Jay Y. Lee, l’erede del colosso coreano Samsung, dovrà scontare altri 18 mesi di carcere per completare i 30 della condanna
Il noto erede del colosso della tecnologia Samsung Electronics, Jay Y. Lee, è stato condannato a ben 30 mesi di carcere per aver corrotto un collaboratore dell’ex presidente sudcoreano Park Geun-hye. Già nel 2017 Lee era stato condannato a cinque anni di carcere, ma poi la condanna era stata ridimensionata a soli due anni e mezzo per poi essere sospesa dopo che lo stesso magnate aveva fatto ricordo in appello.
La conferma della condanna ai danni di Jay Y. Lee
La sentenza dell’Alta Corte di Seoul, però, ha oggi confermato la condanna in carcere. Lee, in ogni caso, aveva già scontato un anno di prigione prima che la sua condanna venisse prima ridimensionata e poi sospesa. Attualmente, quindi, gli rimangono 18 mesi di carcere da scontare.
Lee, comunque, è il figlio dell’ex presidente di Samsung Kun-hee Lee deceduto il 25 ottobre del 2020. Il figlio Jay aveva assunto il controllo di Samsung già nel 2014, per sostituire il padre che era stato ricoverato d’urgenza a causa di un infarto. Il carcere, adesso, impedirà a Jay Y. Lee di gestire la fase di transizione che lo avrebbe visto ufficialmente a capo del colosso Samsung.
Le conseguenze della condanna sulla società
I mesi di carcere sono stati confermati perché secondo il verdetto della corte, Lee ha “attivamente corrotto e ha esplicitamente chiesto al presidente di sfruttare il suo potere per aiutarlo in una fluida successione” come capo di Samsung. Conseguentemente alla notizia della conferma della condanna, le azioni in borsa delle società del gruppo Samsung sono crollate e, secondo gli esperti, questa condanna creerà un vuoto di potere in Samsung talmente grande da compromettere le decisioni sugli investimenti su larga scala.
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