Bentornati al nostro appuntamento settimanale con In the mood for East, rubrica interamente dedicata al cinema orientale. Oggi vi parliamo di Flavors of youth
Ognuno di noi serba dentro di sé un elemento preciso che lo riporta a momenti lontani: un sapore, un odore, un luogo, una canzone, un oggetto. Cose piccole ma dall’incredibile potere evocativo. Cose capaci di alienarci dal nostro presente, fatto di responsabilità , disillusione, delusioni, e catapultarci in un passato ricco di ricordi e sfumature felici.
Oggi torniamo al cinema d’animazione, e per la prima volta ci muoviamo nel territorio Netflix. Flavors of youth è un film del 2018, nato da una co-produzione tra lo studio di animazione cinese Haoliners Animation League e quello giapponese CoMix Wave Films – lo stesso di Makoto Shinkai, per intenderci. Ed è proprio sulla scia dell’incredibile successo ottenuto da Shinkai con il suo Your name (2016) che si sviluppa questo piccolo gioiello d’animazione. Il film si ispira in tutto e per tutto al lavoro dell’animatore giapponese, per stile, struttura, grafica e temi.
A comporlo vi sono tre episodi, rispettivamente diretti da Jiaoshou Yi Xiaoxing (Gli spaghetti di riso), Yoshitaka Takeuchi (Una piccola sfilata di moda) e Haoling Li (Amore a Shanghai). Ogni episodio mette in scena personaggi differenti in città diverse della Cina, ma tutti sono accomunati da un unico tema: il ricordo.
Gli spaghetti di riso | Flavors of youth
Il primo episodio è ambientato a Pechino, dove il giovane Xiao Ming si è trasferito per motivi di lavoro. In una serata piovosa, il ragazzo si perde tra i suoi ricordi di infanzia. La descrizione dettagliata del sapore, del profumo e dei colori degli spaghetti di riso assaporati da bambino diventa veicolo di immagini preziose: le mattinate passate con la nonna, la scuola, il primo innamoramento. La sua nuova vita, in una Pechino ormai slegata dalle tradizioni, non ha più lo stesso sapore.
La morte dell’amata nonna lo riporta ancora una volta a casa, dove potrà riassaporare finalmente quei sapori densi di ricordi. Perché alcune cose cambiano e non torneranno mai più, ma rimarranno per sempre scolpite nella nostra memoria, dandoci la forza e il coraggio di andare avanti.
Non lasciatevi ingannare dalla sempicità del soggetto: questo infatti è l’episodio più evocativo e nostalgico dei tre, in cui l’immedesimazione è garantita.
Una piccola sfilata di moda | Flavors of youth
La protagonista del secondo episodio è Yi Lin, una donna di Canton da sempre appassionata di abiti, tanto da aver scelto di intraprendere la carriera di modella. Dalla morte dei genitori, è lei a occuparsi della sorella minore, Lu Lu, che ha invece il sogno di diventare stilista. Ed è proprio a lei che dedica la sua carriera, fino a quando l’età che avanza e una concorrenza sempre più agguerrita da parte di giovani modelle pronte a rubarle la scena provocano in lei una battuta d’arresto.
In un mondo così effimero e superficiale come quello della moda, Yi Lin arriva a farsi del male fisicamente e psicologicamente. Ma sarà di nuovo grazie a Lu Lu, al loro legame, ai ricordi condivisi d’infanzia, che la donna ritroverà la motivazione e la spinta per continuare.
Tra tutti gli episodi Una piccola sfilata di moda è forse il meno coinvolgente. Ha il pregio però di dare un tocco di leggerezza all’intera opera, grazie ad un’ironia più diffusa, e di lanciare un messaggio ben chiaro.
Amore a Shanghai | Flavors of youth
Un omaggio al meraviglioso 5 centimetri al secondo (2007), ancora una volta Makoto Shinkai. Il terzo episodio vede protagonista Li Mo, un giovane architetto in crisi col lavoro, appena trasferitosi di casa. Tra gli scatoloni trova un’audiocassetta appartenente a Xiao Yu, la ragazza di cui era innamorato ai tempi della scuola. All’epoca il loro rapporto si interrompeva con un trasferimento, e con una registrazione mai ascoltata. Tale ritrovamento scaturisce in Li Mo ricordi nostalgici di un’adolescenza serena, un amore puro e infantile, un grande rimpianto, in una Shanghai inarrestabile, in continuo mutamento.
Li Mo corre alla ricerca disperata di un registratore, tornando nel suo vecchio quartiere ormai allo sfascio. La domanda è una sola: cosa sarebbe successo se avesse ascoltato la cassetta a tempo debito?
L’ultimo episodio è senza dubbio il migliore, sia per la caratterizzazione dei personaggi, sia per lo sfondo della città . Gli ambienti ricalcano in maniera particolare le suggestioni visive di Shinkai, tra i cieli tinti di rosso e di altri mille colori e le luci della città . Emozionante, perché alla fine non è mai troppo tardi per scegliere di essere felici.
L’inevitabilità del cambiamentoÂ
In Flavors of youth si avvertono sapori e ricordi nostalgici: quello di una ciotola fumante di spaghetti di riso, quello di un abito rosso indossato da bambina, quello di un’audiocassetta con una voce amica registrata.
Questi ricordi assumono ancora più valore all’interno di metropoli che col passare del tempo si spersonalizzano, sempre più votate al conformismo. La rievocazione del passato è motivo di riflessione circa la propria vita e la propria condizione. La Cina, con le sue città in continua evoluzione, è sempre più proiettata verso il futuro. Flavors of youth sembra però ricordarci quanto i legami con il passato siano fondamentali, anche per affrontare un futuro dall’aspetto sempre più incerto.
I cambiamenti nella nostra vita, e nell’ordine delle cose, sono inevitabili, e a volte tristi e dolorosi. Il tema dei ricordi, della nostalgia e del cambiamento è affrontato con un approccio malinconico, ma alla fine di tutti gli episodi c’è sempre spazio per un barlume di speranza, una sorta di rinascita per i protagonisti.
Nonostante i sentimenti siano alla base di tutto, Flavors of youth riesce a sfuggire a una dose eccessiva di romanticismo, che avrebbe portato l’opera in una direzione decisamente più stucchevole. La delicatezza con cui invece vengono trattati i temi garantisce al contrario un forte impatto emotivo. La pellicola riesce a trarre ispirazione dal lavoro di Shinkai senza scimmiottarlo, costruendosi una propria identità .
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