Nato dalle sfortunate ceneri di un primo capitolo più che dimenticabile, AeternoBlade II cerca di risollevare le sorti della serie, scoprite se ci è riuscito con la nostra recensione
Le colpe dei padri non devono ricadere sui figli. Insomma, quel che è stato è stato e non bisogna farsi influenzare nel presente. Seppur sia verissimo nella vita vera, spesso ciò non accade nel mondo videoludico. Nonostante a tutti sia data una possibilità di redimersi, quando tuo padre è AeternoBlade, uscito nel lontano 2014 e distrutto completamente da critica e videogiocatori, le tue speranze di sopravvivenza sono effettivamente flebili.
Non vogliamo, però, partire con pregiudizi affrettati e superficiali. Siamo qui oggi a portarvi la nostra recensione di AeternoBlade II, sviluppato da Corecell e uscito l’11 ottobre su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch.
Storia e “trama”
Partiamo da un po’ di storia del titolo, e con “storia” intendiamo quella del suo sviluppo. AeternoBlade II doveva originariamente uscire su Nintendo 3DS e PlayStation Vita nel lontano 2016, e nel 2017 sulle console casalinghe. Vari problemi, specialmente durante la creazione di art design e character design, hanno costretto il team ad aprire una campagna di crowd funding per supportare gli ingenti costi di riassunzione di nuovo personale, per poi rimettersi al lavoro. Capite l’andazzo?
Gli eventi che vengono narrati prendono piede subito dopo la fine del primo capitolo. Se ve lo state chiedendo, no, non vi sarà spiegato assolutamente nulla e verrete immediatamente gettati nella mischia di fatti e cose che non capirete assolutamente se non avete giocato AeternoBlade. In linea generale, Freyja, la protagonista del primo capitolo, si ritrova a dover affrontare una nuova avventura dopo che una nuova destabilizzazione ha colpito la sua dimensione. Dall’altra parte del mondo, due cavalieri, Bernard e Felix, cercheranno di salvare il mondo dalla distruzione.
Prince of Persia sei tu? Fortunatamente no! – Recensione AeternoBlade II
I personaggi giocabili saranno dunque tre e tutti e tre, nelle primissime ore di gioco, entreranno in possesso dell’AeternoBlade, una speciale arma che garantirà loro il potere della manipolazione del tempo, in modi diversi. Felix potrà creare, tramite le sue azioni, un clone che le ricopierà nel tempo, potendo così infliggere doppi danni o tirare leve per aprire porte e risolvere puzzle.
Bernard, dal canto suo, potrà semplicemente bloccare lo scorrere del tempo per tutti tranne che per se stesso. Una delizia per la sconfitta dei boss. Freyja, invece, oltre al suo potere base che le permette di creare dei sigilli che può fissare e a cui può teletrasportarsi, con la lama entrerà in possesso del potere di riavvolgere il tempo, in due forme diverse: per gli altri oggetti animati e non e non per se stessa, o per entrambi contemporaneamente. Confusionario? Sì, un po’ come tutto AeternoBlade II.
L’esplorazione delle varie mappe di gioco possiamo anche considerarla divertente, dovendo mettere in pratica i vari poteri che i tre protagonisti avranno a disposizione. Sarà importante gestire bene la nostra risorsa di mana, se non vorremo o dover aspettare parecchio tempo perché si rigeneri a sufficienza o, più semplicemente, ricaricare l’area. Gli enigmi non saranno mai davvero impegnativi, però, il tentativo di AeternoBlade II di avvicinarsi a quel che fu ai tempi il grandissimo Prince of Persia risulta essere, alla fine dei conti, piuttosto deludente.
Escono dalle fo***te pareti! – Recensione AeternoBlade II
Piuttosto deludente è anche tutto il resto, purtroppo. Se possiamo soprassedere sulla qualità delle animazioni, che sembrano essere rimaste ad un lontano 2009, e sull’estetica dei menu, che accomunano AeternoBlade II a un gioco dell’era PSP, non possiamo chiudere un occhio, in sede di recensione, sulla qualità generale del gameplay nelle fasi di combattimento.
