Uno studio guidato da una ricercatrice italiana dà la caccia ai segreti della coscienza. A questa domanda cercherà di rispondere un grande progetto di ricerca internazionale da venti milioni di dollari
Dalla filosofia alle neuroscienze tutti danno la caccia ai segreti della coscienza. Questo è un interrogativo che impegna l’uomo da secoli, ma quella che prima era solo una questione filosofica oggi è diventata il nuovo obiettivo delle neuroscienze, come aveva anche previsto Rita Levi Montalcini. Andiamo a vedere tutti i dettagli.
Vediamo i dettagli della ricerca sulla coscienza | Neuroscienze
Sono più di 500 i ricercatori impegnati nella ricerca tutti guidati dall’italiana Lucia Melloni, del Max Planck Institute per l’Estetica empirica di Francoforte. Punto di partenza del progetto e’ la verifica di due delle sei teorie sull’origine della coscienza. Le prime due ipotesi da provare sono quelle di Stanislas Dehaene, del College de France di Parigi, e dell’italiano Giulio Tononi dell’Università’ del Wisconsin a Madison.
Secondo la teoria di Dehaene, la corteccia prefrontale del cervello, parte del cervello che controlla i processi cognitivi piu’ complessi e legati alle decisioni. Secondo lui dopo aver raccolto le informazioni sensoriali le va a catalogare su una scala di priorità‘ prima di trasmetterle alle aree cerebrali di esecuzione. Secondo Carlo Miniussi, direttore de Centro mente e cervello dell’Università’ di Trento, questa ipotesi:
[…]punta sul lobo frontale del cervello, che e’ la parte che ci caratterizza rispetto agli animali. E’ un po’ come se in una stanza buia illuminassimo con una pila una sedia e in quel momento diventassimo consapevoli della sua esistenza.
La seconda ipotesi
Mentre secondo Tononi la coscienza va a formare dalle connessioni cerebrali. Secondo lui più’ neuroni interagiscono tra loro, maggiore e’ il senso di coscienza percepito. Secondo il ricercatore questo processo avverrebbe nella parte posteriore del cervello. Miniussi continua dicendo:
Questa è un’ipotesi basata sull’idea che il cervello sia una rete complessa nella quale, che se tutte queste aree comunicano tra loro, c’e’ attivazione e quindi si produce consapevolezza.
Per acclarare queste ipotesi i test verranno svolti su dei volontari che si sottoporranno a Risonanza magnetica funzionale, elettroencefalogramma ed elettrocorticografia. Prosegue Miniussi dicendo quanto segue:
E’ proprio grazie allo sviluppo di queste tecniche che si e’ potuto vedere il funzionamento del cervello e inserire la ricerca dell’origine della coscienza nelle neuroscienze.
Rita Levi Montalcini aveva già previsto questi studi nel suo libro ‘La galassia mente‘, nel quale diceva che capire in quali circuiti cerebrali risiedano la creatività’ e la coscienza e’ l’ultimo grande mistero e l’ultima sfida della biologia del Terzo millennio. Per concludere Miniussi fa sapere che:
Anche se e’ improbabile che questo studio possa dirimere la questione sicuramente aumenterà’ le nostre conoscenze sui processi cognitivi.
E voi cosa ne pensate a riguardo? Fatecelo sapere. Ma per non perdervi nessuna novità sull’universo scientifico continuate a seguire le pagine di tuttoteK.
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