Il pappagallo blu che ha ispirato il film “Rio” era già in pericolo ed ora sembra arrivare la conferma da una ricerca: il piccolo volatile è estinto in natura. Non sarà più possibile passeggiare per la foresta amazzonica e godere del suo colore blu acceso
Il film 20th Century Fox Animation “Rio” è ispirato proprio al tragico destino di questa specie di volatili dallo sgargiante piumaggio. Il protagonista di nome Blu affronta un viaggio dal Minnesota a Rio de Janeiro perché è l’ultimo maschio vivente della sua specie e vuole raggiungere Jewel, l’ultimo esemplare femmina vivente. Dopo mille peripezie ed esilaranti avventure, Blu e Jewel alla fine si innamorano, hanno un bambino e il film finisce felicemente lasciando una tenue speranza per la salvezza dell’intera specie. Nel mondo reale purtroppo non sempre esiste un lieto fine.
La specie a cui 20th Century Fox Animation si è ispirata per il film “Rio” è l‘Ara di Spix o Cyanopsitta spixii. Si tratta di una specie di uccelli originaria di alcune zone del Brasile. Può raggiungere i 50-60 cm di lunghezza, ma la sua peculiarità – che ha anche colpito i registi di 20th Century Fox Animation – è la sua livrea che spazia da blu all’azzurro acceso. Il suo destino però è stato tutt’altro che vivace.
Il declino del pappagallo blu protagonista del film “Rio” è cominciato parecchi anni fa e trova le sua cause nella caccia e cattura di esemplari da vendere come animali da compagnia, nella deforestazione e nell’introduzione delle api africanizzate, una specie molto aggressiva che entrò in competizione con il pappagallo per il controllo delle aree per la nidificazione. Già alla fine degli anni ’80 si faceva fatica a reperirli in natura, gliultimi esemplari catturati a scopo commerciale vennero presi nel 1988. L’ultimo maschio monitorato in natura morì nel 2000, mettendo a serio rischio la sopravvivenza della specie allo stato selvatico. L’unica speranza venne riposta nelle aree ancora inesplorate delle foreste brasiliane, dove ancora potevano trovarsi degli esemplari.
Oggi però la speranza si è praticamente estinta. Una ricerca approfondita, ancora al vaglio dell’Unione internazionale per la conservazione della natura per una conferma ufficiale, dichiara il pappagallo del film “Rio” ufficialmente estinto in natura.
Pappagallo di Rio: estinto in natura l’uccellino dal piumaggio blu
La notizia arriva da nuovo studio di BirdLife International, una partnership globale di organizzazioni che si battono per la conservazione delle specie di uccelli in tutto il mondo. Purtroppo la situazione non è affatto rosea e non l’Ara di Spix non è stato l’unica vittima: la ricerca rivela che negli ultimi anni diverse specie di uccelli hanno perso la loro lotta per la sopravvivenza. Il noto pappagallo blu è ora considerato estinto in natura dagli esperti di BirdLife International, anche se alcuni degli uccelli sopravvivono nei programmi di riproduzione in cattività.
Lo studio mette in luce un altro dato molto importante: mentre la stragrande maggioranza delle estinzioni di uccelli avvenute negli ultimi secoli si sono verificate in territori isolati (come alcune isole), cinque delle otto specie citate da BirdLife International si sono estinte in Sud America – quattro solo in Brasile – una tragica dichiarazione sull’impatto della deforestazione in quella parte del mondo. Come ben sappiamo la foresta pluviale amazzonica ha un patrimonio biologico enorme alcune stime parlano di 2,5 milioni di specie di insetti, 3000 specie di pesci, 1294 specie di uccelli (circa un quinto degli uccelli del mondo abita la foresta amazzonica) e circa 1500 tra rettili, anfibi e mammiferi. Tutti minacciati dall’avanzata dell’uomo e dalle deforestazioni e la situazione è destinata a precipitare a sentire le dichiarazioni del neo presidente del Brasile Bolsonaro:
Non possiamo bloccare una delle ricchezze del nostro Paese per esigenze ambientali.
Il Brasile ospita circa il 65% della foresta amazzonica e ogni giorno, metro per metro, ettaro per ettaro viene disboscata per far posto a campi agricoli, pascoli e per alimentare l’industria del legname. Si stima che nell’ultimo anno sia stata disboscata un’area di 8000 metri quadrati ovvero un’area grande quanto il Friuli – ci vorranno decine, forse centinaia di anni per riportarla come prima. La foresta amazzonica con i suoi 300 e oltre miliardi di alberi non è solo un enorme bacino di biodiversità, ma ha effetti sul clima e sulla composizione dell’atmosfera dell’intero globo.
Estinzioni: molte specie in pericolo in tutto il mondo
Oggi il pericolo non riguarda solo il Brasile: a fronte dei cambiamenti climatici causati dall’uomo, della dilagante espansione delle aree urbane e di eventi meteorologici sempre più estremi, molti degli animali del mondo sono davvero in una situazione di adattamento o di morte. Ad esempio quest’inverno, CBSN Originals ha viaggiato fino alle Galapagos, dove specie come tartarughe giganti , iguane marine, cormorani senza volare e fringuelli di Darwin si sono evoluti in isolamento per milioni di anni – molto prima che gli esseri umani camminassero sulla Terra. Ora, tuttavia, stanno combattendo per le loro vite.
È pur vero che il naturale corso della natura prevede l’estinzione di alcune specie e la generazione di nuove. Tuttavia il cambiamenti ecologici causati dall’uomo sono così veloci che molto spesso le specie non hanno il tempo di adattarsi. Riflettiamoci: sappiamo quello che stiamo facendo, sappiamo che una volta dichiarata estinta una specie non si torna più indietro. Sarebbe come bruciare un prezioso quadro del rinascimento o demolire un tempio greco. Una volta estinta una specie perdiamo un capolavoro unico ed irripetibile. Siamo sicuri di volerlo fare? È solo una nostra scelta.
Altre tre specie di uccelli menzionate nello studio di BirdLife International – il Cryptic Treehunter, il Alagoas Foliage-gleaner e il Poo-uli – ora hanno ceduto a quel combattimento per la vita, ma c’è ancora speranza per un numero di specie di uccelli che il rapporto riclassifica come in pericolo critico.
Non lasciamo che i nostri figli vedano queste creature solo nei cartoni animati. Dalla sezione scienze è tutto, vi invitiamo solo a riflettere.
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