Due anni dopo il primo capitolo, lo storico sparatutto di ID Software torna su Switch: benvenuti nella nostra recensione di Quake II
E alla fine ID Software l’ha fatto di nuovo: a due anni dalla nostra prima recensione datata 27 agosto 2021, siamo qui di nuovo per parlare di Quake II. Ripubblicato il giorno stesso del suo annuncio esattamente come l’illustre predecessore, il gioco riesce nel suo intento non certo da poco: quello di fare da seguito migliorato al remaster già apprezzato due anni or sono nello stesso modo in cui il gioco originale del 1997 ha surclassato il primo capitolo del 1996. Nei paragrafi a seguire sviscereremo a dovere i vari motivi, ma se siete ansiosi di sapere la nostra, il verdetto è quanto mai positivo.
Non c’è molto altro da aggiungere, in tal senso. Squadra che vince non si cambia: al timone del progetto abbiamo ancora Machine Games e Nightdive Studios. Quest’ultimo ci ha già regalato una grandiosa rivisitazione di System Shock in questi mesi, riconfermando per l’ennesima volta le ottime mani in cui si ritrova il secondogenito della saga. Se vi serve un elenco dei motivi per cui l’IP su Nintendo Switch rappresenta un distillato di quanto l’intero genere ha da offrire, andate pure a leggere la nostra recensione precedente. Se invece volete sapere perché restare fedeli alla saga anche stavolta, continuate a leggere questa.
Voglio andare a vivere in campagna | Recensione Quake II (Nintendo Switch)
Aprendo la recensione col ricordo di un grande della musica italiana, vediamo cosa offre la trama di Quake II. Sempre di pretesto narrativo si va comunque a trattare: poco importa che il nostro avatar sia ora Bitterman anziché il Ranger, atterrato in qualche modo sul pianeta di Strogg. Nato come progetto scorrelato, il gioco mantiene un legame molto tenue con il predecessore; i punti di forza della prima campagna non annoverano certo la verve narrativa. E no, non avete nemmeno le traveggole: come è avvenuto due anni fa, anche stavolta l’offerta in single player rimane massiccia.
Sono infatti giocabili altre quattro campagne single-player. Uno è un port di Quake II 64, con il suo level design pragmatico per l’arrivo del gioco su console. Fanno il loro ritorno anche le espansioni The Reckoning (con Joker, collega di Bitterman, come protagonista) e Ground Zero (incentrata sul compagno d’armi Stepchild). Del tutto inedita, invece, è la campagna aggiuntiva Call of the Machine. Eviteremo di fare spoiler, considerando anche il ritmo concitato con cui il gameplay snellisce la durata dell’avventura, ma possiamo anticipare che il suo riallacciarsi alla lore del predecessore rende il secondo capitolo molto meno… alieno.
La (astro)nave di Teseo | Recensione Quake II (Nintendo Switch)
Eviteremo di dilungarci troppo nelle ripetizioni anche in termini di gameplay. Conoscete già i dettami di uno sparatutto in soggettiva: armi da raccogliere e da alternare tra loro in base a quale di esse esaurisca i proiettili per prima. I cambiamenti, al di fuori del logo dei Nine Inch Nails (che un po’ ci mancherà) sulle munizioni per la pistola sparachiodi, sono minimi. Tra un medikit a terra e un’armatura per avere un po’ di fiato in più, la vera differenza la fanno gli sporadici caricamenti tra un’area e la successiva: tutti brevi e sintomatici di un level design contraddistinto da meno livelli, però più grandi.
Piuttosto, a colpirci come un colpo di BFG sono state le migliorie quality-of-life. Per quanto l’età anagrafica del gioco non sia eccessiva come la generazione Z vorrebbe farci credere, questo titolo (del tardo 1997!) torna con due aggiunte preziose. Una, immancabile su Nintendo Switch, è la mira con giroscopio: non una prerogativa per chi vi sta scrivendo, ma di certo un fiore all’occhiello per l’accessibilità del gioco. Il cavallo di Troia, però, è un altro: la Bussola, con la quale raccapezzarsi in un level design che potrebbe altrimenti disorientare i neofiti dell’ultima ora. Come dice Phil Spencer di Xbox: quando ognuno gioca, vincono tutti.
