I lettori in Italia diminuiscono sempre di più, è quanto emerge dai dati Nielsen Bookscan durante il festival Più Libri Più Liberi. Rimontano invece le librerie rispetto agli store online, difficoltà per la piccola editoria
“In Italia non si legge più”, una frase che viene sentita da anni e che, tendenzialmente, sta diventando realtà. È quanto emerge dalla statistica di fine anno, che vede una chiusura in lieve calo per la lettura e l’editoria in generale. Nel 2022 infatti, secondo ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE), assistiamo a un calo delle vendite tra l’1,1% e l’1,8%, un valore delle vendite a prezzo di copertina che oscilla tra il miliardo e 676 milioni e il miliardo e 687 milioni; i libri venduti quest’anno sono di circa 86,8 milioni; in recupero le librerie fisiche rispetto agli store online. Le cifre arrivano dai dati Nielsen Bookscan presentati all’apertura del festival Più Libri Più Liberi.
Lettori in Italia: un Paese che non legge più
I risultati dei dati raccolti fanno emergere un dato che sembra consolidarsi nel tempo: i lettori in Italia stanno diminuendo. Il 59,2% degli italiani, secondo i dati, non ha letto nemmeno un libro in un intero anno, mentre solo il 15,3% della popolazione afferma di aver completato la lettura di almeno un libro al mese. Se volessimo fare un identikit basandoci sulle statistiche, il lettore medio è una donna proveniente dal centro-nord, vive in città, ha un titolo accademico ma non frequenta molto la biblioteca, legge in maniera trasversale (utilizzando sì i cartacei, ma anche mezzi digitali), predilige i libri di narrativa e, se ha prole, cerca di educarla alla lettura fin dalla giovane età.
Questo calo va inevitabilmente ad affliggere anche la sopravvivenza delle case editrici, che nell’ultimo triennio vedono la loro attività diminuita del 10,1%. Il dato emerso durante la presentazione è comunque chiaro: ci sono sempre meno lettori, ma allo stesso tempo si stampano meno copie di più libri; tantissima varietà, ma contemporanea a una minima quantità. La sfida più ifficoltosa ad oggi è per la piccola editoria, come ha affermato Diego Guida del Gruppo piccoli editori:
Ancora una volta i dati mostrano quanta parte dell’editoria nazionale è fatta di realtà medio e piccole di grande vitalità ma che, al contempo, devono affrontare problematiche molto difficili, a partire dalla distribuzione. Gli editori di taglia media trainano la crescita, ma al contempo è necessaria un’attenzione particolare a piccoli e microeditori che soffrono in modo del tutto speciale la difficile congiuntura economica.
I dati Istat, pubblicati nel febbraio 2022 ma risalenti al 2020, permettono di fare una comparazione tra lo scorso biennio e l’attuale: in diminuzione i titoli pubblicati (-2,6% sul 2019) mentre il prezzo medio di copertina è rimasto stabile, aumentando invece la distribuzione tramite canali online. Ciò che appare è inoltre una tendenza all’abbandono del libro che va di pari passi con l’età: 41,4% della fascia 6+ anni ha letto almeno un libro nell’ultimo anno, ma il dato scende drasticamente arrivando verso l’età adulta; in mutamento anche le preferenze di modalità e acquisto del prodotto, con il 73,6% dei lettori legge solo libri cartacei, il 9,4% solo e-book o libri on line, e lo 0,3% che ascolta solo audiolibri. Il 16,6% utilizza più di un supporto per la lettura (libro cartaceo, digitale, audiolibro).
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