Una recente scoperta ha evidenziato il ruolo di una proteina nei processi che combattono l’invecchiamento e la buona notizia è che viene prodotta naturalmente dal nostro corpo, ma in grandi quantità solamente finché siamo giovani. Sarà possibile somministrarla agli uomini per farli rimanere giovani?
L’invecchiamento è un triste destino che colpisce tutto, ricchi e poveri, e che pian piano indebolisce il nostro corpo portandolo alla morte. In molti film e libri che abbiamo letto si citano magici intrugli noti come “elisir di lunga vita” capaci di allungare in maniera indefinita la vita degli uomini, mantenendoli sempre giovani. Dalla fantasia di scrittori e registi adesso si potrebbe passare alla realtà grazie ad una recente scoperta.
Il vero elisir di lunga vita per rimanere giovani per sempre ce lo darò la scienza prima o poi?
Invecchiamento: perché il nostro corpo si deteriora?
La macchina dell’organismo è estremamente complessa ed efficiente, questo perché è basata sulla sincrona interazione di miliardi di microscopiche cellule che lavorano in simbiosi, aiutandosi a vicenda a sopravvivere. Purtroppo questo meccanismo è anche molto delicato. L’invecchiamento essenzialmente deteriora le cellule dell’organismo che non sono più in grado di svolgere le loro funzioni in maniera corretta. I danni microscopici a livello molecolare dovuti ai vari fattori di stress vanno modificare la struttura delle proteine e degli organuli che non riescono più a svolgere le loro funzioni o le svolgono non esattamente come dovrebbero. L’invecchiamento della cellula accumula i piccoli danni e quindi aumenta la probabilità che non funzioni correttamente. I deterioramenti possono essere dovuti a fattori esterni, ad esempio esposizione prolungata alla luce del Sole, lavori ripetitivi e usuranti, inquinamento e sostanza tossiche, alimentazione scorretta, oppure anche interni. Durante la normale attività dell’organismo infatti vengono prodotte delle sostanze tossiche – ad esempio i radicali liberi – che vanno ad interferire con l’omeostasi – o equilibrio fisiologico o per farla più semplice “corretto funzionamento” – dell’organismo.
Tutti questi fattori interferiscono a livello microscopico, ma con il tempo si accumulano e danno origine alle caratteristiche macroscopiche dell’invecchiamento come le rughe. Il nostro organismo tenta di combattere, rinnovando e mantenendo giovani le cellule, tuttavia anche i meccanismi di controllo sono soggetti ad invecchiamento e quindi diventano sempre meno efficienti. Ci sono decine di sedicenti metodi per rallentare l’invecchiamento, ma più che prevenirlo si tenta di arginarne i sintomi. La recente scoperta della proteina nel sangue di soggetti giovani potrebbe invece dare inizio a delle terapia in grado di contrastare e prevenire l’invecchiamento in maniera attiva.
Processo di invecchiamento descritto in modo schematico
Elisir di eterna giovinezza: il segreto per rimanere giovani è nel sangue
Il risultato di uno studio pubblicato nella rivista Cell Metabolism dai ricercatori dell’Università di Washington sembra indicare l’esistenza di una proteina nel sangue dei giovani che permette di rimanere in salute più lungo e se somministrata ad un organismo anziano riesce a contrastarne l’invecchiamento. Questa proteina, chiamata eNampt, è stata identificata dai ricercatori nei giovani topi in gran quantità, mentre invece negli individui più vecchi cala, con un conseguente peggioramento delle prestazioni dell’organismo e un aumento dei problemi di salute. In pratica ha permesso ai topi di rimanere giovani.
Funzionamento della proteina eNampt
La proteina sembra essere legata ai processi che permettono alle cellule di produrre energia. Con l’avanzare dell’invecchiamento le cellule producono sempre in minore quantità la proteina che incide sull’efficienza dei processi che ci permettono di rimanere giovani. Gli effetti positivi della proteina sembrano essere immediati: somministrata ai topi anziani ha allungato loro la vita di circa il 16% e li ha mantenuti in buona salute. Il coordinatore dello studio, Shin-ichiro Imai, dichiara:
Il nostro risultato suggerisce che questa proteina determina quanto viviamo e quanto rimaniamo in salute quando invecchiamo. Non sappiamo se questo legame sia presente anche nell’uomo ma sicuramente questa proteina va studiata di più per capire se può essere usata come potenziale biomarcatore dell’invecchiamento.
Tutte le dinamiche di protezione dall’invecchiamento fanno capo ad una specifica regione del cervello, l’ipotalamo. La proteina eNampt, rilasciata nel sangue dalle cellule del tessuto adiposo, gioca un ruolo fondamentale nel funzionamento di quest’area del cervello perché le permette di rifornirsi di energia. Se il livello della proteina si abbassa, l’ipotalamo non può funzionare correttamente e non riesce a farci rimanere giovani.
Inoltre i ricercatori hanno notato che la quantità di proteina presente nel sangue era direttamente correlata con la durata della vita dell’esemplare di topo: più alta è la concentrazione, più la vita è lunga. Il controllo demografico in realtà è un’arma prevista dalla natura per evitare un sovrapopolamento; in altri termini quando un organismo ha terminato il suo compito di riprodursi deve essere eliminato. Ne sono un esempio alcuni esempi di “cannibalismo” sessuale che vediamo negli insetti. La proteina eNampt potrebbe avere la funzione di mantenerci giovani e forti il tempo necessario per produrre ed allevare la prole. Meglio beccarsi la eNampt che il cannibalismo sessuale, no?
Il bacio della morte di una mantide religiosa al suo compagno
In ogni caso è ancora presto per parlare di eterna giovinezza, certo il 16% di vita in più corrisponderebbero a circa 12 anni in più considerando l’attuale vita media di un essere umano. Per adesso l’interesse riguardo alla proteina eNampt è puramente scientifico e non pratico, ma forse un domani chissà… Per adesso concentriamoci su uno stile di vita sano ed equilibrato che è la chiave di volta per un’esistenza lunga e felice! Dalla sezione scienze è tutto, continuate a seguirci per le ultime news dal mondo della ricerca!
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