Scopriamo insieme in questa recensione gli orrori cosmici e spirituali coi quali dovremo avere a che fare nel nuovissimo The Chant
Dopo essere stato annunciato per la prima volta poco più di un anno fa, l’opera prima sviluppata dai ragazzi di Brass Token e edita da Black Matter è finalmente sbarcata su PC, Xbox Series X/S e PS5. The Chant, questo il titolo dell’opera, si presenta sulla carta come un survival horror pregno di atmosfere psichedeliche e spirituali, unite ad un gameplay tipicamente action adventure. Un piatto davvero interessante, e dunque, senza indugiare oltre, scopriamo insieme in questa recensione come se la cava, pad alla mano, The Chant.
All’ombra dei prismi
Dopo una intro piuttosto movimentata, il gioco ci porterà all’inizio degli anni ’70, mettendoci subito nei panni di Jess, la protagonista della nostra storia. Quest’ultima, su invito della cara amica Kim, deciderà di recarsi su Glory Island per partecipare ad un ritiro spirituale organizzato dalla cosiddetta “comunità prismatica”. Ovviamente non tutto è come sembra, e, senza scendere nei particolari per evitare spoiler, ben presto ci ritroveremo ad avere a che fare con creature sovrannaturali sbucate dall’oscurità.
Orrori cosmici di chiara matrice lovecraftiana si fondono qui con il filone chiamato da molti Folk Horror (soprattutto nelle prime battute di gioco pare quasi che gli autori abbiano voluto prendere qualche spunto dal film Midsommar, del quale trovate qui la nostra recensione) in una trama che scivola via tra alti e bassi nel ritmo narrativo, raccontando un universo plausibile ma che difficilmente riuscirà davvero a spaventarvi, soprattutto se siete fan navigati del genere horror.
Di salvia, sale ed oli essenziali – Recensione The Chant
Come accennato nell’incipit di questa recensione, The Chant è un horror con una forte connotazione action adventure. Non bisogna infatti farsi trarre in inganno nel paragonare il titolo al gameplay di opere come la serie Dark Picture Anthology. L’azione a schermo si svolgerà in terza persona, e, a differenza di molti altri esponenti del genere usciti negli ultimi anni, qui non solo ci si potrà difendere dalle creature che incontreremo, ma il sistema di combattimento imbastito dal team di sviluppo risulta essere anche piuttosto particolareggiato.
Non avremo però a disposizione armi da fuoco ma dovremo sfruttare le erbe e risorse che troveremo in giro per fabbricare delle specie di fiaccole e bastoni che a quanto pare hanno il potere di scacciare le bestie dell’oscurità. Avremo a disposizione una schivata e due tipi di attacco, e potremo anche decidere di lanciare sale ed oli essenziali ai nostri nemici. Ancora sarà possibile sfruttare il potere dei prismi, una sorta di ciondoli fatti di pietre preziose (ne troveremo di diversi colori e ci serviranno anche per progredire nella storia) i quali ci conferiranno i più disparati poteri, al prezzo del consumo di un pò di Spirito (di cui parleremo in seguito).
Il team di sviluppo sotto questo punto di vista ha fatto un buon lavoro, conferendo una più che discreta varietà alle possibilità d’approccio negli scontri. Se focalizzarsi solo sugli attacchi primari potrebbe presto stancare, sfruttare al meglio tutto il pacchetto di abilità di Jess restituirà un feeling decisamente migliore, e, in molti casi, risulta anche essere la scelta più azzeccata per uscire vittoriosi dalle battaglie. Va detto che i nostri avversari non brilleranno certo per furbizia: non sarà quasi mai un vero problema sfuggirgli, ed i pattern d’attacco dei quali sono dotati saranno per lo più facili da interpretare ed evitare. Infine sono presenti anche varie boss fight, quasi tutte ben calibrate e strutturate, nelle quali occorrerà padroneggiare bene tutte le meccaniche a nostra disposizione per portare a casa la pelle.
Mens sana in corpore sano – Recensione The Chant
Nel precedente paragrafo di questa recensione abbiamo accennato allo Spirito ed al suo utilizzo nei combattimenti di The Chant. Il gioco infatti ci richiederà di bilanciare tre statistiche: Corpo, Mente e Spirito. La prima rappresenta la classica barra della vita, che calerà se subiremo danni, mentre la seconda è l’equivalente della sanità mentale e verrà consumata in determinate situazioni, come quando ci troveremo nell’oscurità o verremo colpiti alcuni particolari attacchi nemici. Se saremo a corto di Mente sarà possibile, nei momenti di calma, meditare per ripristinarla spendendo la barra dello Spirito. Come accennato in precedenza però, quest’ultimo sarà necessario anche per utilizzare i poteri dei prismi, perciò sarà nostro compito trovare il giusto bilanciamento.
