skin, mentre il lavoro delle statistiche se lo gestisce una più convenzionale struttura di alberi delle abilità e di aumento di livello. L’abbandono dei limiti della griglia porta bonus (il salto team ora è una planata) e malus (non ci si può muovere dopo aver aperto il fuoco).
Progressi usa-e-getta – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Il combattimento, dunque, è “sempre lui”. La domanda ora è, che ne è di ciò che avviene tra una battaglia e l’altra? Se credete che la Torre della Cooondanna sia un luogo da esplorare, avreste ragione a metà. È vero, i tre eroi di partenza dovranno farsi strada attraverso dieci piani, ma la scelta a ogni bivio sarà tra due o tre stanze (una, in cima) caratterizzati da ricompense differenti. Se non abbiamo fatto nomi è per il “parte della squadra” di qualche riga fa: il terzetto iniziale, più una riserva nel caso la varietà non vada bene, viene scelto casualmente. Siamo partiti con Peach, Edge e Bowser in fase di recensione, ma per voi probabilmente non sarà così.
Ebbene sì: siamo di fronte a un’interpretazione del gioco di base in chiave roguelike. Tra le varie ricompense che ogni piano ha da offrire, talvolta fanno capolino anche dei personaggi da unire alla squadra, anch’essi scelti casualmente. L’aumento di livello, per sopperire all’anima apertamente arcade di questa “avventura”, viene magnanimamente condiviso tra tutti gli eroi, compresi quelli che non hanno preso parte alle battaglie precedenti (come nel gioco di base). Starà a voi decidere quale sfida affrontare, e se dare priorità a premi come Rabbid Rosalinda o una cura del 75% per i vostri campioni.
Chi vuol essere straordinario – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Avete fatto bene a sgranare gli occhi quando abbiamo parlato di cure come premio in palio. Sempre in fase di recensione, abbiamo avuto la gran fortuna di incappare in Rabbid Peach come ricompensa per una delle battaglie, ma non è nemmeno detto che nel vostro caso non sia uno dei personaggi del tutto assenti nella vostra scalata (noi non abbiamo trovato Mario, per esempio). Infatti il negoziante robotico Bot-tegaio 9,99+IVA fa il suo ritorno tra i vari piani vendendo, oltre agli strumenti, anche cure da utilizzare solo in combattimento (con il rischio di sprecare metà turno!) e senza più dispensare la cura di squadra a pagamento.
Starà poi a voi capire come giostrarvi i punti salute, proprio perché ogni “run” è differente dalla precedente. Se non c’è esplorazione, però, come si ottengono le monete? Una volta liberato un campo di battaglia dai nemici, se avete preso sufficiente confidenza con il layout dell’arena avrete poco meno di un minuto per muovervi senza limiti sul campo di gioco e racimolare quante più monete possibile (con un riarrangiamento del tema delle stanze bonus di Kingdom Battle a tenervi compagnia). In generale, come ci ricorda il disclaimer che precede l’avvio della modalità (con slot di salvataggio separati annessi), questa sfida ricompensa i giocatori che conoscono il combattimento a menadito.
La torre fa un po’ la difficile – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Il tasso di sfida più elevato non impedisce però al DLC di proporre al giocatore lo stesso trittico di difficoltà che contraddistingue l’avventura principale. Le redini su quanto impegnativa possa essere la scalata durano solo nella sua versione “Classica”, ovvero quello che abbiamo scoperto essere un tutorial glorificato per l’esperienza autentica. Una volta salvato Spawny (la cui irrilevanza narrativa viene quasi messa alla berlina senza pietà al termine della prima scalata) si sblocca la cosiddetta variante “Premium” dell’avventura, che decide di tirare fuori gli artigli già da quando nega al giocatore il controllo sulla difficoltà.
In generale, nonostante la presenza di elementi da gioco di ruolo come i già citati livelli ed albero delle abilità, questo rimane un vero e proprio concentrato in salsa arcade del gioco di base. Il caso determina gli strumenti a disposizione del giocatore sin dall’inizio. Sebbene sia possibile godere persino di Spark capaci di evocare versioni benevole di nemici forti, è bene non “affezionarsi” troppo a una determinata build. Non siete qui per farvi degli amici; in palio ci sono delle skin per armi da utilizzare anche nell’avventura di base, a patto che (di nuovo) sappiate cosa state facendo.
