Ambientazioni lugubri e ansiogene per la povera dottoressa Rosemary Reed (praticamente una Jodie Foster a tutti gli effetti) che dovrà indagare sulla misteriosa scomparsa della figlia del proprietario di casa, il signor Felton. La recensione dell’italiano Remothered: Tormented Fathers
Ho provato ansia, paura e un senso di angoscia nel giocare Remothered: Tormented Fathers. Sarà che me lo sono goduto con cuffie e luci spente, ma la suggestione è stata immensa nel muovere il personaggio principale, la dottoressa Rosemary Reed all’interno della casa per scoprirne i segreti e sfuggire all’occhio vigile del proprietario di casa, che proprio non vuole che gli si vada a rompere le uova nel paniere.
E a proposito di paniere. Quanto offerto da questo titolo è, per l’appunto, una suggestione artistica che va ben oltre il gameplay usato (e abusato) degli ultimi periodi che ha visto, soprattutto nel mercato videoludico per PC (leggi Steam) il suo più fulgido esempio.
La dottoressa Rosemary Reed in tutto il suo splendore. L’avevo detto che assomiglia a Jodie Foster.
Ma andiamo con ordine: Chi, Cosa e Perché?
Scusatemi, ma la breve introduzione era d’obbligo. Soprattutto per chi scrive, per fissare immediatamente le sensazioni che Remothered: Tormented Fathers mi ha lasciato in bocca. Vestiremo i panni della, già citata, dottoressa Rosemary Reed. Quest’ultima, vuole indagare sulla misteriosa scomparsa della figlia di un uomo, tale signor Felton, che abita in una tanto bella quanto inquietante dimora. Parcheggiato quindi il nostro furgone (forse un auto avrebbe dato troppo nell’occhio n.d.s.), iniziamo immediatamente a prendere controllo del nostro personaggio, attraverso i classici comandi di movimento “WASD”. Quasi con fare sbrigativo ci vengono mostrati tutti quelli che possono essere i tasti da noi premuti, con l’azione corrispettiva (con “i” apriamo l’inventario, con “shift” acceleriamo il passo, etc…), senza trovarci di fronte a un reale tutorial. Cosa che, per chi come il sottoscritto, si muove con il WASD & mouse anche nella vita reale risulta quanto di più naturale possibile. Infatti il nostro HUD (le informazioni visibili costantemente in sovrimpressione) è ridotto al minimo e quasi inesistente.
A proposito dell’HUD: come ben vedete non c’è nessuna barra della salute di Rosemary. Dobbiamo capire noi come sta messa. Secondo voi, osservando questa immagine, come sta messa?
Percorso il viale che ci porta davanti al cancello della casa di Felton, bussiamo al campanello e ci risponde Gloria, una sorta di domestica che si occupa dei due anziani che vivono nella magione, per l’appunto il signor Felton e sua moglie. Ci fingiamo una dottoressa proveniente dalla clinica presso cui era in cura il signor Felton, a causa di alcuni disturbi, dicendo che siamo disposti a riaprire la sua pratica e a rivedere il ciclo di cure da lui seguito. Con questa scusa, veniamo accompagnati nello studio del proprietario di casa. L’edificio è quasi tutto nella penombra, poiché, tra le tante disgrazie di Felton vi è anche quella della fotosensibilità. Proprio nel suo studio incontriamo il proprietario di casa, in vestaglia e con i movimenti da bravo anziano (occhio a questo particolare), Felton, che inizialmente ci accoglie con gentilezza. Dopo una breve chiacchierata, risulta assai ovvio l’intento della nostra visita: che fine ha fatto la figlia???
Una simpatica vecchietta ci introduce nel racconto iniziale. Io ho già un pò di ansia…
Le uova nel paniere: rotte
Fa il suo ingresso nello studio la “domestica” Gloria, che smaschera la nostra reale identità: sembrerebbe infatti che presso la clinica nessuno ci conosce e che, quindi, ci siamo introdotti in casa mentendo spudoratamente. Veniamo brutalmente sgamati, ci becchiamo la ramanzina del vecchietto (si, occhio sempre a sta cosa) e veniamo accompagnati alla porta. Ma non ci arrendiamo. Sprezzanti di anni di studio e disquisizioni giuridiche sulla proprietà privata, ci appostiamo e aspettiamo il momento migliore per prendere le chiavi lasciate da Gloria dietro una statuetta (che equivale al nostro “sotto al tappeto” ed entriamo in piena notte. Anche perché, la casa è abitata da due vecchietti, cosa potrebbe mai succederci?
