Scopriamo insieme, in questa recensione dedicata, quali sono i punti di forza e di debolezza di Atelier Marie Remake: The Alchemist of Salburg, titolo di Gust che ci riporta direttamente al 1997: un bel viaggio nel tempo, chissà come sarà finito
In quest’epoca scandita ormai ogni anno da una lunga sequela di Remastered, Remake e Reboot, ogni tanto fa piacere che a venir ripresi, svecchiati e rimodernati siano anche titoli che una volta facevano parte della nicchia e che, magari, non sono mai davvero usciti dal paese di produzione. Ed è proprio questo il caso di Atelier Marie Remake: The Alchemist of Salburg, capostipite della serie che ha recentemente visto arrivare una nuova direzione con Atelier Ryza, ma che spesso molti dimenticano come in realtà era in principio. Ci siamo presi il nostro tempo per esplorarlo a fondo, nell’arco delle circa 12 ore che ci abbiamo messo a completare un playthrough, e portarvi un articolo quanto più dettagliato, ma sarà difficile non scadere nel qualunquismo che sta alla base di questa recensione di Atelier Marie Remake: ossia, è un videogioco troppo vecchio. Vediamo perché.
Everlasting Smile | Recensione Atelier Marie Remake
Marlone, che d’ora in poi chiameremo Marie per semplicità, è una giovane donna che frequenta l’Accademia di Salburg, origine dei più grandi alchimisti della storia. Il problema è che, al netto del fatto che sia effettivamente la nostra protagonista, Marie non brilla certo per doti accademiche e rischia di essere cacciata quando viene nuovamente bocciata all’ennesimo esame. L’istruttrice Ingrid, che in lei ha visto un grande potenziale ancora non espresso, ha però in mente un piano alternativo per stimolare la nostra Marie a studiare ed impegnarsi.
E stiamo parlando di un piano incredibilmente vantaggioso, per la nostra Marie, perlomeno a primo acchito. Ingrid le dà in dono un vero e proprio Atelier personale, in cui potrà esercitarsi nell’arte dell’alchimia, piuttosto che studiarne la teoria, e scendere direttamente in campo portando a termine le richieste degli abitanti di Salburg e dei viaggiatori. Nel corso dei cinque anni successivi, e non oltre, Marie dovrà creare tramite l’alchimia un oggetto così straordinario da soddisfare anche la sua esigente istruttrice, pena l’espulsione definitiva dall’Accademia. Semplice no?
Going to See a Rainbow | Recensione Atelier Marie Remake
Fin qui, come incipit, non ci sarebbe niente di strano in realtà: siamo abituati, nella serie Atelier, ad avere sotto mano trame in evoluzione, non sempre complesse e a tratti fin troppo stereotipate, ma pur sempre tutto sommato gradevoli. Il problema di Atelier Marie è che questo non è l’incipit, ma letteralmente tutto ciò che l’intreccio offrirà nel corso dell’avventura della giovane alchimista. Letteralmente: non esiste trama oltre a quella che vi abbiamo già esposto. In più, fatta eccezione per la protagonista, che con il suo savoir faire scanzonato e fanciullesco è riuscita a conquistarci nel giro di poche ore, gli altri personaggi sono facilmente dimenticabili e quantomeno anonimi.
Questo perché Atelier Marie si concentra quasi totalmente sul crafting e l’esplorazione, lasciando da parte qualsiasi contenuto narrativo. Un qualcosa che possiamo decisamente capire per i tempi in cui uscì il titolo originale (stiamo parlando del 1997), ma che, ad oggi, risulta decisamente troppo vecchio come approccio. E se riuscirete a raggiungere i titoli di coda della prima run, non vi basterà sapere che ci sono ben otto finali diversi da poter ottenere per concedervi la voglia di ricominciare da capo.
Star Wind | Recensione Atelier Marie Remake
Veniamo dunque a quello che dovrebbe essere il perno dell’esperienza di Atelier Marie, ossia il suo gameplay. Salburg fungerà da hub centrale da cui poter partire, ogni volta, alla ricerca di nuovi materiali per la creazione di oggetti utili a soddisfare le richieste dei vari cittadini, tutte ottenibili dalla locanda. Questo ci permetterà di ottenere punti reputazione, per richieste via via sempre più importanti, e denaro, decisamente essenziale nell’ecosistema di Atelier Marie.
Il denaro servirà infatti, oltre che per acquistare pezzi di equipaggiamento migliorativi del party, anche per assoldarne i membri. Questo perché, sebbene gli amici di Marie possano entrare nel party a titolo completamente gratuito, per proseguire nelle aree via via sempre più avanzate bisognerà necessariamente avere dalla nostra parte combattenti decisamente più validi. E per far ciò dovremo, ovviamente, pagarli ogni volta che torneremo all’Atelier con una tassa fissa che vi assicuriamo dilapiderà le vostre finanze.