L’intollerabile dilemma morale della questione stagionale – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Come nella sezione “Ubisoft Forward” della nostra recensione dedicata al gioco di base, anche qui dobbiamo toccare un tasto un po’ dolente. A ricordarcelo sono anche i trailer per questo primo DLC non vendibile separatamente: il contenuto scaricabile in questione è esclusivo al Season Pass. Per i meno avvezzi al concetto di pagamento aggiuntivo, si parla di “pass stagionale” quando i contenuti extra vengono venduti in blocco. Un conto è quando si tratta di due costumi per gli Spadaccini Mii in Super Smash Bros. Ultimate. Un altro, però, è vedere un’intera modalità legata a doppio filo con un supporto all’intero periodo post-lancio del gioco.
I motivi possono essere molteplici. Disgraziatamente, il centro nevralgico di Ubisoft ha definito le vendite del fenomenale gioco di base come “al di sotto delle aspettative”. Tralasciando quanto astronomiche potessero essere considerando che si tratta di un genere di nicchia (sebbene addolcito) confezionato per una sola piattaforma, il dilemma per il consumatore rimane. Sta a voi decidere se dire “per fortuna” o meno in merito al fatto che tutti i DLC, a discapito della definizione sibillina di “esclusiva del Season Pass” applicata solo al primo di essi, siano venduti solo in blocco. Come primo assaggio questa sfida fa il suo lavoro, ma sappiamo che ci attendono cose ben più ambiziose.
Giudizio – Recensione Mario + Rabbids Sparks of Hope: The Tower of Doooom
Non riproporremo visivamente la “pagella” biancorossa di NRU che avete visto come chicca nella recensione del gioco di base, ma nulla ci vieta di frammentarla in occasione della nostra valutazione tecnica (e non). Fattore Nintendo: il gioco continua a divertire anche qui, sacrificando un pizzico di fascino in virtù del gameplay duro e puro. Otto. Effetto Switch: come sempre, l’unica feature della console a venire sfruttata è la portabilità, per il solo single player. Sette. Grafica: il minimalismo astratto degli interni per la nuova location non riesce a scalfire uno stile già cesellato con amore dal team meneghino. Otto.
Sonoro: torna una composizione retrò di Grant Kirkhope, ma a discapito della carenza di novità stiamo pur sempre parlando di una collaborazione con Gareth Coker e Yoko Shimomura. Dieci. Tempo: non si tratta dell’esperienza di gioco più longeva concepita per il gioco, ma se siete a caccia di skin o volete semplicemente mettervi alla prova c’è pane in abbondanza per i vostri denti. Otto. E a questo punto dovrebbe subentrare l’ultima voce, alla quale però dedicheremo il giusto tempo con i dovuti due paragrafi finali. Sappiamo che siete tentati di sminuire il tutto con un “bene ma non benissimo”, però sareste in errore.
Globale
Avete due modi per fare vostra quest’esperienza. Se non avete mai giocato all’avventura di base, potete sborsare la sessantina richiesta e farvi le ossa prima di pagare i trenta euro del Season Pass. In alternativa, potete supportare gli sforzi di un team di sviluppo affiatato con le novanta cucuzze richieste dalla Gold Edition. Probabilmente, per quella che è la (minore) ambizione di questa prima espansione al fantastico Sparks of Hope, la vendita separata sarebbe stata un’opzione decisamente migliore. A testimonianza della validità della Torre, anche una sua versione stand-alone sarebbe stata un apripista eccellente per gli scettici.
Nel suo contesto attuale, il gioco rimane un ottimo distillato del gameplay duro e puro per chi ha finito il gioco e vuole tornare ad apprezzarne l’ossatura con un’esperienza dal respiro più rapido. Questa è la descrizione più lusinghiera; chiunque si convinca ad aprire il portafogli solo a fronte di una sfida più ardua, però, deve farlo con la consapevolezza di supportare il futuro del titolo a scatola chiusa. Chi vi scrive è disposto a chiudere pure gli occhi, ma se volete tenerli aperti per un acquisto più mirato dei bersagli lontani dall’arco di Luigi non vi possiamo biasimare del tutto. Forse un pochino, ma non del tutto.
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttotek per tutte le notizie più importanti per i gamer e non solo. Per i vostri bisogni puramente videoludici, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Kinguin.
Punti a favore
- Un concentrato per i veterani...
- Rigiocabilità a pacchi...
- Esperienza roguelike dura e pura
Punti a sfavore
- ... e un incentivo magro per il Pass
- ... senza ricompense oltre le skin
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