Abbiamo passato diverse ore a falciare zombie e mozzare teste in Onee Chanbara Origin e, con questa nostra recensione, vogliamo tirare le somme sul remake targato Tamsoft
Una giovane ragazza parte per un pericoloso viaggio, in una terra disastrata da una pandemia che ha tramutato tutti in non-morti senza cervello, incapaci di ragionamento e, per questo motivo, fin troppo pericolosi per trovarseli lungo la strada. Una giovane ragazza con un oscuro passato, fatto di tragedie e difficoltà, che va alla ricerca di una persona amata scomparsa, catturata da non si sa chi, con la speranza di poterla riabbracciare. No, non stiamo parlando dell’Italia del 2020 e tantomeno di The Last of Us Part II. E sì, esattamente, la ragazza non è propriamente “vestita”
La serie di Onee Chanbara nasce nel 2004 su PlayStation 2, con un titolo arrivato in Europa col nome di Zombie Zone, che non ha riscosso un successo esorbitante in occidente. Esito piuttosto prevedibile, considerando sia quanto è stata prolifica l’era PlayStation 2 in termini di titoli action (basti pensare a Devil May Cry o God of War), sia l’estrema natura giapponese della serie di Tamsoft, azienda nota ai più per Senran Kagura. Non nascondiamo, quindi, che ci è suonato piuttosto strano l’annuncio dell’arrivo di un remake per generazione attuale dei primi due titoli della serie, raccolti in un’unica release chiamata Onee Chanbara Origin. Scelta azzardata, sia per la natura ormai “antiquata” del titolo, sia per il poco clamore destato dal capitolo originale. A noi, comunque, le ragazze in abiti succinti piacciono, quindi vi diamo caldamente il benvenuto nella recensione di Onee Chanbara Origin.
Non è The Last of Us (ma va?)
Partiamo dal semplice e banale presupposto che se cercate un titolo dalla sceneggiatura profonda, con personaggi ampiamente caratterizzati e meccaniche di gameplay complesse, potete benissimo andare a giocarvi davvero The Last of Us Part II. Onee Chanbara Origin è un titolo figlio del suo tempo e del suo genere e riprende a piene mani ambientazioni e tematiche dei B Movie con gli zombie da affettare. Niente di troppo complesso ed articolato, quindi, ma solo un modo di passare un paio di pomeriggi a decapitare non-morti e spargere sangue a destra e a manca.
La storia segue le vicende di cui è protagonista Aya, una giovane ragazza succinta discendente di una dinastia di samurai maledetti, che si mette in viaggio alla ricerca della sua sorellastra scomparsa Saki. Le due ragazze, una volta ritrovatesi, continueranno il loro viaggio affetta-zombie insieme, spalla a spalla, verso colpi di scena sempre più surreali. La sceneggiatura, infatti, è in realtà una serie di situazioni al limite del no-sense, intervallate da orde di non-morti e boss sempre più insidiosi e letali. Tamsoft non punta decisamente alla narrazione coi suoi titoli, e questo era ben chiaro anche a chi ha solamente giocato un titolo della serie di Senran Kagura.
Rapido e indolore – Recensione Onee Chanbara Origin: pizzicore e zombie!
Abbastanza semplice da capire come concetto, anche considerando che il titolo in sé, nella durata di una singola run della modalità storia a difficoltà normale, non vi porterà via che una decina di ore per completarlo. La presenza delle modalità secondarie ad orda, però, e la possibilità di rigiocare qualsiasi dei 25 capitoli della modalità storia, sottolinea molto chiaramente che il focus principale di Onee Chanbara Origin è proprio quello con cui abbiamo iniziato questa recensione: affettare zombie. In bikini, sempre e comunque.
Dal punto di vista delle mere meccaniche, Onee Chanbara Origin è semplice, intuitivo e dannatamente divertente. Non parliamo sicuramente di una produzione ai livelli di un Devil May Cry qualsiasi, anche perché non ne ha il budget, ma l’incedere delle orde di zombie (che fanno il verso a quelle del genere Musou) alternate alla comparsa di boss ostici e davvero complessi da buttar giù ha un fascino davvero irresistibile per gli amanti del genere.
Un classicissimo action – Recensione Onee Chanbara Origin: pizzicore e zombie!
Lo schema di base è piuttosto semplice e ricalca il modus operandi di qualsiasi action: un tasto per l’attacco principale e uno per il secondario, salto, schivata e parry. Punti esperienza e denaro in game che si raccolgono nei vari stage e che vengono poi impiegati per far diventare sempre più le due protagoniste vere e proprie macchine da guerra. Uno shop con oggetti di recupero e anelli per i potenziamenti, insomma tutto ciò che compone un action standard.