Crossplay e delizia | Recensione Quake II (Nintendo Switch)
Il multiplayer, lo diciamo subito senza alcuna ambiguità interpretativa, rende il gioco un vero must-have per tutti i possessori della console. L’online, in particolar modo, è (salvo un neo) quanto di meglio abbiamo visto su Switch finora. Il crossplay permette di giocare contro altri utenti su qualsiasi piattaforma. Lo split-screen in locale moltiplica il divertimento rompicollo in ogni modalità. I codici partita permettono di trovarsi subito e di organizzare partite private. E, in una mossa quanto mai insperata, è possibile partecipare a partite online condividendo la stessa console in split-screen! Più o meno.
Ecco il neo: la burocrazia per giocare in split-screen online. Ogni giocatore che si aggiunge richiede un differente profilo sulla console, e questo si estende alla necessità di essere abbonati a Nintendo Switch Online. Il che è un peccato, considerando che il multiplayer passa per quattro modalità: dalle diverse campagne si arriva al deathmatch, proseguendo poi con il deathmatch a squadre e (gasp!) quel “Conquista la Bandiera” che tanto mancava nel primo Quake. Avremmo anche apprezzato se quest’ultima modalità avesse permesso di integrare qualche bot come nei deathmatch, ma finché si gioca in compagnia il problema non si pone.
Un museo da far invidia a Smash, con tanto di Dragon King | Recensione Quake II (Nintendo Switch)
Probabilmente solo chi ha seguito il nostro speciale su Masahiro Sakurai avrà colto la citazione, resa necessaria dall’importanza storica di Vault Id. Questo menù, da non prendere sottogamba, si limita inizialmente all’aspetto “museale” di altre compilation viste nel corso degli ultimi anni. Trovano dunque posto contenuti visivi, come screenshot antecedenti il (fu) day one, trailer ugualmente “provvisori” e pubblicità per le riviste di settore. Essendo queste le radici della stampa videoludica odierna, una scusa vale l’altra per crogiolarsi nei ricordi; abbiamo ampiamente apprezzato, in tal senso.
Il primato storico, però, è tutto per due chicche la cui importanza non ha davvero precedenti o eguali nel nostro campo. In uno slancio di generosità imprevedibile da parte di Id Software, l’edizione 2023 di Quake II include due demo giocabili appartenute (interfaccia moderna a parte) a build non definitive del gioco. Si tratta di versioni di prova precedentemente passate solo per gli inviati della stampa di settore, una risalente all’E3 del 1997 e l’altra per l’ECTS (European Computer Trade Show, 1988-2004) dello stesso anno. Null’altro da aggiungere, se non applausi scroscianti per quello che speriamo sia un nuovo standard per la preservazione videoludica.
Lostalgia, lostalgia canaglia | Recensione Quake II (Nintendo Switch)
Questo ci porta a concederci una piccola digressione apertamente sentimentalista. Al diavolo mouse e tastiera: dal momento in cui parte l’attract mode del gioco ai primi deathmatch, passando per le varie ambientazioni “edgy” del titolo, questo remaster riesce nel non facile intento di riprodurre il feel del gaming da PC dei tardi anni ’90. Normalmente non ci soffermeremmo ad esprimere una sensazione tanto indescrivibile (e, lo riconosciamo, soggettiva), ma non abbiamo potuto farne a meno. Il sapore duro e puro dei pomeriggi passati a fraggare avversari è perfettamente intatto.
