Il seguito del primo capolavoro targato Naughty Dog è finalmente arrivato, dopo averlo giocato e dopo esserci emozionati, siamo pronti a tirare le somme e a dare un giudizio complessivo in questa recensione di The Last of Us Parte 2
Inutile nascondersi dietro ad un dito, The Last of Us Parte 2 era uno dei titoli più attesi di questa generazione e, viste le premesse e ciò che ha rappresentato il primo capitolo, probabilmente uno dei più attesi della storia dell’industria videoludica.
Non a caso, quando si tratta di Naughty Dog bisogna parlare di eccellenza e il primo capitolo di quella che, con questo secondo titolo, possiamo definire una saga, ha rappresentato proprio questo: eccellenza, rapportata ovviamente alla sua generazione di riferimento. Questo seguito è riuscito a rispettare le aspettative? Scopriamolo insieme nel corso di questa recensione di The Last of Us Parte 2.
Delle ottime basi
Prima di entrare nel vero e proprio cuore di questa recensione di The Last of Us Parte 2, crediamo sia doveroso ripercorrere un attimo la storia di questo titolo. Per storia non intendiamo la vera e propria trama interna al gioco (di cui non faremo NESSUNO SPOILER nel corso di questa recensione, nè per quanto riguarda il primo, nè per quanto riguarda il secondo capitolo), bensì la storia di un brand come quello di The Last of Us.
Il primo capitolo venne pubblicato da Naughty Dog in occasione della fine della precedente generazione, offrendo, così, un meritato e straordinario canto del cigno alla tanto amata PlayStation 3. Il titolo poi fu pubblicato in versione rimasterizzata per PS4, anche se da “rimasterizzare” c’era davvero poco, considerando il miracolo tecnico che gli sviluppatori ottennero sulla vecchia console Sony.
Questo seguito ha avuto una storia a dir poco travagliata, fra rinvii, spoiler, leak vari e tanto, tantissimo hype, siamo finalmente riusciti a giocarlo e ad immergerci in un mondo che ci era davvero mancato. Un mondo vissuto e reso completo da personaggi iconici, su tutti Joel ed Ellie, attorno ai quali ruoteranno anche le vicende di questo secondo titolo. Bando alle ciance e proseguiamo con la nostra recensione.
Ecco come si racconta una storia – Recensione The Last of Us Parte 2
Naughty Dog, si sa, se c’è qualcosa che non sbaglia mai (e con mai intendiamo proprio MAI) questa è la narrazione. The Last of Us, primo capitolo, ha brillato per diversi aspetti ma uno di questi, probabilmente l’elemento più in luce, è stata proprio la qualità della narrazione. Con qualità della narrazione non intendiamo la storia in sè, ma il modo in cui questa storia viene raccontata. C’è un motivo per cui è difficile dimenticare delle scene, dei dialoghi o dei momenti anche a distanza di anni e, a nostro avviso, sarà difficile dimenticare delle scene, dei dialoghi e dei momenti anche di questo The Last of Us parte 2.
Naughty Dog è riuscita a migliorare un elemento già eccellente ed è riuscita a farlo con una serie di scelte e di intuizioni che, fino ad ora, poco hanno avuto a che fare col mezzo videoludico. La narrazione di The Last of Us Parte 2 riesce a far raggiungere al videogioco un nuovo livello, dando a questo straordinario strumento, un valore in più e delle armi in più da sfruttare. Questo titolo riesce a mettere davanti agli occhi del giocatore una realtà che, però, in un primo momento non si è in grado di comprendere appieno.
La grandezza di questa operazione sta nello stimolare la ricerca verso l’emozione che sai che prima o poi arriverà. Una continua ricerca verso un’emozione e verso la comprensione di ciò che sta accadendo, questo è quello che riesce a trasmettere quest’opera e questo riesce a farlo con estrema delicatezza ed estrema forza allo stesso tempo.
Un mondo “nuovo” – Recensione The Last of Us Parte 2
Una delle critiche, qualora ci fosse la possibilità di muovere delle critiche, al primo capitolo è stata, nel corso degli anni che ci hanno separato da questo secondo titolo, relativa al gameplay e al suo essere abbastanza scarno, soprattutto nelle fasi di combattimento ed esplorazione. The Last of Us Parte 2 è riuscito a migliorarsi anche sotto questo aspetto? Sì sarebbe una risposta un po’ troppo secca e che non darebbe i giusti oneri al lavoro svolto dagli sviluppatori. In questo secondo capitolo avremo la possibilità di conoscere ancora di più il mondo di The Last of Us.
Ciò avviene con un’apertura, non totale ma comunque abbastanza ampia, del mondo di gioco e di quella che volgarmente possiamo definire “mappa”. A nostro avviso, però, Naughty Dog ha deciso di spostare l’attenzione su un altro elemento. Piuttosto che sulla vastità del mondo, Naughty Dog ha deciso di concentrarsi sugli ambienti. Ambienti che riescono a coinvolgerci totalmente nella vicenda e nelle situazioni in cui ci troveremo a giocare.
Ciò significa che il mondo di The Last of Us Parte 2 non è un mondo enorme, affatto, ma è un mondo pieno, che riesce a svilupparsi sotto diversi aspetti e permette tanti approcci diversi alle situazioni, andando a svecchiare e ad evolvere un gameplay sì semplice, ma allo stesso tempo tanto appagante.
