Ecco a voi la recensione di SF8, serie coreana (l’unica al Trieste Science+Fiction Festival 2020) da molti considerata al livello di Black Mirror
TITOLO ORIGINALE: SF8 에스 에프 에잇. GENERE: fantascienza. NAZIONE: Sud Korea. REGIA: Min Kyu-dong. CAST: Yoo-Young Lee, Soo-jung Ye, Hye-ran Yeom, Joon-hyuk Lee, Yong-nyeo Lee, Suk Mun, Myung-Ryul Nam, Hyun-woo Seo. DURATA: 50 min ca. per episodio. DISTRIBUTORE: MBC. DATA DI PRESENTAZIONE: 29/10/2020.
Con questa recensione andremo ad analizzare SF8, serie sudcoreana presentata, per la prima volta in occidente, al Trieste Science+Fiction Festival, edizione 2020. L’opera viene presentata nella sezione Neon, e sarà disponibile per tutta la durata della kermesse virtuale.
Andiamo quindi a scoprire quest’opera antologica e distopica, da molti già associata a Black Mirror.
Trama | Recensione SF8
La serie antologica si compone di otto episodi, indipendenti gli uni dagli altri, che si snodano tra diversi generi, accomunati comunque dall’afflato sci-fi. Di seguito la lista degli episodi nell’ordine originario.
Nell’episodio “Empty Body” è possibile combinare il cervello umano con l’intelligenza artificiale. Mediante questa tecnologia, una madre riesce a riportare in vita il figlio morto in un incidente. Ben presto, però, la donna si accorgerà che qualcosa in lui è cambiato…
Nell’episodio “Manxin” il mondo è di fatto governato da una app omonima, che alla mezzanotte di ogni giorno predice gli accadimenti del successivo, grazie a una intelligenza artificiale estremamente accurate. L’applicazione viene adorata come una sorta di divinità, ma cosa si nasconde dietro a questa tecnologia?
“The Prayer” racconta di un futuro in cui negli ospedali operano infermiere robotiche estremamente funzionali. Il sistema crollerà quando una di loro si troverà costretta a prendere la difficile decisione di quale tra due vite salvare.
Nell’episodio “Baby It’s Over Outside” veniamo catapultati una settimana prima della fine del mondo, che sarà causato da un meteorite che sta per schiantarsi sulla Terra. Un gruppo di persone dotate di superpoteri decide così di unirsi per salvare il pianeta dall’apocalisse imminente.
Nell’episodio “Joan’s Galaxy” il mondo è ormai ricoperto da polveri sottili, e la società è divisa tra i ricchi che possono permettersi un costosissimo vaccino e vivere fino a 100 anni, e tutti coloro che invece lottano per la sopravvivenza.
Nella commedia romantica “Love Virtually” viviamo un futuro in cui le relazioni amorose sono ormai esclusivamente fondate sull’utilizzo di una app. Ma cosa succede quando una coppia decide di incontrarsi nella vita reale?
Gaming e realtà virtuale si incontrano nell’episodio “White Crow” in cui una star dei social cade in disgrazia quando un ex-compagno di scuola rivela alcuni segreti sul suo passato. Per tornare sulla cresta dell’onda decide di partecipare a un gioco VR, ma presto scoprirà di non poterne più uscire.
Nell’episodio “Blink”, la fantascienza sposa il cinema d’azione attraverso la storia di una detective a cui viene affidato un nuovo partner che è in parte guidato dall’intelligenza artificiale.
Sui binari di Black Mirror| Recensione SF8
SF si presenta come un’opera distopica alla Black Mirror. Nei suoi otto episodi, tutti diversi, si toccano diversi generi, dall’horror alla commedia romantica, dal poliziesco buddy movie al post apocalittico. Da ciò deriva che anche i toni dei diversi episodi siano molto diversi. Nonostante infatti il filo conduttore sia la fantascienza con sottofondo drammatico, in particolare distopico, si passa da episodi leggeri a episodi molto seri. È in questi ultimi comunque che la serie, la regia e la sceneggiatura danno il meglio. Il picco si raggiunge probabilmente a metà serie, con l’episodio Manxin, in cui si vive una fantasia che è incredibilmente realistica.
Le diverse trame comportano inevitabilmente anche la diversità di ambientazioni. Ecco quindi che troviamo a volte atmosfere fredde e destabilizzanti, altre volte luoghi familiari ed accoglienti, altre volte ancora spazi immensi e immaginifici, ed ancora luoghi scarni e miti. Tutto contribuisce ad attirare l’attenzione dello spettatore, che mai come in questo caso è invogliato al binge watching, nel desiderio di scoprire cosa accadrà nell’episodio successivo.
Da questo punto di vista il genere sci-fi distopico si è ormai settato su livelli abbastanza alti, soprattutto dopo Black Mirror, ma SF8 non sfigura affatto in questo implicito paragone, ed anzi si attesta ad un livello strabiliante.
Dall’Oriente con furore | Recensione SF8
Ciò, comunque, non sorprende, dato l’altissimo livello raggiunto ormai dalla cinematografia sudcoreana. Quest’anno Parasite, con il suo Oscar, ci ha dato l’ennesima prova di una spiccata sensibilità dietro la cinepresa, nonché di una meticolosa attenzione ad ogni aspetto del film.
Ottimo il cast, con attori in grado di rappresentare sempre adeguatamente il pathos dei loro personaggi, siano essi robot o estroversi teenager. Estasiante a tratti la fotografia, con scenari apocalittici da brividi. L’utilizzo della computer grafica è abbondante, ma in pochissime occasioni stona a tal punto da distogliere l’attenzione dalla storia.
Per quanto riguarda le tematiche trattate, SF8 non inventa nulla di particolarmente nuovo ma rimane comunque un’opera indubbiamente intrigante. Esacerbando problematiche attuali non fa altro che descrivere degli scenari ad oggi fantastici, ma pur sempre verosimili. E d’altra parte si sa, la realtà supera sempre la fantasia.
Conclusione
Insomma, SF8, presentato solo in Italia e solo al Trieste Science+Fiction Festival 2020, è una ottima serie, sia per i temi trattati che per la realizzazione. Se proprio vogliamo trovare dei difetti potremmo dire che gli episodi più “leggeri” stonano. In ogni caso siamo sicuri che abbia tutte le carte in regola per ambire allo status di cult nel genere fantascientifico, trattandosi dell’ennesimo ottimo prodotto cinematografico sudcoreano.
Punti a favore
- Le sceneggiature dei vari episodi
- La fotografia
- Il cast
Punti a sfavore
- Mostra debolezze negli episodi "leggeri"
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