Il denaro servirà anche per assoldare i folletti, che andranno a raccogliere risorse di grado elementare al vostro posto, per acquistare tomi di alchimia, utili per imparare nuove ricette, od acquistare oggetti basilari al negozio dell’Accademia e molto, molto altro. Capirete dunque bene quanto sia fondamentale portare a termine le richieste giuste nei giusti tempi, per ottenere massima resa economica dallo sforzo fatto in termini di raccolta, combattimento e alchimia.
Ancient Footsteps | Recensione Atelier Marie Remake
Tutto perfetto, il problema qual è? Che in Atelier Marie, come in tutti i capitoli precedenti alla trilogia Secret, è presente la meccanica del limite temporale. Questo vuol dire che i cinque anni di cui parlava l’istruttrice Ingrid sono effettivi cinque anni di gioco. E vi assicuriamo che, se non saprete gestire al meglio le vostre tempistiche, rischierete di perdere settimane intere di gioco nell’arco di pochi minuti. Viaggiare da Salburg alla zona di interesse richiede tempo, raccogliere risorse richiede tempo, combattere nemici richiede tempo e così via.
E sebbene, in questo caso, ammettiamo di aver sempre apprezzato questa meccanica nei vecchi Atelier, in Marie è decisamente troppo oneroso il dispendio di tempo utile a compiere una qualsiasi azione. Frustrante, oseremmo dire, considerando che se scadono davvero i cinque anni previsti per Marie (e per il giocatore) sarà Game Over. Per ovviare a ciò e per avvicinare anche coloro che avrebbero potuto trovare questi limiti troppo scoraggianti, Gust ha introdotto la modalità Unlimited, selezionabile all’avvio di una nuova partita, che abbatte il limite temporale imposto dall’istruttrice. Semplicemente, allo scadere dei cinque anni, potrete comunque continuare a giocare indisturbati e ad esplorare il colorato mondo di Atelier Marie.
One Clear Holiday | Recensione Atelier Marie Remake
Due parole sul combattimento. Il party è composto da Marie e al massimo due guerrieri assoldati, che possono appartenere a classi diverse o meno e che hanno tutti abilità d’attacco uniche. Il sistema di combattimento è molto classico, con una barra in basso a destra dello schermo che indica l’ordine di attacco e la possibilità, per i nostri guerrieri, di effettuare un attacco basilare, uno speciale, utilizzare un oggetto o difendersi. Tutto qua, nulla di trascendentale, anzi: anche in questo caso, è tutto fin troppo di vecchio stampo e poco approfondito.
L’unica parte che davvero ci è piaciuta di questo Remake di Atelier Marie è il rifacimento a livello grafico del titolo. Lasciando da parte le generose curve di Atelier Ryza e i pizzi degli episodi precedenti, in questo caso Gust ha preferito utilizzare uno stile chibi per i modelli poligonali dei personaggi (e non per i più classici sprite dei dialoghi), immersi in ambienti per la prima volta 3D. Il tutto per una resa estetica, lo ammettiamo, davvero gradevole lungo tutto l’arco dell’avventura. Colorato e vivace, il mondo di Atelier Marie Remake ci ha davvero catturati in quanto ad estetica e, effettivamente, una run con la Unlimited Mode se la meriterebbe. Buono anche il comparto audio, di cui è possibile fruire la versione originale o quella riarrangiata per il remake.
Long, Long Ago…
Insomma, per concludere questa recensione di Atelier Marie Remake: The Alchemist of Salburg con qualche perplessità. Gust ha ovviamente voluto mantenere, nel bene e nel male, quanto più intatta l’esperienza originale di un titolo del 1997, con tutti i limiti e i difetti del caso, facendolo dunque risultare un titolo troppo vecchio per essere fruito da una cerchia di videogiocatori che, seppur affezionati al franchise, sono cresciuti ed hanno dunque esigenze diverse. Di buono abbiamo però trovato il rifacimento del comparto tecnico ed estetico, nonché il riarrangiamento delle tracce musicali originali. Insomma… si poteva fare decisamente di più per Marlone.
Atelier Marie Remake: The Alchemist of Salburg è ora disponibile su PC, PS4, PS5 e Nintendo Switch. Fateci sapere che cosa ne pensate voi qua sotto nei commenti e restate sintonizzati con noi di tuttotek.it per tutte le news, le guide e le recensioni a tema videoludico e tech! E se siete interessati a chiavi di gioco a prezzi vantaggiosi, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di Kinguin!
Punti a favore
- Comparto estetico accattivante e ben rimaneggiato
- OST riarrangiata veramente orecchiabile
Punti a sfavore
- Comparto narrativo assente
- Gameplay troppo vecchio stampo
- Limitazioni temporali così esose che potrebbero scoraggiare i più
- In generale, un titolo troppo vecchio
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