Il tema storico all’interno dei videogames ha sempre attirato l’attenzione degli appassionati e non solo: in che modo la storia e i videogiochi riescono ad amalgamarsi? Scopriamolo insieme
“La Storia è un mix tra obiettività e prospettive che ricaviamo dalle varie fonti e che ci forniscono delle singole verità”.
Qualora ci trovassimo in un’aula universitaria questa sarebbe una possibile definizione di storia. La storia inoltre è sempre stata un elemento molto utile per arricchire determinate esperienze artistiche, basti pensare a romanzi storici, film storici e ovviamente anche ai videogames! In che modo, però, possiamo individuare il tema storico all’interno di un videogioco? Scopriamolo insieme.
Storia e Videogiochi: che cosa si intende per storia nei videogames?
Quando parliamo della storia, o meglio del tema storico, all’interno di un videogioco dobbiamo considerare alcuni fattori che facciano in modo che tale tema sia effettivamente “tangibile” e individuabile. In un videogioco la storia essenzialmente funge da contesto; veniamo catapultati in un’epoca passata ben precisa e ci troviamo a “muoverci” in quell’epoca e a vivere delle esperienze tipiche di quel periodo.
Alcuni videogiochi, però, ci hanno insegnato che la storia può anche non fare solamente da cornice all’esperienza ludica ma essa può essere parte integrante dell’esperienza; ciò avviene nel momento in cui la storia va a influire sul nostro gioco e sul gameplay che ci troviamo ad affrontare. Il tema storico all’interno di un videogioco può essere affrontato e interpretato in 3 modi diversi e per capire le varie differenze tra queste tre metodologie, prendiamo in esame tre videogiochi, tutti molto recenti: Call of Duty World War 2, Assassin’s Creed Odyssey e Red Dead Redemption 2. Questi giochi vengono presi in considerazione in maniera simbolica in quanto a mio avviso rispecchiano perfettamente il rapporto storia-videogames e le varie differenze che tale rapporto può presentare.
Storia e Videogiochi: sfondo, interazione, coerenza
Il tema storico, all’interno di un videogioco, può essere interpretato in tre modi diversi, ai quali collegheremo una parola che renda al meglio il concetto: sfondo, interazione e coerenza. Andiamo a vedere quale parola è legata a quale gioco e che cosa si intende:
Call of Duty World War 2
6 Giugno 1944, la flotta americana arriva in Europa, precisamente sulle coste nord-occidentali della Francia; questo è l’episodio che tutti noi conosciamo come lo sbarco in Normandia. Episodio col quale inizia la campagna single player di Call of Duty World War 2. Sarò sincero, un leggero brivido ha percorso la mia schiena una volta viste queste immagini, dopo aver avviato il gioco.
La mia emozione, però, non era legata solamente alla visione di questo avvenimento riprodotto in uno dei miei videogiochi preferiti, la mia emozione stava nella possibilità che Activision mi aveva dato, ovvero prendere parte a un episodio così importante della nostra storia, che sono sempre stato abituato ad analizzare e a studiare sui libri in maniera totalmente fredda e impersonale. In quel momento io ero lì, insieme a un plotone di soldati americani. In quel momento da una parte c’era l’appassionato che era completamente coinvolto e curioso di andare avanti, dall’altra c’era la mia parte più sensibile che si è resa conto, se pure in minima parte, di quanto terribile sia un conflitto di quelle proporzioni.
Queste emozioni contrastanti mi hanno accompagnato durante tutta la campagna di COD WW2 (a mio avviso eccessivamente sottovalutata) e riflettendo su tutto ciò sono arrivato alla conclusione che questo titolo rispecchia al meglio uno dei modi di introdurre in un videogame il tema storico. In COD WW2, la storia funge da SFONDO, ma perché? Quando parliamo di sfondo, dobbiamo considerare una serie di elementi relativi al gioco di riferimento, mi spiego meglio: prendiamo in considerazione da una parte il gameplay di un gioco come COD, o meglio di una saga come COD sempre uguale e ben riconoscibile, dall’altra parte le emozioni che l’immersione in una determinata epoca storica può far nascere in noi.
Mettendo insieme questi due elementi avremo davanti agli occhi, perfettamente, il concetto di sfondo in un videogame, ovvero la sovrapposizione di un gameplay ben collaudato e difficilmente modificabile, in un periodo storico ben preciso. In questo caso, il contesto storico non va a influire sul gameplay (tranne che per le armi che però, come ben sanno i giocatori di COD WW2, sono personalizzabili nella modalità multiplayer in maniera poco coerente con l’epoca storica di riferimento) ma riesce a darci delle emozioni relative a quel preciso periodo e a quell’epoca.
Assassin’s Creed Odyssey
In Assassin’s Creed Odyssey ci troviamo di fronte a tutt’altra tipologia di interpretazione del tema storico. La saga di Assassin’s Creed sin dai primissimi titoli è sempre stata caratterizzata dall’influenza della storia e dalla possibilità di avere un’interazione totale con il contesto storico in cui siamo immersi. Di fatti in AC Odyssey ci troviamo a girovagare per l’antica Grecia, concepita e realizzata durante l’epoca di Pericle, col quale tra l’altro il nostro Alexios o la nostra Kassandra entrerà in contatto una volta raggiunta la grande Atene.
