In questa nostra recensione andremo ad analizzare e a scoprire che cosa ha da offrire (di positivo e negativo) Like a Dragon: Ishin! Tuffiamoci nella terra del Sol Levante!
Qual è la definizione del termine “ibrido“? Ibrido è una parola complessa, una parola che assume significati e colorazioni diverse a seconda del contesto di riferimento. Un qualcosa che presenta una natura ibrida è un qualcosa che si pone un po’ a metà fra due anime ed è quello che accade con la nostra recensione di Like a Dragon: Ishin!, un titolo che implica, nel momento in cui lo si va ad analizzare, un approccio che tenga conto di questa sua anima mezzana.
A tratti una pellicola cinematografica, a tratti no – Recensione Like a Dragon: Ishin!
Partiamo subito analizzando, nella primissima fase di questa nostra recensione (come di consueto), quella che è la gestione della narrazione in Like a Dragon: Ishin! Non andremo ad effettuare alcuno spoiler sulla trama ma andremo a trattare, per l’appunto, le modalità con cui la trama di questo gioco viene narrata.
A nostro avviso, uno dei punti di forza di questo titolo sta proprio nella narrazione che si alterna sempre in due momenti: da una parte delle cut-scene a dir poco squisite e che farebbero invidia ad una reale pellicola cinematografica ambientata in Giappone, dall’altra dei dialoghi tra i personaggi che vanno ad affiancarsi alle cinematiche appena citate. Quest’ultimi dialoghi, però, soffrono di un certo piattume e di una staticità che non rispetta il livello delle cut-scene.
L’arte della Katana… e della revolver! – Recensione Like a Dragon: Ishin!
Prima di addentrarci in quella che è l’analisi del gameplay del titolo occorre fare una doverosa precisazione e, non a caso e capirete il motivo proseguendo con la lettura, facciamo questa precisazione in questo punto della recensione e non prima; Like a Dragon: Ishin!, è una riproposizione, a metà tra la remastered e un remake di un gioco pubblicato nel 2014 esclusivamente in Giappone. Si tratta di uno spin-off della serie di Yakuza in cui alcuni personaggi, o meglio, alcuni modelli della serie Yakuza figurano in Ishin in delle vesti diverse, indossando i panni di personaggi ovviamente diversi. Questa precisazione serve a sottolineare due elementi: quanto il titolo sia derivativo dai suoi cugini di Yakuza e quanto la natura, per l’appunto ibrida, dell’operazione impatti sul gameplay.
Ci troviamo di fronte, infatti, ad un prodotto che, con tutte le sue luci e le sue ombre, si colloca perfettamente in linea con le produzioni di Ryu Ga Gotoku Studio. Tra le luci troviamo sicuramente un titolo longevo con moltissime attività secondarie e minigiochi sempre appaganti e divertenti, un sistema di combattimento che si articola in quattro stili d’azione con rispettive ruote delle abilità e una mappa che si presta ad un timido free roaming.
Durante il nostro vagare in città verremo spesso a contatto con quelli che in gergo JRPG si definiscono: “incontri casuali“. I combattimenti, come detto poche righe più su, prevedono quattro approcci differenti: uno in cui andremo ad utilizzare semplicemente i nostri pugni a mani nude, un altro dedicato esclusivamente all’uso della katana, uno in cui andremo a sparare e un ultimo, a nostro avviso il più interessante in termini di giocabilità, combo e fluidità, in cui andremo ad utilizzare contemporaneamente katana e pistola.
Fra le ombre, relative proprio al gameplay, non possiamo mancare di sottolineare una certa legnosità che permea un po’ tutto il sistema di movimento e dunque anche le fasi d’azione e combattimento più pure. Permane, però, quell’atmosfera un po’ a metà – concetto chiave, quello di rimanere a metà, di questo recensione evidentemente – tra realismo e surrealismo che offre un gusto che solo il team di Ryu Ga Gotoku Studio è capace di offrire.
In che anno siamo? – Recensione Like a Dragon: Ishin!
Per quel che riguarda il comparto puramente tecnico di Like a Dragon: Ishin! c’è bisogno, anche in questo caso, di fare delle precisazioni e di chiarire bene la nostra posizione in merito che, indovinate un po’, si pone un po’ nel mezzo tra una critica ed un apprezzamento generale. Se da una parte non si può fare a meno di notare, anche solo dopo pochi minuti di gioco, quanto tecnicamente il titolo sia indietro e non appartenga alla prima fascia della categoria remake (perché a conti fatti non possiamo definirlo come tale), dall’altra non possiamo non tenere in considerazione quanto incida anche lo stile che Ryu Ga Gotoku Studio imprime ai propri giochi.
Nonostante siamo dei fan di quello stile che non punta ad una resa realistica, in questo caso ci troviamo di fronte a delle soluzioni fin troppo obsolete: riconoscibili in molte delle texture utilizzate nella realizzazione degli ambienti e in molti modelli che, a tratti, ricordano modelli della prima epoca PS3/Xbox 360. Dal punto di vista dell’ottimizzazione il titolo risulta essere abbastanza stabile anche nelle fasi più concitate. Il tutto è accompagnato da un buon sonoro in cui spicca, ponendosi come una vera e propria eccellenza, un doppiaggio giapponese di primissimo livello, davvero straordinario.
Tiriamo le somme!
La nostra recensione di Like a Dragon: Ishin! è arrivata ormai alle battute finali e andiamo, dunque, a tirarne le somme. L’operazione fatta da Ryu Ga Gotoku Studio in collaborazione con SEGA è molto interessante e, se possiamo permetterci, speriamo che non rappresenti un unicum nell’industria. Ci sono molti titoli rilasciati solamente in Giappone che meritano di essere conosciuti e apprezzati anche dal pubblico occidentale e, anche solo per questo motivo, ci sentiamo di promuovere Like a Dragon: Ishin.
Un gameplay in pieno “stile Yakuza“, appagante e longevo si allinea ad una trama ricca di colpi di scena, dramma e intensità, raccontataci tramite l’utilizzo di cut-scene di livello veramente molto molto alto. Allo stesso tempo, però, la staticità dei dialoghi, un sistema di movimento legnoso ed un comparto tecnico non in linea con altre produzioni simili, non permettono a questo titolo di entrare nella nostra fascia altissima di valutazione ma, sicuramente, il nostro giudizio esprime la sua anima decisamente più che discreta.
Per rimanere aggiornati su tutte le novità dal mondo videoludico e non solo continuate a sintonizzarvi sulle pagine di tuttotek. Qualora vogliate acquistare dei videogames a prezzo scontato vi invitiamo a dare un’occhiata alle offerte del catalogo di Kinguin.
Punti a favore
- Trama intensa e ricca di colpi di scena
- Doppiaggio eccezionale
- Longevo, con tantissime attività secondarie
- Cut-scene di livello eccelso...
- Sistema di combattimento variegato...
Punti a sfavore
- ...al contrario molti dialoghi risultano statici e piatti
- ...a tratti macchiato da un sistema di movimento legnoso
- Tecnicamente indietro
- Erlebe hautnahe Kämpfe, die Feuerwaffen und Schwerter aus der Feudalzeit kombinieren, während man zwischen 4 verschiedenen Kampfstilen wechselt
Lascia un commento