Scopriamo insieme, in questa recensione dedicata, i punti di forza e di debolezza della Stagione 3 di Mare Fuori, la serie di RAI Fiction e Picomedia che vede, dietro la cinepresa, il sempre ottimo Ivan Silvestrini
TITOLO ORIGINALE: Mare Fuori. GENERE: drammatico, sentimentale. NAZIONE: Italia. REGIA: Carmine Elia, Milena Cocozza, Ivan Silvestrini. CAST: Carolina Crescentini, Carmine Recano, Lucrezia Guidone, Valentina Romani, Nicolas Maupas, Massimiliano Caiazzo, Giacomo Giorgio, Ar Tem, Matteo Paolillo, Clotilde Esposito, Maria Esposito. DURATA: 12 episodi di circa 60 minuti. DISTRIBUTORE: RAI 2, Raiplay. USCITA STREAMING: prima visione streaming 01/02/2023
Ci vuole più coraggio ad essere pecora in mezzo ai lupi che lupi e basta.
Si è da poco conclusa la messa in onda, sulle reti RAI, della terza stagione di Mare Fuori. Con le prime due disponibili in streaming su Netflix e l’ultima ancora esclusiva di RAI Play, la serie televisiva ideata da Cristiana Farina e girata, ancora una volta, da Ivan Silvestrini è diventata ormai quasi un fenomeno di costume sul suolo italiano. La vita dei giovani ragazzi all’IPM di Napoli sta andando avanti: tanti sono usciti di scena, nei modi più disparati, e tanti ne sono entrati. Altrettanti sono cresciuti, maturati e migliorati, così come lo hanno fatto gli altrettanto giovani attori che prestano loro il volto. Ci siamo voluti un attimo riprendere dal finale di stagione, ma è giunto finalmente il momento di parlarne: benvenuti alla nostra recensione della Stagione 3 di Mare Fuori.
Mare Fuori Stagione 3: una recensione doverosa, ma senza spoiler
Il finale della seconda stagione ci aveva lasciati con la fuga di Naditza, Carmine e Filippo dall’IPM. I tre avevano letteralmente fregato Edoardo e Mimmo, non sapendo che, alla fine dei conti, avevano salvato la vita al primo. Carmine si era poi costituito, dando modo ai due giovani innamorati di fuggire e di conquistare la libertà, seppur rubata e non proprio legalmente assicurata. Si era poi conclusa la vicenda giudiziaria di Salvatore, “Sasà”, e infatti non rivedremo il giovane Filippo Soave nella terza stagione. Infine, Rosa Ricci, sorella di Ciro e Pietro Ricci, si è fatta arrestare per poter finalmente arrivare ai suoi due diametralmente opposti obiettivi: il tanto odiato Carmine e l’amico di sempre, Edoardo.
La puntuale premessa all’inizio di questa recensione della Stagione 3 di Mare Fuori è dovuta e, fuor di ogni luogo, sacrosanta: non ci saranno spoiler di sorta. Non vogliamo in alcun modo rovinarvi l’esperire quella che è, a tutti gli effetti, la migliore delle tre stagioni per ora rilasciate del format RAI e Picomedia. Ed è anche quella di maggior crescita, sia per i giovanissimi attori che fanno parte del cast, sia per la serie stessa. Si giunge, nel corso delle vicende che porteranno al chiacchieratissimo finale di stagione (attendiamo con ansia la quarta, le riprese iniziano a breve!), ad un’inversione di rotta quasi filosofica.
Speranza e sogni: il Mare Fuori di ognuno di noi | Recensione Mare Fuori Stagione 3
Tutti abbiamo un “Mare Fuori”, una speranza, un sogno di libertà e concretezza che si contrappone alle alacrità del reale che viviamo tutti i giorni. Per i ragazzi dell’IPM il “Mare Fuori” è la vita esterna, quella che potranno tornare a condurre una volta scontata la propria pena. Se, però, questa realtà esterna nel corso delle due stagioni precedenti era quasi un sogno idillico da raggiungere in un modo o nell’altro, in questa terza stagione abbiamo assistito a un cambio a dir poco esistenziale per la serie.
L’IPM è passato dall’essere un luogo di detenzione e quasi uno spauracchio, specialmente per il giovane, ricco e talentuoso Filippo “Chiattillo” Ferrari, ad un luogo sicuro da cui difficilmente i protagonisti riescono a discostarsi. C’è chi ha paura di “finire a Poggioreale”, il carcere vero, c’è chi ha paura di tornare dalla propria e disastrata famiglia, c’è chi ha semplicemente paura di andare avanti. Il tanto agognato “Mare”, quindi, i nostri protagonisti non riescono più a trovarlo, perché semplicemente lo vanno a cercare nel posto sbagliato: “Fuori”.
