In questa guida affronteremo un argomento che spesso è fonte di dubbi e perplessità per chi è ancora alle prime armi con la fotografia: come fotografare le stelle
Essendo un argomento molto vasto, divideremo questa trattazione in più parti. Ci concentreremo sulla fotografia astronomica a largo campo. In questa seconda parte (qui la prima) parleremo delle migliori impostazioni da utilizzare sulla propria fotocamera per questo tipo di scatti.
Quale diaframma?
Molto dipende dalla lente che stiamo usando. Il problema principale è “la coma”: tenderà a deformare le stelle rendendole non puntiformi.
Un altro difetto fastidioso è “l’aberrazione sferica”: tende a trasformare le fonti di luce circolare in ellissi.
Ed infine”l’aberrazione cromatica”: tende a far formare un alone attorno alle stelle.
E’ nostro interesse evitare il presentarsi di tali difetti già in fase di scatto. Per fare ciò ci sono due strade: chiudere il diaframma o usare un obbiettivo molto corretto.
Gli obbiettivi elencati nella prima parte sono molto corretti sotto questi punto di vista e non necessitano di essere “chiusi”. Possono essere tutti usati tranquillamente a f/2.8.
Usando obbiettivi che non correggono bene questi difetti dovremmo chiudere il diaframma di circa 1/2-1 Stop, il 18-55 sarebbe bene chiuderlo a f/4 o f/4.5.
Quale ISO?
La scelta dell’ISO è solitamente meno problematica. Si lavora sempre a ISO 1600 o ISO 3200. Valori che possono sembrare eccessivamente alti, ma che in questo tipo di fotografia sono più che accettabili.
La scelta la dobbiamo effettuare in base alle condizione di luce che troviamo sul posto: sceglieremo ISO 1600 se ci sono molte luci parassite, preferiremo ISO 3200 se non ve ne sono.
Inoltre, se il luogo lo consente perché molto buio potremmo anche pensare di usare ISO ancora più elevati.
Come scelgo i tempi?
Per scegliere i tempi di scatto vigono un sacco di regole, tutte atte ad evitare che le stelle risultino mosse. Ai tempi della pellicola si usava la regola del 600, ma con l’avvento di sensori sempre più densi questa regola non si può più utilizzare. Personalmente mi trovo bene con la regola del 450.
Il temo di scatto sarà dato da 450 diviso la “focale equivalente”. Facendo due conti risulta valida la seguente tabella (tempi in secondi):
A questi tempi possiamo apportare delle correzioni in negativo ma non in positivo. E cioè, va bene scegliere tempi più brevi ma è meglio evitare tempi più lunghi.
I tempi vanno accorciati di circa 1/3 rispetto ai dati calcolati con questa regola se inquadriamo una zona di cielo vicina alla stella polare. Come si può notare le focali più grandangolari consentono tempi più lunghi. Tali tempi consento alla fotocamera di “raccogliere” più luce, e quindi fornire una foto correttamente esposta usando ISO 1600 o 3200 come sopra riportato.
Disattivare la riduzione del rumore per lunghe esposizioni
Sarà bene disattivare questa impostazione e provvedere “diversamente” alla riduzione del rumore generato dalla fotocamera. Questo perché altrimenti i tempi in fase di scatto si allungano e il sensore irrimediabilmente tenderà a scaldarsi e produrre sempre più rumore. Per questo motivo è bene prendere dei “dark frame”, e cioè fare delle foto con stessi ISO e tempi con il tappo montato davanti all’obbiettivo.
Vedremo nella parte successiva cosa farcene dei nostri dark frame. In linea generale conviene scattarne sempre più di uno, 10 potrebbe essere il numero ideale ma dipende da quante foto scattiamo.
Oltre la tecnica: suggerimenti per una fotografia alle stelle più piacevole
Quanto detto vale per ottenere una singola esposizione il più corretta possibile.
Ma magari noi siamo interessati a fare uno “startrails” (scia di stelle). In questo caso bisogna scattare almeno 100 foto con la stessa inquadratura. Puntare la macchina verso la polare aiuta ad accentuare il movimento delle stelle nello startrails. Fate attenzione ad includere parti di paesaggio nella fotografia, altrimenti la vostra foto sarà “sterile”. In questo senso aiutatevi con la regola dei terzi, o utilizzando delle diagonali, soggetti in primo piano, etc. per “ambientare la foto” e rendere l’osservatore partecipe della scena.
Fotografare le stelle: come, quando e cosa serve – Parte 2
Per ora è tutto. Nella terza parte vedremo come elaborare le fotografie scattate.
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