Centinaia di provette contenenti cellule staminali umane adulte sono state inviate nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Qui i ricercatori stanno testando la loro capacità di crescita in strutture simili ad organi, conosciute come organoidi, in presenza di microgravità. In caso di successo, gli scienziati affermano che l’esperimento potrebbe gettare le basi su nuovi metodi di crescita di tessuti e organi per trapianti e per la medicina di precisione
I ricercatori dello Space Hub dell’Università di Zurigo (UZH) hanno inviato 250 provette insieme alla missione di rifornimento CRS-20 di Space X, che è recentemente decollata da Cape Canaveral, in Florida. Questa è stata recuperata dall’astronauta Jessica Meir che gestiva il braccio robotico dell’ISS. Nella spedizione era presente un mini-laboratorio mobile chiamato CubeLab, un sistema sterile isolato che consentiva alle cellule staminali di proliferare e differenziarsi in un ambiente controllato. Le cellule staminali sono di origine umana e hanno la capacità di trasformarsi in molti diversi tipi di cellule. La differenziazione si verifica quando una cellula staminale passa ad un tipo più specializzato. Questo processo si verifica in genere dopo la proliferazione, per cui le cellule si replicano più volte, secondo il National Institutes of Health.
La Stazione Spaziale Internazionale (ISS)
I ricercatori della Space Station Research Explorer della NASA, nella descrizione dell’esperimento, scrivono:
Forze fisiche come la gravità influenzano molto le cellule, la formazione e rigenerazione dei tessuti. Poiché esse mostrano una crescita spazialmente libera e possono riunirsi in complessi aggregati 3D in microgravità, l’orbita terrestre bassa può consentire la formazione di strutture di tessuto umano.
Cellule staminali: test sulla ISS
L’assenza di gravità a bordo della ISS viene utilizzata come “strumento” per determinare in che modo le forze fisiche influenzano il modo in cui le cellule staminali si differenziano e come il tessuto viene organizzato durante la formazione e la rigenerazione. Si pensa che la bassa gravità a bordo della ISS consentirà alle cellule di nuova formazione di organizzarsi in tessuti tridimensionali. Se l’esperimento avrà successo, i ricercatori affermano che passeranno gradualmente a una scala di produzione più ampia per la futura generazione di tessuti da utilizzare nei trapianti, come la cartilagine o nuove cellule epatiche. Il laboratorio astronomico può anche fornire un’alternativa agli esperimenti sugli animali, aprendo la strada a una nuova direzione nella medicina futura.
Il dott. Oliver Ullrich, professore di anatomia presso la UZH, ha dichiarato:
Il tessuto umano, prodotto artificialmente, potrebbe essere utilizzato per determinare quale combinazione di farmaci è la più adatta per il paziente in questione. Inoltre questi tessuti prodotti nello spazio, potrebbero contribuire a ridurre il numero di esperimenti sugli animali.
Alloggiamento del CubeLab, contenente le 250 provette di cellule staminali
Spedizioni in orbita…
L’esperimento fa parte di un partenariato pubblico-privato tra l’Università di Zurigo e Airbus, che ha contribuito a fornire una pianificazione logistica e le attrezzature per la ricerca. Ullrich afferma che il calo dei costi di trasporto degli oggetti nello spazio ha reso la ricerca più economica e accessibile, inoltre ha aggiunto:
Nei progetti spaziali, i principali fattori di costo sono l’hardware personalizzato e la burocrazia. Tra qualche decennio, il genere umano utilizzerà l’orbita terrestre bassa come luogo di routine per la ricerca, lo sviluppo e la produzione.
Vengono condotti numerosi progetti ed esperimenti a bordo della ISS, che hanno come protagonista la microgravità. Come la crescita della lattuga, che si è dimostrata sicura da mangiare come le verdure a foglia verde coltivate sulla Terra. Senza escludere una recente collaborazione che mira a inviare centinaia di piantine di canapa e caffè alla stazione, per studiarne la crescita. Dopo un mese di permanenza a bordo della ISS, i ricercatori dello Space Hub studieranno gli organoidi a livello istologico, cellulare, molecolare e funzionale e li riporteranno sulla Terra. Di seguito puoi trovare un altro articolo con un argomento attinente, legato all’impiego di cellule staminali.
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