Scopriamo insieme perché alcune persone sviluppano le fobie e quali sono le cause scientifiche alla base di questo curioso fenomeno.
Mal di pancia, mani tremolanti, voce debole: quante volte, prima di un esame o di un colloquio importante, hai sofferto di questi disturbi? A volte googlare i sintomi non è la scelta migliore: e se si trattasse solo di paura?
Quest’emozione accompagna l’uomo in ogni fase della sua crescita, proprio come un amico (o meglio, un nemico) fedele. In realtà, nonostante la comune accezione negativa, essa nasce per nobili ragioni di difesa. In alcuni individui, tuttavia, controllare la paura risulta impossibile: in questi casi si parla di fobie.
Tale termine fa riferimento ad una situazione di estrema ansia protratta nel tempo che alcune persone sperimentano alla presenza di determinati stimoli, legati a oggetti e/o situazioni possibili. Per questo motivo, c’è chi prova panico estremo alla vista dei ragni (aracnofobia), chi all’interno di spazi angusti (claustrofobia) ed altri, al contrario, in presenza di luoghi molto aperti (agorafobia). Come e perché avviene questo strano fenomeno e quali sono gli aspetti sintomatici più gravi e caratteristici delle fobie? Scopriamolo insieme.
La paura è solo frutto del tuo cervello
E’ lunedì mattina, stai percorrendo la solita strada per andare al lavoro. Improvvisamente, nel bel mezzo della carreggiata compare un animale feroce di grossa taglia. Il tuo piano A sarebbe, con molta probabilità, quello di partire in quarta verso la direzione opposta. Ebbene sì: in quel momento è la tua amigdala ad agire per cercare di preservare la tua vita. Alla vista del pericolo – talvolta esagerando come nel caso delle fobie – tale ghiandola presente nel cervello intensifica la produzione di adrenalina, dopamina e noradrenalina. La comunicazione tra queste ultime e il sistema nervoso avviene mediante dei legami chimici che si vanno ad instaurare tra ormone e recettore specifico. Gli effetti permangono solitamente finché questi non si interrompono. Cosa accade quando adrenalina, dopamina e noradrenalina si uniscono alla propria molecola bersaglio? Il cervello si attiva, i polmoni inglobano più aria e il battito cardiaco aumenta insieme alla pressione diastolica e sistolica.
Come nascono le fobie e quale impatto hanno sulla vita degli individui
Ritorniamo un attimo alla metafora precedente: chi non proverebbe paura alla comparsa improvvisa di un leone sul proprio vialetto? Probabilmente nessuno. Tale situazione, infatti, differisce molto dal proprio status quo. Cosa accade, però, quando ad essere temute sono scene di carattere quotidiano o oggetti di uso comune?
Le fobie – nonostante ad un osservatore esterno possano sembrare esagerate e inutili – creano enormi danni sociali ed emotivi a chi ne soffre. Immagina quanto sia difficile, per una persona agorafobica, assistere ad un concerto in piazza o per gli aviofobici (ndr coloro che temono gli aerei) andare in vacanza all’estero con i propri amici. Una domanda, a questo punto, potrebbe sorgere spontanea: perché nascono le fobie?
Le ricerche degli ultimi decenni sembrano convergere verso diversi fattori, che vanno oltre la semplice esperienza negativa. Ovviamente, chi viene morso da un ragno velenoso potrebbe svilupparne il terrore: ci sono, però, anche delle cause remote meno esplicite. Un ruolo importante è giocato, in primis, dalla familiarità del problema: chi ha parenti con disturbi psichiatrici corre un maggior rischio di sviluppare fobie. Gli studiosi sembrano puntare il dito anche contro ansia e abuso di potere genitoriale, causa di timori eccessivi del bambino verso il mondo e, in generale, tutto ciò che è ignoto. Non mancano, tuttavia, altri fattori di tipo accidentale quale, ad esempio, l’improvvisa scomparsa della figura materna o paterna.
In conclusione di quest’articolo è doveroso ricordare quanto – qualora se ne avverta la necessità – sia importante affrontare le proprie fobie mediante l’aiuto di un esperto. Ricorda: la paura è un’emozione e in quanto tale è bene allenarsi per imparare a gestirla.
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