Io certe cose, tipo entrare in case palesemente horrorifiche, le farei solo di giorno. Senza nemmeno una nuvola in cielo.
Eppure già dal secondo ingresso nella villa, qualcosa ci dice che siamo di fronte a una brutta situazione.
Sarà l’angoscia e l’ansia che inizia a salire già dopo aver varcato il cancello, ma tutto quello che ci aspetta è un crescendo di sensazioni poco piacevoli, riassumibili in un’unica parola: paranoia. Armati di una torcia al petto, iniziamo a curiosare nella casa e a raccogliere degli oggetti che inizialmente potrebbero non fare altro che riempirci il ridotto inventario a nostra disposizione. Un paio di forbici, un ago appuntito, una palla di neve, un vaso, una tegola (?), saranno tutti oggetti che ci risulteranno utili durante la nostra indagine. Poi una strana icona ci appare quando siamo vicini a un armadio, posto lì all’interno di una stanza. Capiamo subito che abbiamo a che fare con un possibile nascondiglio che ci fa presagire quasi immediatamente a cosa stiamo andando incontro.
Con un giardino del genere, i coniugi Felton danno l’idea di personcine a modo. Quelle che donano le 20€ per la festa del paese. 1/2
Una strana e costante musica ci attira verso le stanze ai piani superiori. Dopo aver parlato con Felton, abbiamo intenzione di parlare con sua moglie, chissà se sarà più amichevole del suo burbero marito. Ricordandoci quanto detto da Gloria, ovvero che la signora ama la musica e il suo grammofono, decidiamo di raggiungere il punto dal quale la musica proviene (dando costante sfogo alla nostra paranoia, raccogliendo tutto il raccoglibile). Lì, dove la musica si fa più forte, inizia la Cut-scene inquietante che ci introduce alla vera e propria sfida proposta da Remothered: Tormented Fathers. Sul letto giace il cadavere di un individuo femminile, supino, letteralmente cosparso di falene che continuano a muoversi incessanti sul corpo. Sentiamo canticchiare: è il signor Felton in bagno. Presi dal panico ci infiliamo nell’armadio e osserviamo il proprietario, questa volta in abiti meno “nonneschi”, inizia a parlare col cadavere per poi ritornare nel bagno. Capiamo, chiaramente, che Felton nasconde segreti indicibili e decidiamo quindi di indagare nella casa senza farci beccare dal suddetto. Da qui in avanti, ci faremo strada tra enigmi (raccolta oggetti e interazioni con essi) tra i meandri di una oscura magione.
Peccato che non c’è nessuna festa in paese. Ma il signor Felton è comunque disposto a fare “festa”. 2/2
Horror made in Italy
Dicevamo, uno stealth-horror quello proposto dal team tutto italiano di sviluppo Stormind Games ed edito da Darril Arts. Nato in ambito indie, anche se per caratteristiche sarebbe da assimilare a titoli mainstream, Remothered: Tormented Fathers ha avuto una lunga gestazione, disponibile già in beta più di 7 mesi or sono. Accolti tutti i suggerimenti espressi dai tester, il team ha deciso di migliorare il più possibile il titolo prima di lanciarlo sul mercato digitale di steam. Avevamo già visto ottimi prodotti italiani, proprio inerenti alle atmosfere horror, che ci avevano proposto qualità di tutto rispetto (sto pensando ad Anna di Dreampainters) e il fatto che vi siano fucine, in grado di sfornare titoli del genere, non può che farci piacere.
Anna. Quanto ho amato questo gioco, soprattutto per l’atmosfera e le musiche.