La chat in-game ce lo ha ricordato nella schermata che, per quanto aneddotale nella sua natura, abbiamo voluto includere qui sotto. “Bella partita, è stato divertente.” “Proprio come ai vecchi tempi in LAN.” Non sapremmo rintracciare i nostri compagni di Conquista la Bandiera, ma li ringraziamo per il loro dono della sintesi. Riproporre un gioco su hardware moderno è un conto; dare la sensazione ai nuovi arrivati di aver sempre fatto parte della stessa famiglia, però, è tutt’altra cosa. Non si tratta di avvicinare un nuovo pubblico con la nostalgia, quanto di renderla giocabile. E il bello è che il team di sviluppo forse non se ne è reso nemmeno conto.
Il fascino del capello brizzolato | Recensione Quake II (Nintendo Switch)
Passiamo in rassegna l’aspetto tecnico. Dal punto di vista grafico, quello che si evince facilmente è il salto di qualità dai poligoni grezzi del primo capitolo originale al seguito che ne avrebbe espanso gli orizzonti l’anno dopo. Con i remake di anni ne sono invece passati due, ma lo smalto (complice un framerate fenomenale) è sempre lo stesso. Così come resta identico l’involontario effetto grandangolare del widescreen, che però non risulta mai ingombrante più del dovuto. Un plauso va fatto anche al filtro CRT, talvolta impressionante nel replicare l’illusione del tubo catodico (e nel riuscirci meglio di chi ha già tentato tale espediente).
Non c’è granché da dire sull’aspetto del sonoro, invece. Non c’è infamia, ma nemmeno la lode che il contributo di Trent Reznor sarebbe sicuramente valso a questo classico senza tempo. Idem per i versi degli avatar e dei nemici: il primo, tonante “TRESPASSER!” esclamato da un berserker è sempre d’impatto; il trentesimo funge più da segnale d’allerta che da elemento di atmosfera. Buono, però, il doppiaggio (in inglese, si intende) delle varie cutscene. L’atmosfera da film di fantascienza tra anni novanta e duemila viene resa alla grande qui, con la complicità di un ottimo upscaling.
Considerazioni conclusive
In fase di recensione abbiamo notato quanto quello degli sparatutto non fosse il genere che ci saremmo aspettati di vedere degnamente su Nintendo Switch, ma Quake II è l’ennesima riconferma di un supporto dalle terze parti mai visto prima sulle piattaforme della Grande N. Il rapporto qualità/prezzo, a fronte dei miseri 10 euro che questa riedizione chiede, tocca nuove vette per la folle varietà contenutistica presente sul vassoio. Non è esente da difetti, tra bot mancanti per il Conquista la Bandiera e una necessità esponenziale di abbonamenti a Nintendo Switch Online per lo split-screen online, ma per il resto il bacio accademico viene mancato di pochissimo.
Le sopracitate sbavature non sono sintomatiche di un diamante grezzo, ma di una gemma rara che (sebbene a un soffio dal suo pieno potenziale) è ancora in grado di fare scuola. Il gioco è, specie in caso di console appena acquistata, un vero e proprio must-have sul fronte del giocatore singolo e del multiplayer. Come con Tears of the Kingdom, anche qui il gioco sostituisce il predecessore nello scorso Calendario dell’Avvento. Per rimpiazzarlo a sua volta ci vorrebbe Quake III: Arena, a questo punto. O anche solo il primo Unreal Tournament, la cui identità sopravvive solo col brano Sensazioni d’Irrealtà – su Fortnite (venduto per 200 V-buck, tristemente fruttando più del classico del 1999).
Questo era ciò che pensavamo noi. Voi però di che opinione siete? Ditecelo qui sotto, e come sempre non dimenticate di restare su tuttotek.it per tutte le notizie più importanti per i gamer e non solo. Per i vostri bisogni puramente videoludici, potete invece trovare i migliori sconti in formato digitale su Kinguin.
Punti a favore
- Torna Conquista la Bandiera...
- Split-screen pure online...
- Buffet completo in fatto di campagne
- Due demo di enorme rilevanza storica
- Filtro CRT spaventosamente convincente
- Bussola perfetta per i neofiti
Punti a sfavore
- ... ma senza bot, perché?
- ... con altrettanti account paganti, però
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