La vita davanti a sè con Sofia Loren e diretto da Edoardo Ponte è il film che con la candidatura per miglior canzone, Io sì, di Laura Pausini arriva agli Oscar 2021. Ecco la nostra recensione
TITOLO ORIGINALE: La vita davanti a sè. GENERE: Drammatico. NAZIONE: Italia. REGISTA: Edoardo Ponti. CAST: Sophia Loren, Ibrahima Gueye, Renato Carpentieri, Diego Iosif Pirvu, Massimiliano Rossi, Abril Zamora, Babak Karimi:. DURATA: 94 min. DISTRIBUTORE: Netflix. USCITA: 13 novembre 2020.
La vita davanti a sè, è il film di Edoardo Ponti che vede Sofia Loren tornare sullo schermo con un’interpretazione molto intensa e che è in grado di mettere insieme e omaggiare i ruoli del passato che l’hanno resa grande in tutto il mondo. L’uscita nelle sale cinematografica era prevista per i primi giorni di novembre 2020, ma con le chiusure dovute alla pandemia, il film è stato distribuito dalla piattaforma Netflix dove è ancora disponibile il 13 novembre 2020. La sceneggiatura è tratta dal romanzo omonimo del 1975 scritto da Romain Gary, che era già stato portato sul grande schermo con un film del 1977 ambientato in Francia.
La trama | Recensione La vita davanti a sè
La storia è ambientata a Bari, dove in un quartiere difficile vive Madame Rosa, una donna sopravvissuta all’Olocausto, con un passato da prostituta, che ospita in casa sua figli di prostitute per sfamarli e dargli un tetto sopra la testa. Ormai anziana e con già due bambini in casa sua, non vorrebbe più accogliere nessuno, fino a quando il fidato Dottor Cohen gli affida per due mesi Momò, un bambino senegalese, orfano, turbolento che sopravvive facendo lo spacciatore. All’inizio il rapporto tra i due è molto teso, ma poi con il passare dei giorni cambia e fa in modo che Madame Rosa e la sua storia coinvolgano lentamente l’animo del ragazzo.
Una trama che contiene molti elementi, molte sottotrame e anche molti personaggi, ciascuno preso singolarmente interessante perchè con una storia dolorosa alle spalle. Questi elementi sono forse troppi in un film che a fatica riesce a svilupparli tutti al meglio.
Sofia Loren è la chiave della storia | Recensione La vita davanti a sè
Ciò che brilla all’interno di tutta la narrazione è Sofia Loren, che con la sua interpretazione richiama a sè l’attenzione dello spettatore e rende la storia più interessante di quanto in realtà la trama venga sviluppata. La sua è l’interpretazione di una donna stanca, con un passato troppo doloroso da raccontare, che vuole salvare le persone, ma non ne vuole il merito. Il suo volto segnato dal tempo e dal dolore si interseca sullo sfondo di un quartiere problematico, un appartamento molto modesto e dei momenti all’aria aperta, tra natura e tramonti in cui la regia riesce al meglio a valorizzare l’interpretazione dell’attrice.
Un ruolo che sembra essere un omaggio delle interpretazioni che hanno resto Sofia Loren una star internazionale, come La ciociara e Matrimonio all’italiana e proprio questo appare anche come una debolezza dell’intera costruzione: il ruolo della protagonista non ha saputo portare niente di nuovo e soprattutto pone l’attrice in situazioni che già sono state splendidamente raccontate nel suo cinema in passato.
Una regia poco emozionale e personaggi poco sviluppati | Recensione La vita davanti a sè
Inoltre, il personaggio della protagonista, si inserisce anche in uno spazio di regia che per scelta non carica di troppe emozioni la narrazione. Quindi, il complesso narrativo appare piatto, privo di climax o momenti in cui riusciamo davvero ad entrare in empatia con i personaggi e capire anche le loro storie passate. La colonna sonora contribuisce a questo intento cambiando da vivace a drammatica e a volte non perfettamente in linea con quello che accade nelle scene.
Ma qui c’è anche un aspetto positivo che porta l’Italia agli Oscar 2021, ed è la canzone Io sì, di Laura Pausini che accompagna i titoli di coda e già vincitrice dei Golden Globe è tra le favorite a vincere il premio come Miglior canzone.
Per quanto riguarda i personaggi, quello che appare più interessante, attorno alla bravura della protagonista e una fotografia sicuramente notevole sono le dinamiche relazionali che si instaurano tra loro. Momò, Lola, il Dottor Cohen, Hamil, passano sulla scena con storie forti e molto intense. Questi ultimi si relazionano con il protagonista Momò cercando di insegnargli qualcosa, ma più della semplice morale, come spettatori vorremmo saperne più di loro. E questo non avviene, perché i personaggi sono molti e la trama di fondo preferisce di fatto seguire una linea poco dinamica di viaggio personale del protagonista verso un cambiamento.
Conclusione
La vita davanti a sè, nel complesso, appare come un film riuscito a metà: una storia di fondo che non ha nulla di nuovo e una protagonista che con la sua bravura cerca di salvare un incastro di elementi poco emozionale e con una dinamica prevedibile. Sicuramente una visione piacevole, con una storia che aveva molte potenzialità, ma che lascia l’amaro per quello che davvero avrebbe potuto raccontare allo spettatore.
Punti a favore
- Sofia Loren
- I personaggi secondari
Punti a sfavore
- Poche emozioni
- Sceneggiatura prevedibile
- Regia frastagliata nel seguire l'intera narrazione
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