Sin dai primi combattimenti potrete subito notare che la difficoltà è settata verso l’alto, ma per i motivi più sbagliati. Le hitbox sono imprecise, e definirle tali è far loro un gran complimento. Ci siamo spesso ritrovati a morire a causa di un nemico che ci attaccava più e più volte da un punto ben lontano dalla sua gittata massima. In tutto questo, la schivata è prettamente inutile, soprattutto quella perfetta, visto che è relegata a una misera frazione di secondo. Considerando che non potremo schivare di fila tutte le volte che vorremo, avendo a disposizione una quantità limitata di Blink, e considerando che i nemici non danno input sonori particolari e non hanno animazioni così curate, capirete bene che le morti vi fioccheranno dall’alto, soprattutto nelle prime ore di gioco.
Finché, però, ci manteniamo sul combattimento in 2D, AeternoBlade II è ancora ancora giocabile. Il problema reale sorge quando il tutto passa alle varie fasi in 3D. Non chiedeteci per quale motivo gli sviluppatori hanno azzardato tale aggiunta, forse non si rendevano conto quanto fosse difficile programmare dei combattimenti all’arma bianca in tre dimensioni, ma sì, ci sono e non sono sporadiche. Ai vari problemi che vi abbiamo illustrato prima, si aggiunge quello della telecamera, che anche in 2D è a tratti fastidiosa, ma mai a questi livelli. Ingestibile e intollerabile, chi soffre di chinetosi potrebbe anche trarne fastidio.
Capirete bene quindi che il livellare i personaggi, le loro mosse e le reliquie (gli equipaggiamenti del gioco), sia più una questione di sopravvivenza che di soddisfazione. Aumentare i punti vita e il danno inflitto dal nostro protagonista in uso vi permetterà semplicemente di sopravvivere man mano sempre più a lungo, sperando di arrivare al prossimo checkpoint senza vomitare.
Un piccolo paragrafo se lo meritano anche i boss: sicuramente piuttosto vari per estetica, non tanto per meccanica, hanno decisamente fin troppa vita vista la rigidità generale di AeternoBlade II. Abbiamo anche riscontrato qualche problemino di geodata, come ad esempio piccole rocce che ci impedivano di colpire i giganteschi boss nei momenti meno opportuni. Nessun calo di frame rate, però, e ci mancherebbe pure.
Vintage, molto vintage, troppo vintage – Recensione AeternoBlade II
Esteticamente parlando, lo stile di AeternoBlade II non è nulla di eccezionale, ma neanche malvagio. Gli sfondi, soprattutto, pur essendo piuttosto spogli e ripetitivi, donano una certa suggestività e sottolineano il feeling generale del titolo. Peccato per i modelli dei personaggi, che come le animazioni sono rimasti al 2009, orribili specialmente nelle cutscenes.
Nel 2009 è rimasto anche il doppiaggio, che però, lo dobbiamo dire, ci ha divertiti moltissimo nelle diverse ore di gioco che ci ha visti impegnati in AeternoBlade II, tanto che inizialmente speravamo di poter scrivere una recensione sulla falsa riga dei “So Bad it’s so Good”, classificando il titolo come il classico giocaccio di serie B che diverte senza impegno e senza budget. Se, però, consideriamo che al momento della scrittura di questa recensione, AeternoBlade II costa ben 35€ su tutti gli store digitali, capirete bene perché vi consigliamo di prendere i vostri soldi e comprarvi Blasphemous.
Tiriamo le somme
AeternoBlade II ha tentato di essere un esperimento che unisce una pletora di elementi per creare un Prince of Persia nel 2019. I tragici difetti della telecamera, la qualità tecnica rimasta a più di 10 anni fa e l’imbarazzo generale che ha permeato le nostre ore di gioco, vi faranno ben capire che la manipolazione del tempo non è esattamente il punto di forza di Corecell.
Punti a favore
- Esplorazione tutto sommato divertente
- Doppiaggio esilarante...
Punti a sfavore
- ... ma per i motivi sbagliati
- Hitbox sbagliatissime
- Telecamera ingestibile, specialmente in 3D
- Tecnicamente troppo datato
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