In questa recensione andremo a scoprire Tchia, il titolo del team di sviluppo Awaceb e capiremo come si è comportato sul nostro PC
Un paradiso naturale e un messaggio d’amore più forte di tutti i limiti imposti dalla vita; ecco cosa troveremo nel nuovo titolo del team di Awaceb. Si tratta di un videogioco ispirato al paese natio dei due fondatori, la Nuova Caledonia appunto, dove il progresso tecnologico è quasi del tutto assente e la natura regna sovrana.
Un vero e proprio paradiso terrestre che rischia di scomparire se non verrà preservato. È questo uno dei messaggi che Tchia vole trasmetterci e in questa recensione andremo a scoprire tutta la bellezza di un luogo tanto distante da noi, ma soprattutto come si è comportato questo titolo nelle nostre mani.
Alla scoperta di un luogo magico
Sebbene sia ispirato a quella che è la Nuova Caledonia, ovviamente fatti, persone e luoghi sono puramente un’invenzione degli autori. Molti posti sono stati riadattati, ma la bellezza che permane da secoli nella vita vera è stata riportata sapientemente dagli sviluppatori che hanno saputo rendere magica l’ambientazione nonostante la grafica cartoonesca del titolo.
Ci ritroveremo a navigare su un oceano ben strutturato, visitando atolli disseminati qua e là come stelle nel cielo notturno. Esploreremo la selvaggia natura che è rimasta incontaminata, ma anche alcuni luoghi perennemente rovinati dalla mano dell’uomo. Uno dei punti fondamentali sarà quindi l’esplorazione che, però, avrà i suoi alti e bassi nel corso dell’avventura.
Spostarsi sarà veramente divertente e potremo farlo in tanti modi: potremo infatti utilizzare la barca, che dispone di una velocità abbastanza elevata, correre, sfruttare l’effetto catapulta facendo oscillare gli alberi una volta in cima, prendere possesso degli animali tramite il Salto dell’Anima oppure utilizzare il viaggio rapido verso i vari moli sbloccati. Se spostarsi è divertente, le missioni tuttavia lasciano un po’ a desiderare.
Non ci saremo di certo potuti aspettare nulla di altamente innovativo sotto questo punto di vista, ma missioni che ci costringono ad andare da una parte all’altra di un’isola, solo per poter parlare con lo stesso NPC in vari punti può risultare alquanto demoralizzante, soprattutto nelle prime ore di gioco.
Movimento senza eguali, ma con animazioni alquanto semplici – Recensione Tchia
L’aspetto dozzinale di alcuni modelli ci lascia alquanto perplessi. Ci troviamo in un paradiso naturale come pochi, nel quale ogni scorcio di paesaggio ci regala sensazioni più uniche che rare, ma alcuni modellini approssimativi proprio non vanno giù. Sarebbe stato veramente un capolavoro se solo non ci fossimo imbattuti in alcuni modelli del tutto approssimativi che vanno a cozzare fortemente con gli altri ben realizzati. Certo, lo stile cartoonesco ha i suoi limiti. Non potevamo aspettarci di certo ampia fedeltà.
Tuttavia ci saremo aspettati la stessa cura su tutti i modelli presenti, specialmente quelli degli animali. A queste si aggiungono poi dei movimenti molto approssimativi e meccanici che fanno perdere la naturalità del personaggio, facendolo sembrare una macchina. Parliamo ad esempio della scalata delle pareti. I movimenti eseguiti da Tchia sono molto meccanici e le permetteranno addirittura di arrampicarsi su pareti impossibili da scalare.
Sebbene sia un gioco non realistico, ci saremo aspettati un minimo di fisica sotto questo punto di vista. Fisica che manca anche in alcuni minigiochi, ma di questo ne parleremo più avanti. Ben calibrata, sebbene nei limiti del videogioco, è invece quella che riguarda i lanci eseguiti dai vari alberi per percorrere più distanza possibile in poco tempo. Questa meccanica, oltre a velocizzare il tutto, rende anche lo spostamento più divertente.
Molto ben realizzato è anche il Salto dell’Anima, che ci permette di prendere possesso di alcuni animali e oggetti inanimati presenti nel gioco, trasferendo anima e corpo della bambina al loro interno. In questo modo potremo volare per raggiungere i luoghi interni delle isole più velocemente, nuotare sempre più in profondità per raggiungere luoghi altrimenti inarrivabili e lanciare oggetti verso i nostri avversari.
Tanti minigiochi – Recensione Tchia
Uno degli aspetti fondamentali nel gioco è sicuramente la musica. Fin da subito ci ritroveremo a suonare vari strumenti, partendo delle semplici foglie di felce secche per finire al più utile ukulele. La musica non è vista come una sfida, ma come un semplice passatempo che accompagna la nostra avventura e ci fa vivere momenti speciali in compagnia di persone altrettanto importanti.
Suonare non dovrà essere dunque un obbligo, ma solo un piacere. Tant’è che gli sviluppatori hanno inserito anche una modalità che ci permetterà di ascoltare semplicemente la canzone, senza quindi doverla suonare. In questo modo sarà più facile leggere i sottotitoli e comprendere il testo dei vari brani. Questa a nostro avviso è un’ottima pensata dal momento che il videogioco è doppiato solo in francese e in drehu, ovvero la lingua ufficiale della Nuova Caledonia e uno dei suoi dialetti; scelta anche questa molto giusta, secondo il nostro parere, che ci avvicina maggiormente alla cultura dell’arcipelago.