Indossando i panni di Rosemary Reed, dovremo raccogliere oggetti e indagare, in un gameplay che attinge a piene mani da meccaniche ben rodate. Uno stalker (in questo caso il signor Felton) si muoverà in giro per la casa a disturbarci, attratto dai nostri passi, dalla roba che per sbaglio facciamo cadere o qualsiasi altro rumore che produciamo. Potremo distrarlo o stunnarlo per qualche secondo lanciandogli addosso della roba (la tegola che abbiamo raccolto per esempio) per poi continuare a nasconderci e a indagare nella penombra. Il proprietario però produrrà anch’esso dei suoni (e per tale motivo consiglio di giocarlo con l’audio a volume accettabile) che ci permetterà di capire dove si trova e a che distanza. La nostra abilità sarà nel ricordare i nascondigli e gli oggetti attorno che possiamo usare contro Felton e contemporaneamente portare avanti le nostre indagini. Uno dei riferimenti maggiori del titolo è chiaramente Clock Tower, horror del lontano ’95, ma per ispirazione e per meccaniche del gameplay i riferimenti potrebbero essere tanti (come il negozio di steam ci ha insegnato).
Quelli che vedete sono gli stivali del mio stalker. Io sono sotto un divanetto ad aspettare che passi oltre…
Una musica ci attirerà verso il baratro
Parlando di suoni, non possiamo che menzionare le ottime musiche, gli arrangiamenti sonori e i rumori presenti in Remothered: Tormented Fathers. La qualità del sonoro è di alto livello, complice anche dei compositori musicali che hanno lavorato al progetto. Oltre alla conosciutissima Nobuko Toda (colonne sonore di film e di altri videogiochi, come Metal Gear) che ha saputo coniugare la musica con l’ambientazione che pervade tutto il titolo, con la preziosa collaborazione dell’italianissimo Luca Balboni.
Per il comporta musicale, Toda e Balboni hanno fatto un lavoro magistrale.
Alcuni appunti, per l’appunto…
La sensazione finale che si ha nel giocare Remothered: Tormented Fathers è quella di voler andare fino in fondo alla storia, capire i segreti sulla scomparsa della giovane, altalenando momenti di fuga e lancio di oggetti contro Felton, alle sessioni più angoscianti e ansiogene (come quando si sta nascosti nell’armadio aspettando che lo stalker passi). Le modellazioni dei personaggi e degli interni sono degne da titoli tripla A, complice l’eccezionale motore grafico dell’Unreal Engine, capace di gestire luci, ombre e superfici con un realismo straordinario. L’unica nota un pò dolente è la legnosità di alcune animazioni, non del tutto fluide e credibili.
Altro appunto da fare al titolo è l’IA. Capiterà infatti più volte, non importa dove vi troviate, di attirare l’attenzione di Felton semplicemente usando il tasto shift, anche se questi si troverà in un altro piano. Mi sono inoltre più volte ritrovato accovacciato in maniera ridicola dietro a un tavolo o a una superficie sporgente, senza essere “pizzicato”, sebbene sarebbe stato abbastanza facile in quanto buona parte della mia silhoutte risultava scoperta. Ma la situazione è nettamente migliorata rispetto alla versione beta e il lavoro di miglioramento fatto ha sopperito a buona parte di episodi del genere.
Quando veniamo pizzicati inizia una cut-scene poco piacevole. Soprattutto per Rosemary.
Il lavoro fatto per il comparto grafico è un altro punto a favore del titolo. Tutto è curato nei dettagli, che siano panneggi o mattonelle.
Remothered: Tormented Fathers, il verdetto della recensione
Remothered: Tormented Fathers sarà il primo titolo di una annunciata trilogia. Al momento lo si trova su Steam al prezzo di 14,99€ (ma sarà disponibile anche per Ps4 e Xbox One) un prezzo che vale davvero ciò che è offerto dal titolo. Il mio consiglio, per gli amanti del genere stealth horror, è l’acquisto per variare da un genere che ha visto reiterate più volte le stesse ambientazioni: in Remothered: Tormented Fathers non è il gameplay a farla da padrona, ma lo spessore artistico dell’opera e della trama, che ci darà più volte l’idea di essere al centro di un thriller, come quelli a cui la cinematografia americana ci ha abituati.
Se invece non siete senior del genere, ma non disdegnate di sperimentare qualcosa di diverso: anche in questo caso Remothered: Tormented Fathers fa per voi. Avrete a che fare con le meccaniche semplici e ben oliate degli Run & Hide, cercando di fare luce sulla storia macabra tessuta dagli autori.
Some things die,
and stay dead forever.
Scritto ascoltando: John Murphy – In the House.
Punti a favore
- Ambientazione solida
- Musiche suggestive
- Trama
Punti a sfavore
- IA un pò imprecisa
- Animazioni talvolta legnose
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