La realtà | Recensione Mare Fuori Stagione 3
A questo scontro interiore si contrappone anche quello con la dura realtà. Tanti saranno gli eventi a che porteranno avanti la trama, specialmente nelle storie di Carmine, Filippo ed Edoardo. La Stagione 3 di Mare Fuori è, al netto di qualsiasi recensione, indiscutibilmente la più cruda di tutte ed è interessante vedere quanto siano precari gli equilibri che si instaurano fra le coppie e i gruppi. L’unico difetto che siamo riusciti a notare, sotto il punto di vista della narrazione, è il ritmo non propriamente cadenzato. L’inizio della stagione ha stentato ad ingranare ufficialmente e si è concentrato su dettagli e storyline secondarie. Si è concentrato un po’ tutto alla fine e gli ultimi episodi sono stati un tripudio di colpi di scena ed emozioni senza eguali.
Sono stati aggiunti anche molti nuovi personaggi al roster, non tutti propriamente convincenti. Se, infatti, Luigi e Giulia hanno già mostrato un certo spessore nelle poche sezioni a loro effettivamente dedicate, lo stesso non si può dire di Raffaele, fratello del primo, e Diego, segreto innamorato di Kubra. Immaginiamo che, ovviamente, entrambi avranno un maggiore spazio all’interno della quarta stagione, ma per ora ci dispiace non averli potuti approfondire meglio.
Protagonisti piccoli e grandi | Recensione Mare Fuori Stagione 3
Per quel che riguarda i protagonisti storici, invece, abbiamo assistito ad una crescita e una maturazione a tutto tondo, anche dei loro interpreti. Pur essendo tutti giovanissimi, infatti, hanno saputo raccontare e raccontarsi in modo sopraffino, migliorando quanto già di buono si era visto nelle passate stagioni. Una menzione particolare a Maria Esposito, alias Rosa Ricci, per una performance particolarmente d’impatto, iconica e… memetica.
Fra gli attori “adulti”, così ci piace definirli, oltre alle sempre ottime performance di Carolina Crescentini, che interpreta Paola Vinci, e Carmine Recano, il “comandà” Massimo Esposito, abbiamo potuto apprezzare anche Lucrezia Guidone, che ha preso la parte di una delle nuove educatrici, Sofia Durante. Infine, fra i personaggi secondari non possiamo menzionare la quasi perfetta Pia Lanciotti, in arte Donna Wanda Di Salvo. Una donna spietata, una camorrista convinta e che ha cercato in ogni modo di tenere Carmine dalla sua parte. Non essendo riuscita comunque a renderlo un criminale, però, Donna Wanda è comunque una madre e, come tale, sa cosa deve fare: proteggere i suoi figli.
La cifra registica di Ivan Silvestrini si conferma ancora una volta un punto fermo di tutta la produzione. Lo stile mai particolarmente ricercato, ma sicuramente d’impatto e profondamente emotivo, dell’uomo dietro la cinepresa si riflette inevitabilmente su scene e sequenze altrettanto d’impatto, specialmente in alcuni frangenti come i flashback o i cliffhanger (che non sono presenti esclusivamente nell’ottimo finale di stagione). La fotografia è, ancora una volta, magistrale e la capacità di saper dipingere la dualità fra le sbarre dell’IPM e la tanto agognata libertà, accostata al Mare di Napoli, dona ancora una volta emozioni indefinite e indefinibili.
Attendiamo…!
Concludiamo questa recensione della Stagione 3 di Mare Fuori elogiando, nuovamente, quanto RAI Fiction e Picomedia sono riusciti a creare con un almanacco di giovani talenti. Un’armonia quasi perfetta quella che si è venuta a creare fra tutti i personaggi, principali e comprimari, una coralità quasi perfetta, oseremmo dire, per un cast di giovanissimi accompagnato con mano ferma, presente, ma mai invadente, di attori di un certo calibro e caratura. Siamo davvero curiosi di vedere dove ci porterà, in futuro, la narrazione di Mare Fuori. Nel frattempo, accendiamo un’altra sigaretta.
Punti a favore
- Registicamente sempre impeccabile
- Giovani attori crescono e migliorano
- La dualità fra "dentro" e "fuori" crea un forte impatto emotivo
- Le nuove aggiunte al cast sembrano promettenti...
Punti a sfavore
- ... anche se non proprio tutte
- Ritmo narrativo sbilanciato
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