Una volta varcate le porte di Atene la prima cosa che mi è venuta in mente di fare, giocando a questo titolo, è stata raggiungere l’acropoli per provare l’emozione di varcare i propilei e trovarsi di fronte la maestosa e colossale statua dell’Atena Promachos con di fianco l’Eretteo e qualche metro più indietro il Partenone.
È stato proprio in quel momento che l’appassionato di storia che in me ha prevalso completamente e mi ha spinto ad arrampicarmi (o meglio a far arrampicare Alexios) sull’edificio più famoso del mondo greco per vedere fino a che punto si fosse spinta Ubisoft nel realizzare con esattezza e minuziosità la zona più famosa di Atene. Mio malgrado, però, ho scoperto che effettivamente le decorazioni del Partenone, così come quelle dell’Eretteo, non erano corrette o comunque non rispecchiavano la realtà.
Questo, sia chiaro, è un dettaglio assolutamente secondario nello sviluppo del rapporto storia-videogame presente in AC Odyssey, ma ci tengo a sottolineare come questa curiosità sia stata stimolata proprio dall’ottimo lavoro di Ubisoft nel farmi immergere completamente in un contesto storico così preciso. La possibilità di esplorare ogni angolo di un mondo così antico, la possibilità di INTERAGIRE con personaggi come Erodoto, Socrate, Euripide ci dà la sensazione di essere davvero coinvolti in quel contesto e la possibilità di “influire” e avere un ruolo sulla storia reale è quello che a mio avviso emoziona di più.
La grandezza di un titolo come AC sta proprio nel modo in cui la storia reale e la storia romanzata, che Ubisoft crea, si intrecciano fra di loro dandoci la possibilità di partecipare a tutti gli effetti a grandi episodi del nostro passato. Questo, a mio personalissimo avviso, è il miglior modo di interpretare il tema storico in un videogioco considerando proprio l’immersività e il coinvolgimento ai quali un titolo come AC sottopone.
Red Dead Redemption 2
Parola d’ordine: realismo. Inserire il disco di Red Dead Redemption 2 nella console equivale a effettuare un tuffo a volo d’angelo senza paracadute e protezioni nel vecchio e selvaggio West. RDR2 è un titolo che farà scuola sotto diversi aspetti, uno su tutti probabilmente sarà la forte dose di realismo inserita all’interno del titolo. Per fare ciò, però, Rockstar Games ha dovuto considerare un elemento molto importante e che poteva risultare anche pericoloso per certi aspetti, ovvero la COERENZA.
Coerenza con il periodo storico di riferimento e quindi con determinate condizioni di vita. L’estremo realismo porta con sé una piccola quota rischio da considerare; esso infatti prevede in alcuni casi dei tempi propri della realtà e del preciso contesto storico che però non sempre sono applicabili a un videogioco e ai tempi videoludici. L’adozione di determinate scelte e quindi di determinati tempi potrebbero far risultare il titolo come un titolo lento ma la bravura di Rockstar, nel caso di RDR2, sta proprio nel riuscire a farti amare determinate azioni e determinati momenti, tramite una serie di escamotage geniali che fanno sì che quei tempi, effettivamente un pelo più lunghi rispetto ai normali tempi videoludici, non diventino un peso nell’esperienza di gioco mantenendola coerente con il contesto circostante.
Prendiamo come esempio due azioni che ci troviamo a effettuare anche abbastanza spesso durante la nostra esperienza in Red Dead Redemption 2: il passaggio del nostro inventario da un cavallo a un altro, ci troveremo infatti a prendere di peso la sella con tutti i nostri oggetti e a trasportarla fino al nuovo cavallo per poi appoggiarla sul suo dorso, e raccogliere il loot dall’animale appena cacciato, momento in cui avviene la scuoiatura della nostra preda che richiede dei tempi più lunghi rispetto a ciò a cui siamo abituati.
Tutto questo è perfettamente coerente con il contesto di riferimento ed è perfettamente realistico, ma essendo appunto così coerente e reale, tutte queste operazioni richiedono dei tempi che i videogames non sono abituati a rispettare. I videogiocatori, si sa, hanno poca pazienza in determinate situazioni ma riuscire a far amare proprio questi momenti in particolare, tramite l’adozione, per esempio, di animazioni veramente da pelle d’oca, dà ancora più lustro al lavoro di Rockstar Games. Riuscire a mantenere una certa coerenza, con tutto ciò che ne comporta, e al contempo non annoiare i videogiocatori è un risultato che giustifica (insieme a una serie di altre cose) l’estremo successo ottenuto da questo titolo.
Ecco i tre modi che a mio avviso rispecchiano al meglio, tutti in maniera molto valida e convincente, il rapporto tra storia e videogames che è sicuramente sempre molto affascinante e interessante e che è destinato a continuare a evolversi. Spero di non aver risvegliato in voi il fantasma del vostro (sicuramente noiosissimo) professore di storia ma anzi, spero di aver trasmesso la mia voglia di mettere insieme due grandi passioni, quella per la storia e quella per i videogames che sono in grado di intrecciarsi fra di loro dando vita e aggiungendo sempre più colore alle nostre esperienze videoludiche.
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