Le due protagoniste hanno anche a disposizione ben due stati di Berserk, che si caricano affettando zombie. Il sangue che le ricoprirà, infatti, le porterà col tempo in due stati di furia distinti e consecutivi, che aumenteranno esponenzialmente il danno inferto a discapito di punti vita e difesa. Lo stesso sangue andrà a coprire anche le loro armi, due per Aya e due per Saki, intercambiabili in qualsiasi momento durante il combattimento (così come le due stesse protagoniste). Sarà quindi importante, ogni tanto, ricordarsi di “ricaricare”. Di ripulire le armi dalle budella dei non-morti, insomma.
Loooooow budget! – Recensione Onee Chanbara Origin: pizzicore e zombie!
Anche sotto il punto di vista del gameplay, Onee Chanbara Origin ha decisamente alcuni punti critici, primo fra tutti: il poco budget. Sappiamo bene che, generalmente, un’opera dovrebbe essere valutata all’interno del suo spettro di appartenenza: un AAA va rapportato ad altri AAA, un titolo low budget ai suoi consimili. È però impossibile non far notare la troppa superficialità di praticamente ciascuna delle meccaniche proposte. Ad esempio, la presenza di due armi per ciascuna delle due protagoniste, distinte in base all’efficacia contro determinati tipi di nemici, dovrebbe impreziosire meccaniche e combo, ma risulta essere quantomeno inutile e accantonabile.
La stessa superficialità la si può notare nella costruzione di alcuni boss, che risultano, pad alla mano, frustranti e inutilmente difficili. In una sola parola, sbilanciati. Inoltre, la scarsa varietà di nemici, combo, mosse e situazioni proposte vanno a rendere l’intero percorso verso la boss battle finale un semplice attacco-schiva-parry per poter finalmente sbloccare la modalità ad orde. Quest’ultima sfrutta appieno tutto ciò che di soddisfacente e divertente ha Onee Chanbara Origin, risultando infine essere, a nostro parere, il vero punto di forza della produzione.
Grazie signor cel-shading! – Recensione Onee Chanbara Origin: pizzicore e zombie!
A livello tecnico, Onee Chanbara Origin è stato parzialmente ricostruito da zero. I modelli dei personaggi sono stati rifatti completamente in cel-shading e, a colpo d’occhio, sono davvero dettagliati e piacevoli da guardare. Il fatto poi che ci siano esclusivamente donnine molto succinte, coperte giusto da qualche pixel di vestiti, non va assolutamente ad inficiare la nostra opinione in merito. Assolutamente no. Purtroppo, la stessa cura nel ricostruire i titoli originali non è stata utilizzata per le ambientazioni, piuttosto scarne e in bassa risoluzione. Lunghi corridoi che si alternano ad aree leggermente più ampie, con qualche cassa contenente oggetti qua e là, senza alcun guizzo artistico degno di nota. Anche i modelli dei mostri, complice il riutilizzo ossessivo compulsivo che ne viene fatto, sembrano essere di qualità estremamente inferiore rispetto a quelli dei personaggi principali.
La nostra prova è avvenuta su una PlayStation 4 Pro, console su cui Onee Chanbara Origin non è poi così stabile. I 60 Fps che tanto ci aspettavamo sono molto ballerini, specialmente nelle situazioni più concitate, ma la scarsa stabilità non risulta essere, alla fine dei conti, qualcosa che inficia il gameplay in modo importante. Stranamente lunghi anche i caricamenti, nonostante stiamo parlando di un remake low budget di un titolo per PlayStation 2. Notevole entrambi i doppiaggi disponibili, quello in lingua inglese e giapponese. Una mancanza piuttosto prevedibile, invece, è quella della localizzazione italiana. Sarebbe stato strano il contrario, in effetti.
Buona visione (?)!
Onee Chanbara Origin è un concentrato di ragazze in bikini e gore che potrà solo rendere felice gli amanti del genere action slasher. Nonostante sia un titolo effettivamente divertente e semplice, però, nel corso delle dieci ore che ci metterete a completare la storia principale verrete sempre più a contatto con la superficialità delle sue meccaniche. Un problema destato dal fatto che, inevitabilmente, Tamsoft ha lavorato con un budget più basso rispetto alle grandi produzioni, vedasi Devil May Cry o God of War. Sarebbe stato forse più opportuno vederlo sullo store a un prezzo altrettanto budget, piuttosto che quei 50 euro secchi. Al netto di tutto, comunque, Onee Chanbara Origin non dà nulla più e nulla meno di quel che ha promesso sin da subito: ragazze carine e zombie!
Punti a favore
- Gameplay semplice e divertente...
- Modelli poligonali dettagliati
- Donnine succinte e zombie vanno sempre bene
Punti a sfavore
- ... ma troppo superficiale nelle meccaniche
- Ambientazioni scarne
- Sceneggiatura... quale sceneggiatura?
- Prezzo fin troppo elevato per quel che offre
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