Abbiamo avuto la possibilità di giocare a Beyond Blue, il titolo di E-Line Media a metà tra il documentario e il videogioco adventure, e questa è la nostra recensione
Beyond Blue, nuovo titolo di E-Line Media, aspira sia ad intrattenere che a sensibilizzare i giocatori su un argomento delicato come quello degli oceani. Il team di sviluppo, per l’occasione, è stato affiancato da un team di esperti composto da scienziati e biologi marini oltre che dal team della BBC autore di Blue Planet II. Dotato di una forte componente narrativa, Beyond Blue parte con il piede giusto per poi annegare lentamente in un mare di incertezze, e questa è la nostra recensione.
In fondo al mar
Partiamo dalle basi. Beyond Blue è un diving simulator in terza persona, caratterizzato da una buona componente adventure. Ambientato nell’ovest dell’oceano Pacifico, ci ritroviamo a vestire i panni di Mirai, una biologa marina. Il compito di Mirai è quello raccogliere principalmente informazioni sulle balene, senza però tralasciare il resto della fauna marina. Insieme ad un team di scienziati e altri biologi, con cui la protagonista è costantemente in contatto, il nostro scopo sarà di studiare e documentare le informazioni sulle famiglie delle balene registrando i loro canti e monitorando le loro abitudini.
L’arco narrativa di Beyond Blue è suddiviso in 8 missioni intervallate dal ritorno in base (o meglio, in sottomarino) di Mirai. Alcune di queste missioni vengono anche trasmesse sui “social” in streaming con tanto di botta e risposta in diretta. Oltre a ciò, la componente narrativa del gioco risulta spiccata ed evidente fin da subito, con la protagonista che si ritrova spesso a parlare con la sorella della loro vita. Qui, ahimè, troviamo il primo piccolo difetto del gioco.
Immergendoci nelle buie e silenziose acque dell’oceano, ci si immagina un’esperienza intima e introspettiva. In questo caso però l’insieme delle voci, la narrazione leggermente abusiva e i pochi dettagli dell’underwater, ci precludono dall’immergerci a fondo nell’esperienza di gioco. L’intimità tipica delle immersioni in solitaria viene inquinata da questo flusso costante di dialoghi tra personaggi, che toglie al gioco il suo mezzo (potenzialmente) più potente. Davvero un peccato.
Tuffo a bomba nel gameplay – Recensione Beyond Blue, in fondo al mar
Come già anticipato, la storia di Beyond Blue è composta da 8 missioni, per la durata totale di 4 ore circa. Le missioni, oltre a portare il giocatore in piccoli microsistemi differenti tra di loro per creature e atmosfera, contribuiscono ad approfondire la storia e l’arco narrativo del gioco. Il sistema di esplorazione delle mappe ripropone alcuni “punti di controllo” presenti in alcuni giochi come Assassin’s Creed o Far Cry.
Qua però, invece delle torri di controllo, troviamo delle boe subacquee. Inoltre è possibile localizzare vari punti di interesse (animali o zone) per poter proseguire nella missione. Una volta identificata la creatura che ci interessa, potrebbe essere richiesta una scansione ulteriore tramite sonda o drone.
Qua ci scontriamo con altre due problematiche del gioco. La prima è relativa alla poca varietà degli ambienti. Comprendiamo bene che il deep blue è difficile da caratterizzare e può risultare decisamente monotono, ma in Beyond Blue i designer sembrano non essersi sforzati per trovare una soluzione. Gli ambienti risultano vuoti, spogli al meglio e spesso ci ritroviamo a percorrere lunghe strade obbligate (come corridoi rocciosi), per sbucare di nuovo in mezzo al nulla più totale. Inoltre, l’unica attività a nostra disposizione è quella di analizzare gli animali della fauna marina, il che ci porta direttamente al secondo punto.
