Le ricorrenze servono spesso per ricordarci l’importanza di qualcosa. In occasione del 21 Marzo, ci si sofferma sulla giornata mondiale della poesia, forma d’arte di altissimo rilievo
Come ogni anno, dal 1999, il 21 Marzo non rappresenta soltanto l’inizio della primavera, bensì anche la giornata mondiale dedicata alla poesia. Nonostante i tempi siano cambiati e il mondo sia in pieno mutamento, l’arte si è saputa adeguare e, al contempo, contraddistinguere. Da carta e penna al digitale, senza dimenticare la macchina da scrivere. Questa splendida forma di comunicazione rimane un elogio alla fragilità, alla confessione di se stessi verso nuove prospettive. Rimane – a tutti gli effetti – un viaggio interiore fatto di sogni e paure.
Giornata mondiale della poesia, inizio della primavera: alcuni brani
Che si parli di autori stranieri o autori italiani, poco importa. La poesia risulta un vero e proprio mondo a sé, che si distacca dalla scrittura e racconta una porzione della propria anima. Uno degli aspetti più trattati è spesso quello dell’amore, esposto in diversi modi e con innumerevoli sfumature. Per l’occasione abbiamo voluto ricordare la bellezza di questa fantastica forma d’arte con le poesie di due grandissimi poeti senza tempo: Jacque Prévert ed Eugenio Montale.
Il primo è un autore francese (1900-1977), che si è distinto svolgendo anche il ruolo di sceneggiatore. Un vero e proprio artista che ci ha regalato, tra le tante, un elogio all’amore, quello vero, puro e viscerale.
Di seguito uno dei suoi componimenti più iconici: I ragazzi che si amano (tratto dalla raccolta “Spectacle”, 1951):
I ragazzi che si amano
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell’abbagliante splendore del loro primo amore
Successivamente ci si dedica ad Eugenio Montale (1896-1981), autore italiano che ha fatto spesso parlare di sé. Alla costante ricerca della sua persona, ci ha lasciato un ricordo indelebile di un amore che vale più di tutto il resto: non solo quello per sua moglie, per una persona capace di stargli accanto, capirlo e fargli apprezzare la vita.
Di seguito il suo componimento più struggente: Ho sceso dandoti il braccio (tratta dalla raccolta “Satura”, 1971):
Ho sceso dandoti il braccio
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Se ancora ci si chiede quale sia la bellezza della poesia, la risposta è una sola: proviamo a farci trasportare dall’esigenza di questi artisti che, prima di essere tali, sono uomini con emozioni, timori e voglia di vivere. Una giornata in cui intendiamo ricordare la poetessa Alda Merini, nata proprio il 21 Marzo del 1931.
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