Ognuna di queste tre statistiche potrà poi essere ripristinata utilizzando delle erbe che troveremo in giro per l’isola, e potremo anche potenziarle mediante un semplice albero delle abilità. Insomma di carne al fuoco ce n’è ed al team di sviluppo va il merito di aver elaborato ed implementato un gran numero di idee, che nel complesso funzionano e riescono ad intrattenere, ma tendono ad esaurirsi piuttosto in fretta, lasciando l’impressione che si sarebbe potuto andare oltre e sviluppare ulteriormente alcune di queste meccaniche.
Fuggire dall’isola – Recensione The Chant
La struttura del gioco si rifà ai classici del genere, pertanto ci troveremo a raccogliere chiavi ed altri oggetti che ci serviranno per proseguire la nostra avanzata. Sono presenti anche dei classici puzzle ed enigmi ambientali, piacevoli ma mai veramente complessi. A corredo di tutto ciò avremo poi, sparsi in ogni dove, gli immancabili documenti da leggere, i quali ampliano la piuttosto curata lore di gioco.
Per la nostra recensione abbiamo giocato a difficoltà intermedia, portando a termine The Chant in circa cinque ore, soffermandoci in almeno un paio di situazioni a riflettere su come proseguire. La presenza di ben tre finali (uno per ogni statistica) compensa solo in parte una durata un pò inferiore alla media del genere, ma se volete recuperare tutti i documenti, esplorare ogni anfratto dell’isola e scoprire tutti i modi in cui può terminare l’avventura di Jess allora passerete sul titolo un quantitativo di ore decisamente maggiore.
Il lato tecnico dell’oscurità – Recensione The Chant
Graficamente il titolo si presenta piuttosto bene. Il colpo d’occhio è piacevole e regala alcuni scorci suggestivi, con un buon uso dell’illuminazione e degli effetti visivi. Ad uno sguardo più attento però si possono notare i limiti tecnici derivati da una produzione con un budget più contenuto rispetto a quello di un tripla A. Le animazioni in particolare, pur restando credibili, risultano essere un pò legnose, soprattutto durante i primi piani nelle cutscene. Nonostante questi dettagli però, è innegabile che il team di sviluppo abbia curato l’aspetto tecnico al massimo delle proprie capacità, ed il risultato si attesta su livelli più che buoni. Sottolineiamo inoltre che, per la nostra recensione abbiamo provato The Chant su Xbox Series X, senza riscontrare mai cali di framerate o bug di qualche tipo.
Pere quanto concerne il reparto audio abbiamo un doppiaggio italiano altalenante, con qualche picco recitativo ben riuscito ed altri decisamente sottotono. Nella media anche il sound design, con versi di creature non particolarmente degni di nota ma comunque credibili, mentre la musica rimane spesso sottotono. Intendiamoci, la decisione di optare per brani dal sapore tipicamente anni ’70/’80 (con varie influenze prog rock) è interessante e ben contestualizzato. Le tracce che accompagnano il gioco sono per lo più piacevoli e nei momenti di calma fanno il loro dovere. Ma è quando arrivano le situazioni più concitate, come cutscene e combattimenti contro bestie più grosse, che si sente la mancanza di una maggiore presenza musicale, dalla quale le scene avrebbero sicuramente giovato in termini di phatos.
Luci ed ombre
The Chant è dunque un’opera ambiziosa ma grezza. In essa sono presenti molte idee interessanti, alcune di esse realizzate anche in maniera piuttosto buona, ma il tutto è permeato dalla naturale ruvidezza che spesso caratterizza le opere prime. Nonostante ciò i ragazzi di Brass Token hanno dimostrato un grande potenziale creativo e pertanto, dopo aver provato questo titolo, non possiamo non essere incuriositi anche dai prossimi progetti dello studio canadese.
Cosa ne pensate? Avete già giocato questo titolo o pensate di farlo? Fatecelo sapere nei commenti e rimanete sintonizzati su tuttoteK per tutte le news dedicate al mondo dei videogiochi. Per acquistare videogame a prezzo scontato, vi consigliamo di dare un’occhiata al catalogo di Instant Gaming.
Punti a favore
- Buona realizzazione tecnica...
- Tante idee interessanti...
- Combat system particolare e curato.
Punti a sfavore
- ...che cede il passo a volte ad animazioni legnose e qualche qualche spigolo di troppo.
- ...ma alcune avrebbero potuto essere più approfondite.
- Trama breve e dal ritmo altalenante.
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