Il concetto di difficoltà è estremamente variabile; vi proponiamo uno scontro particolare: quale gioco è più difficile tra Persona 5 e Dark Souls? Che sia solo una questione di git gud?
C’è una frase che mi capita di leggere, a cadenza tutto sommato regolare, su forum o siti di videogame. La condivido con voi, per poterne discutere un poco. Non credo impiegheremo molto, quindi scusatemi in anticipo per la brevità.
“Dark Souls è brutto perché se fai il minimo errore butti via ore della tua vita.”
Ovviamente questa è una parafrasi, una summa maxima, una versione breve di molti discorsi espressi con un numero di parole ben più alto. Dark Souls è interscambiabile con Bloodborne, Demon’s Soul, The Lord of the Fallen, The Surge, Giulia Passione Carneficine… Le solite cose, insomma.
Ci sono molti modi in cui si potrebbe rispondere a questo tipo di affermazione: il primo che si posiziona sulla punta della mia lingua ogni volta è un bel “git gud”. Per chi non sappia cosa voglia dire, è un’espressione tipicamente americana dal significato molto semplice: piantala di frignare e impara a giocare bene. Ora, penserete che non è molto carino dirlo, ma parte della soluzione è proprio questa: non sono videogame impossibili (lo volete scoprire un gioco veramente impossibile?), bisogna solo giocare bene.
Chiaramente questo non può bastare come risposta, quindi perdiamo ancora qualche paragrafo per portare a termine la nostra pagnotta videoludica quotidiana.
Anche Steven vi insegna come giocare bene a Dark Souls
Dark Souls e soci – just git gud
Rimaniamo un attimo sul gioco e sbrighiamo rapidissimamente una questione: sia i giocatori di souls-like che i non amanti del (sotto)genere creato da Hidetaka Miyazaki sono ormai stufi di sentire il discorsetto sulla difficoltà di Dark Souls, quindi la facciamo breve.
A te, lettore che condivide l’affermazione da cui è sorto questo articolo, ricordo un paio di cose. Per iniziare, se muori perdi solo le anime: gli oggetti e le scorciatoie sbloccate rimangono disponibili; questi ultimi sono il vero cuore dell’opera. Qualche anima persa non è mai un problema serio, visto che le farmi in un nulla. Inoltre, se sai di giocare male e di morire facilmente, gioca in difesa e torna indietro a livellare appena hai le anime sufficienti. È un suggerimento talmente banale che rattrista doverlo dare.
Siamo a posto? Possiamo andare avanti, ottimo.
Ma vi ricordate…
Ora, presa coscienza che, in Dark Souls, morire non è qualcosa che ti fa sprecare ore della tua vita, perché non andiamo a ricordare quelle opere che veramente mandano a quel paese tempo e soldi? Ho qualche esempio pronto per voi, fresco fresco dalla mie esperienze personali.
Le sale giochi
Io sono troppo giovane e non ho potuto veramente vivere l’epoca delle sale giochi. I cabinati sono stati comunque parte della mia formazione videoludica: ricordo che, al bar della piscina dove facevo i corsi di nuoto, c’erano Metal Slug (non so quale di preciso). La combo post lezione era partita e barretta di cioccolato bianco al riso soffiato. Credo che il dolcetto mi piacesse anche perché era legato a quel momento di gioco, estremamente breve ed esclusivo. Praticamente sono un cane di Pavlov.
Il punto? Il punto è che lì sì che sprecavi ore della tua vita. I cabinati non era nemmeno qualcosa di tuo che potevi approcciare come volevi e quante volte volevi. A meno di non volerci lasciare un patrimonio.
Super Mario Land
Il secondo reperto storico è Super Mario Land, il mio primo gioco per Game Boy (Color, più precisamente). Non so quanti si ricordino di questo simpatico gioco: si tratta di un Mario abbastanza classico, con livelli, mondi, sezioni platform a più finire e boss fight. E permadeath. Yep, permadeath. Non solo in caso di effettiva morte, sia chiaro. Anche spegnere la console significava dover ricominciare da capo.
Super Mario Land non ha salvataggio, molto banalmente. Accendi il Game Boy e giochi fino a quando puoi. Poi riparti da capo. Super Mario Land è un’enorme e irridente Git Gud costante. Come? Hai fatto venti livelli di fila, impiegando ore e ore, e sei morto? Git Gud! Se non sei capace è solo colpa tua! Eh? Le batterie si stanno scaricando e non potrai arrivare alla fine di questa partita in cui hai accumulato un sacco di vite? Ci pensavi prima!
Anche Mabel non si tira indietro e chiarisce la situazione
Persona 5: il campione dei JRPG
Cerchiamo però di avvicinarci ai giorni nostri e scegliamo un gioco che possa rappresentare un’intera categoria: Persona 5, il campione dei JRPG.
Ci sto giocando in questo periodo e voglio dirvi due cose. Uno, è bellissimo. Due, come ogni buon JRPG, Persona 5 non ha alcun tipo di salvataggio rapido. Se vedi il Game Over, sei costretto a tornare all’ultimo salvataggio manuale. Alle volte anche vecchio di un paio di ore.
Voglio proporvi la mia esperienza specifica, niente spoiler, tranquilli. Stavo combattendo contro un Nue, in quel momento era un nemico forte, rispetto alla mia squadra: proprio per questo lo puntavo, per guadagnare molti EXP. Era già la terza o quarta volta che lo sfidavo: conoscevo le debolezze e sapevo prenderlo alle spalle senza difficoltà.
Gli rimanevano pochi HP e io avevo ancora un personaggio per attaccare. Avrei potuto fare due cose: usare una magia (per di più quella a cui Nue era debole) oppure attaccare fisicamente. Ho deciso di non sprecare una magia: cosa è successo? L’attacco fisico è fallito. Ha mancato il bersaglio. Rn Jesus non mi ha coperto le spalle, a quanto pare. Quindi? Quindi Nue ha fatto un attacco di gruppo potentissimo. Due volte. Game Over. Tanti saluti ai progressi fatti in tutta la serata. Torna all’ultimo salvataggio e attacchi: questo mi ha detto il gioco.
Persona 5 vs Dark Souls: il gioco più difficile è…
La mia risposta è Persona 5. Quella è l’unica occasione in cui ho visto un Game Over, a differenza di Dark Souls in cui ho potuto godere di un bel “Sei morto” tante e tante volte.
Non conta, però. Poiché in Dark Souls è solo una questione di Git Gud. Mentre nei giochi che vi ho elencato il tempo perso è molto più colpa dell’opera.
Questa, perlomeno, è la mia opinione.
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