Inoltre, questa cura nello sviluppo degli ambienti, verrà messa a disposizione della narrazione stessa, estendendo, quindi, anche il concetto di trama e andando ad aggiungere e a rendere fondamentale quella che abbiamo imparato a conoscere sotto il nome di: lore. Una lore, però, non inutilmente criptica o eccessiva, una lore perfettamente dosata, capace di aumentare la nostra voglia di esplorazione.
È il momento di combattere – Recensione The Last of Us Parte 2
In The Last of Us Parte 2 si combatte, e lo si fa anche per parecchie delle ore (circa 25-30) che vi passerete su. Lo si farà con diverse armi o lo si farà utilizzando degli attacchi corpo a corpo. L’apertura del mondo, come abbiamo appena detto, permette diversi approcci. Avremo la possibilità di superare alcune zone non uccidendo nessun nemico, o di farlo silenziosamente o, se ci andrà e se avremo della rabbia da sfogare, uccidendo tutti i nemici presenti anche con estrema aggressività e violenza. Quest’ultima rappresenta proprio un elemento molto interessante.
La violenza presente in questo gioco e che ne penetra molti dei suoi momenti, è perfettamente contestualizzata e si riesce ad apprezzarla non solo per la straordinaria bellezza delle animazioni con cui viene riprodotta, ma anche per la estrema coerenza con la narrazione di fondo.
Se volessimo andare a cercare il pelo nell’uovo, va detto che si fa un po’ sentire la mancanza di un attacco in salto (o più semplicemente dall’alto o in caduta), vista la complessità delle strutture che esploreremo e di come queste stesse strutture vengano sviluppate perfettamente in verticale.
Inoltre, si potrebbe aggiungere anche una poca varietà nelle uccisioni silenziose ma si tratta, assolutamente di due elementi che non vanno minimamente e in nessuna misura ad influire sulla godibilità del titolo e dei combattimenti, anche perché, la resa di questi momenti si attesta su livelli davvero ineccepibili.
Da sempre un punto di riferimento tecnico – Recensione The Last of Us Parte 2
Parlando puramente di tecnica ci troviamo di fronte ad un prodotto eccellente sotto tutti i punti di vista. Va fatto, però, un piccolo e breve appunto. L’effetto spacca mascella che riuscì ad ottenere il primo The Last of Us su PS3 qui, in un primo momento, non avviene; vi saranno poi delle fasi in cui rimarremo davvero a bocca aperta per la qualità di ciò che staremo vedendo. Quell’effetto non arriverà perché, comunque, questa generazione ci ha abituato a delle ottime grafiche, basti pensare a giochi come God of War, come Red Dead Redemption 2 e soprattutto basti pensare a Death Stranding.
La qualità visiva di The Last of Us Parte 2 è assolutamente indiscussa, così come lo è il comparto artistico nel suo complesso. Straordinaria la cura dei dettagli, soprattutto dei tanti ambienti interni in grado di offrire delle emozioni uniche: ammirazione, angoscia, senso di libertà e una di serie sensazioni provabili solamente grazie alla cura che Naughty Dog ha avuto. Il titolo è ottimizzato davvero al meglio, mai un calo di frame, anche nelle fasi più concitate anche se, la nostra PS4 Base (su cui è avvenuta la prova) è riuscita a farci ascoltare un coro non sempre rilassante o piacevole a causa (o grazie, dipende dai punti di vista) delle sue ventole.
I modelli dei personaggi sono anch’essi perfettamente realizzati, così come le loro animazioni e le espressioni facciali, assolutamente mostruose per quanto belle e realistiche. Saremo in grado di condividere dolori, gioie, rabbie ed emozioni varie anche solo spostando la camera sui volti.
Qualche leggerissimo glitch grafico e qualche piccola compenetrazione sono stati riscontrati, ma si tratta davvero di dettagli di pochissimo conto che non influiscono minimamente sul giudizio tecnico di questo titolo. Ultimo elemento: la colonna sonora, pazzesca, come quella del primo capitolo, con l’introduzione, in questo caso, della possibilità di suonare la chitarra tramite il touchpad del nostro controller.
Un’avventura memorabile
La nostra recensione di The Last of Us Parte 2 si conclude qui. Parlare di un’opera del genere non è banale e non è affatto facile. Si ha sempre la sensazione di non considerare degli aspetti o di sminuire un qualcosa che in game è riuscito a dare delle emozioni veramente significative. The Last of Us Parte 2 è un capolavoro?
Sì, è un capolavoro di questa generazione, il punto di arrivo di una fase delicatissima dell’industria, una fase in cui il videogioco sta ormai sdoganando tutti i pregiudizi che da sempre lo hanno condizionato e si sta ponendo al pari di altri mezzi artistici e, se volessimo scegliere un esponente da mettere a confronto anche con opere di altro tipo (per quanto questa sia un’operazione sciocca e senza senso) questo sarebbe (o potrebbe tranquillamente essere) sicuramente The Last of Us Parte 2.
Non ci resta che ringraziare Naughty Dog per il prodotto che è riuscita ad offrirci e non ci resta che toglierci il famoso e metaforico cappello, applaudire e giocare e rigiocare un videogame assolutamente eccezionale.
Punti a favore
- Narrazione da Oscar
- Tecnicamente impeccabile
- Gameplay ampliato
- Cura degli ambienti eccezionale
- Un nuovo concetto di Open World
- Colonna sonora iconica
Punti a sfavore
- Nessuno
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