La seconda problematica riguarda il gameplay in sè. Come già detto, l’unica meccanica di gameplay su cui si basa il gioco è: inizia la missione, trova la creatura, scansiona. E così via di nuovo per 8 missioni. Il gioco purtroppo si arena su questo impianto generale e l’impressione è quella di guardare uno showcase di creature marine. Inoltre, a causa della pochezza degli ambienti, l’esplorazione dei fondali (che potrebbe risultare una variante interessante alla monotona routine delle missioni) non viene valorizzata nè incentivata in alcun modo.
Tecnicamente… – Recensione Beyond Blue, in fondo al mar
Sul comparto tecnico di Beyond Blue c’è da fare una piccola precisazione. Questo gioco era uscito su Apple Arcade nel mese di Aprile, per essere portato su PC, Xbox One e PlayStation 4 solo successivamente. Effettivamente, quindi, Beyond Blue è un porting dal mobile a console. A causa di questa sua natura, la grafica risulta non all’altezza dell’attuale generazione nonostante il porting sia ben riuscito.
La versione console del gioco mostra tutti i limiti di una grafica presupposta per mobile, a prescindere dai modelli presi in esame. I personaggi risultano poco realistici, i dettagli della fauna marina lasciano un po’ a desiderare e le animazioni risultano macchinose e poco convincenti. Anche qui un’occasione sprecata, che lascia l’amaro in bocca a chi avrebbe voluto davvero sentirsi a 200mt di profondità circondato da creature marine.
Unica feature degna di nota, a tal proposito, è quella dei contenuti extra. Durante il gioco è possibile accedere ai dei brevi video documentaristici (prodotti in collaborazione con BBC) che fanno luce sulla vera natura del gioco: sensibilizzare l’utenza sul problema dell’inquinamento dei mari e sul cambiamento climatico.
Queste clip offrono una prospettiva realistica su ciò che sta accadendo al nostro pianeta, e i biologi e gli scienziati che raccontano le clip fuori campo forniscono dati, curiosità e informazioni interessanti. Alla fine dei conti però, ci si rende conto del fatto che il sentimento e lo spirito divulgativo di questi video non vengano tradotti al meglio nel gioco, e ciò fa aumentare di un altro po’ l’amaro in bocca.
In conclusione
Giunti alla fine di questa recensione di Beyond Blue, siamo pronti a tirare le somme. Il gioco subacqueo di E-Line Media ha tanti piccoli difetti, che messi tutti insieme compongono un puzzle non proprio eccezionale. La componente narrativa è interessante ma un po’ troppo abusiva, i limiti tecnici si fanno sentire e la monotonia di ripetere le stesse attività per ore stanca prima del tempo. La campagna informativa di sensibilizzazione integrata con i video è una gran bella idea, ma finisce per mettere in luce le restanti lacune del gioco.
Nonostante Beyond Blue non sia un’opera d’intrattenimento coi fiocchi, la sua natura divulgativa lo rende un’ottimo mezzo educativo. Il titolo mostra una grande cura nella componente informativa e nella sensibilizzazione ai problemi attuali degli oceani, ma purtroppo non riesce a coinvolgere e intrattenere come desiderato. Se cercate qualche ora di svago e divertimento, non ci sentiamo di consigliarvi questo titolo. Al contrario, se siete curiosi di approfondire l’argomento e di immergervi in un’esperienza istruttiva quanto rilassante (grazie anche al contributo di BBC), Beyond Blue è il gioco che fa per voi.
Anche oggi siamo giunti alla fine di questa recensione! Come sempre vi salutiamo e vi ricordiamo di restare sintonizzati su tuttoteK per ulteriori recensioni, guide, news e tanto altro ancora dal mondo dei videogiochi. Ciao e buon diving!
Punti a favore
- Buona componente narrativa...
- Collaborazione con BBC
- Mini-documentari interessanti e dallo scopo nobile
Punti a sfavore
- ...Ma troppo abusiva
- Ambienti spogli e poco caratterizzati
- Routine delle missioni monotona
- Texture degli animali poco curate
- Animazioni macchinose
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