Suonando alcuni accordi con il nostro ukulele saremo in grado poi di attivare vari effetti. Queste piccole melodie sono chiamate per l’appunto Melodie dell’Anima e ci permettono di cambiare l’orario del gioco, evocare alcuni animali o addirittura creare una bolla per respirare sott’acqua come accade in Harry Potter e il Calice di Fuoco. Le melodie non saranno sbloccate, ma si potranno ottenere solo dopo aver completato un altro minigioco: il bilanciamento delle rocce.
Quest’ultimo prevede di impilare delle rocce l’una sull’altra ruotandole e spostandole fino a raggiungere una determinata altezza. Tuttavia l’assenza di fisica in questo piccolo passatempo si nota profondamente. A volte capiterà che le rocce rimarranno in perfetto equilibrio anche quando in realtà dovrebbero solamente cadere. Inoltre non vi è nessun tasto che ci permetta di ricominciare la sfida, ma solo quello per saltarla, ottenendo così il potere anche senza il minimo sforzo. Scelta condivisibile in alcuni casi, ma avremo preferito ricominciare da capo piuttosto che saltare del tutto la sfida.
Natura vs uomo – Recensione Tchia
Come abbiamo detto ad inizio recensione, Tchia non è solo un gioco come gli altri. Il messaggio d’amore che gli sviluppatori vogliono trasmettere non è solo fine a se stesso. Attraverso questo titolo infatti parte quella che è una denuncia velata alla perdita di uno dei più importanti paradisi naturali ancora presenti sulla Terra.
La salvaguardia di tale paradiso infatti risiede tutta nella missione di Tchia che, suddivisa in otto capitoli, rappresenta un racconto inclusivo e moderno. Il giorno del suo dodicesimo compleanno è un momento di tristezza e “rinascita” allo stesso tempo. In questo giorno infatti la nostra eroina è costretta ad assistere al rapimento di suo padre da parte di Pwi Dua, un essere senza scrupoli che è pronto a tutto pur di stravolgere l’arcipelago insieme al malvagio sovrano Meavora.
Questi più di tutti rappresentano la minaccia che la natura è costretta a combattere da anni, la quale ha distrutto più di tutto il resto quello che è l’ecosistema nel quale viviamo. L’ambizione dell’uomo senza il rispetto per il prossimo e per l’ambiente che ci circonda è probabilmente la peggiore delle catastrofi che possa colpire un luogo. Proprio questo è quello che dovrà combattere la nostra eroina che sfrutta il dolore derivante dalla perdita del padre trasformandolo in un’occasione di esplorazione, avventura, conoscenza e crescita interiore senza eguali.
Oléti atraqatr!
Siamo giunti alla fine di questa recensione riguardante Tchia ed è quindi arrivato il momento di tirare un po’ le somme. Il messaggio d’amore che gli sviluppatori hanno voluto dare a questo gioco è arrivato forte e chiaro alla nostra direzione. La stessa avventura è un viaggio catartico all’insegna non solo di una cultura a noi tanto lontana e, per certi versi, anche strana, ma anche alla ricerca di quella connessione uomo-natura che ormai stiamo perdendo. Questa è evidenziata ancora di più dal legame di Tchia con la natura; entrare e controllare gli animali, usare gli alberi come trampolini, sono solo alcune cose che ci possono legare alla nostra terra, sebbene siano rappresentate simbolicamente.
I ritmi vissuti sull’arcipelago dove è ambientato il racconto non sono mai stati così distanti dai nostri e questa differenza la si può notare soprattutto nelle due isole maggiori. In una infatti gli uomini vivono all’insegna di quello che può dare la terra, arricchiti da una giornata di duro lavoro e da serate passate in compagnia a festeggiare questo legame particolare. Nell’altra invece il grigio di edifici e asfalto la fa da padrone, regalandoci un ambiente tanto spoglio quanto freddo.
Nonostante alcuni piccoli problemi dovuti a una fisica non troppo curata e un inizio a dir poco lento dove per completare una missione dovevamo incontrare un personaggio in vari punti dell’isola solo per due righe di dialogo, l’esperienza dell’esplorazione è qualcosa di veramente sublime, grazie soprattutto a una meccanica di spostamento alquanto innovativa. Peccato per la storia leggermente corta, che sicuramente avrebbe meritato qualcosina in più, magari con un ritmo leggermente più alto soprattutto nelle prime fasi di gioco.
Tutto sommato si tratta di un buon videogioco, con un messaggio forte e concreto che in molti dovrebbero giocare almeno una volta nella vita. Per questa recensione riguardante Tchia è ormai tutto. Vi ricordiamo che il gioco è disponibile per PlayStation 4, PlayStation 5 e PC al prezzo consigliato di 29,99 € e gratis con PlayStation Plus Extra. Se invece siete alla ricerca di uno sconto per la versione PC, potete dare uno sguardo alla pagina dedicata di Kinguin. Per non perdervi future recensioni riguardanti l’universo videoludico, continuate a seguire tuttotek.it!
Punti a favore
- Messaggio
- Ambientazione ber caratterizzata
- Movimento innovativo
- Momenti musicali
- Doppiaggio
Punti a sfavore
- Fisica che lascia a desiderare
- Ritmo lento inizialmente
- Alcuni modelli poco curati
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